Europa svegliati perché rischi di morire. Ha detto proprio così, nel suo discorso alla Sorbona del 25 aprile, il Presidente francese Emmanuel Macron, che, a dispetto dei sondaggi che lo danno in calo, è e resta il pioniere dell’europeismo e uno statista a tutto tondo, che forse i francesi, spesso troppo pretenziosi, sottovalutano e che un giorno rischiano di rimpiangere se non riusciranno a fermare la corsa della reazionaria ultra-sovranista e filo-russa Marina Le Pen. Macron parla come Draghi, di cui è un sincero sostenitore e che, in cuor suo, spera di spingere ai vertici della Ue. Sembra Draghi perché Macron avverte il senso dell’urgenza per l’Europa e avverte la necessità cambiare la Ue rapidamente attraverso profonde riforme per recuperare terreno rispetto al resto del mondo, Usa e Cina in testa. Ma sembra Draghi ed è sulla stessa lunghezza d’onda di Mattarella e di Enrico Letta anche perché il Presidente francese dice a chiare lettere che “la condizione imprescindibile della nostra sicurezza è che la Russia non vinca la guerra d’aggressione contro l’Ucraina“. Macron punta sul rilancio dell’umanesimo europeo, sottolinea che il futuro della Francia coincide con quello dell’Europa e, con una punta di civetteria, ricorda che “tutti i nazionalismi in giro per l’Europa non osano più dire che usciranno dall’euro o dalla Ue”. Applausi.