Non sono confortanti le indicazioni che provengono dall’asta odierna di titoli di stato spagnoli, con il differenziale di rendimento arrivato ad ampliarsi di 20 punti base. In apparenza, le aste sono andate bene per i titoli in scadenza nel 2019 con un bid-to-cover di 2,13, e per i titoli in scadenza nel 2026 con bid-to-cover di 2,57, tuttavia, nonostante i rendimenti offerti, il tesoro è riuscito a collocare 1,5 miliardi di euro di titoli in scadenza 2026, mentre il mercato si aspettava tra gli 1,75 e i 2 miliardi. Il problema è che oggi i costi di finanziamento della Spagna – i rendimenti dei bond sono saliti sopra quel 5% che i mercati reputano plausibile che lo stato possa ripagare – sono di gran lunga superiori ai livelli di crescita nominale del Paese. Fino a questo momento la Spagna non ha avuto problemi seri nel piazzare il proprio debito, ma il rischio del contagio da parte di alcuni dei paesi deboli dell’Ue c’è. Anche per via degli sforzi sostenuti in questi mese dal governo per abbassare il deficit di bilancio, oggi all’11,2% del Pil, in un clima economico particolarmente fiacco.