“Vi è ancora spazio per i giardini? Quando qualsiasi ammasso rigoglioso di piante, anche quelli che prima avremmo giudicato confusi e sgrazìati, viene accettato senza discussione, quale può essere il compito di un giardiniere? Pensiamo davvero che egli possa essere solo un osservatore e un custode della natura o abbiamo bisogno ancora di avere dei giardini” . E’ quanto si chiede in “Mal di giardino-Natura e arte del verde”” Franco Botta, economista barese, autore insieme a Giuseppe Caccavale del libro pubblicato da Progedit e appena uscito in libreria.
“A lungo i giardini – aggiunge Botta – sono stati luoghi nei quali l’uomo ha combattuto la sua battaglia contro la “natura selvaggia”. Possono, invece, diventare spazi nei quali ora i due contendenti dialogano tra di loro e giocano insieme per creare “altre nature”? Viviamo un’era nella quale occorre prendersi cura del mondo e i giardini possono diventare luoghi di incontro e di sperimentazione, non per ripetere quello che la natura crea spontaneamente, ma per costruire laboratori nei quali mettere in scena altri spettacoli”.
“Il libro è un albero e l’albero è un libro. Il libro è un albero che cammina in nostra compagnia” scrive a sua volta Caccavale, che avverte: “Quest’albero-libro vorrebbe che ogni foglia diventasse un gesto di attenzione, ogni pagina una mano che ci guidi con i suoi occhi verso gli occhi colorati dei fiori”.