“La riforma delle pensioni non mi fa piacere, ma è necessaria”. Così Il presidente francese Emmanuel Macron si è rivolto ai cittadini in una diretta tv a reti unificate per cercare di calmare il clima di protesta, alla vigilia di un’altra giornata di mobilitazione nazionale. “Avrei potuto nascondere la polvere sotto il tappeto, come tanti prima di me. Pensate che mi faccia piacere questa riforma?” ha incalzato Macron aggiungendo che “Il sistema previdenziale non è più equilibrato, più aspettiamo più si degraderà”. “Non ci sono cento modi per far quadrare i conti… Il deficit, si sceglie di far pagare ai bambini, ai figli, perché oggi si rifiuta di avere coraggio. Questa riforma è necessaria”.
È la prima volta che il capo dell’Eliseo parla dopo l’approvazione definitiva della riforma delle pensioni da parte del Parlamento. Solo due giorni fa il governo è sopravvissuto alle votazioni su due mozioni di sfiducia per il rotto della cuffia. “Il testo della riforma delle pensioni proseguirà il suo percorso democratico”, ha aggiunto Macron, ma “ora dobbiamo aspettare che il Consiglio costituzionale si esprima”.
Macron ai francesi: ecco perché la riforma sulle pensioni è necessaria
Nel suo discorso il capo dell’Eliseo ha spiegato la necessità di adeguare l’età pensionabile (da 62 a 64 anni) alle nuove aspettative di vita è l’unico modo per garantire ai giovani lavoratori una pensione in futuro. Senza questa misura si calcola che nel 2030 il sistema previdenziale potrebbe generare un deficit di 20 miliardi. “Dobbiamo andare avanti sulla riforma delle pensioni, deve arrivare entro la fine dell’anno”, ha ribadito Macron, “in modo che “1,8 milioni di pensionati comincino ad avere un aumento medio di circa 600 euro all’anno”.
Ma le parole del capo dell’Eliseo difficilmente riusciranno ad appianare la rabbia dell’opinione pubblica. Negli ultimi giorni si sono riviste scene da guerriglia urbana, con gravi tensioni tra manifestanti e polizia, vetrine spaccate e cassonetti in fiamme. Le proteste sociali contro la riforma continueranno probabilmente per alcune settimane, con gravi ripercussioni sull’economia francese.
Macron sulle proteste: “Giusto manifestare, ma no uso della violenza”
“Rispetto il diritto di manifestare il dissenso ascoltiamo la rabbia ma diciamo no a violenze da parte dei manifestanti. Non accettiamo faziosi né fazioni”. E ancora: “Quando i sindacati manifestano, hanno la loro legittimità, quando organizzano cortei, che lo facciano, sono contrari a questa riforma, io li rispetto”, ha precisato, aggiungendo però di “non accettare la violenza quando si è scontenti di qualcosa”. Poi ha sottolineato la necessità di “placare” e “ricostruire un’agenda parlamentare e delle riforme”, “riavvicinandosi ai sindacati e alle forze politiche”. “Il cambiamento sta nella pacificazione”, ha insistito, invitando alla “co-costruzione di un’agenda parlamentare con tutte le forze delle due camere” e a un maggiore impegno “sul campo”.
Macron ribadisce la sua fiducia a Borne
Macron che ha escluso di sciogliere le Camere, come anche un rimpasto di governo o un referendum invocato dalle opposizioni, ha ribadito di aver fiducia in Elisabeth Borne. “Ha la mia fiducia per guidare questa squadra di governo”, ha detto l’inquilino dell’Eliseo, aggiungendo di averle chiesto di “costruire un programma di governo per avere meno leggi e testi più chiari” e di “allargare la maggioranza”, considerando che “non esiste una maggioranza alternativa. Nella Repubblica siamo a un solo voto”, si è difeso il Presidente.
Macron rifiuta “lo stop e l’immobilismo”
Il capo dello Stato ha rifiutato che il resto del suo mandato quinquennale sia segnato dall’immobilismo. Ha annunciato il mantenimento della legge sull’immigrazione e l’arrivo di diversi testi su questo tema nelle prossime settimane. Per combattere “la sensazione di declino” e “la paura del cambiamento”, Macron ha detto di voler guardare al futuro e continuare la “battaglia per la piena occupazione e la reindustrializzazione”. Poi ha indicato le sue priorità “per una vita migliore”: la scuola, segnata dalla mancanza di insegnanti; la sanità, per combattere il deserto medico; la sobrietà energetica. “Questo è il percorso”, ha concluso.
Macron: “È il prezzo per aver scelto il bene del Paese”
La scelta di Macron, di scavalcare il parlamento per far passare la riforma, ha minato la sua leadership e messo in pericolo il suo programma riformista. Anche se molti sono convinti che sotto sotto il fine della destra e sinistra di opposizione sia di chiudere a tutti i costi con la parentesi presidenziale di Macron. Ma l’inquilino dell’Eliseo non teme di risultare impopolare: “È il prezzo per aver scelto il bene del Paese”. Adesso tocca solo vedere se riuscirà a trovare la strada della “normalità“.