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Macron punta sul nucleare per uscire dalla crisi: “Entro il 2035 sei nuovi impianti”

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Il presidente francese Emmanuel Macron si converte all’atomo. La Francia costruirà nei prossimi anni 6 nuovi reattori EPR2 per la produzione di energia elettrica, a cui se ne aggiungeranno altri 8 già in fase di studio. In tutto, dunque, 14 nuovi impianti. Più l’estensione di vita di quelli attuali – dove possibile – al di là dei 50 anni di vita. Alle porte delle presidenziali francesi la questione energetica diventa un tema centrale della campagna elettorale segnando anche il dietrfont di Macron sul tema. La decisione del capo dell’Eliseo, che all’inizio del suo mandato era molto scettico sul nucleare, arriva in un momento in cui in Europa si è tornati a parlare della necessità di puntare sull’energia nucleare a causa della crisi energetica degli ultimi mesi, soprattutto con i venti di guerra che si respirano in Ucraina. Ci sono però grosse divisioni tra i paesi europei con la Francia che ha 56 reattori nucleari e che forniscono circa il 70% del fabbisogno di energia elettrica, mentre ci sono altri paesi, come l’Italia, che le hanno dismesse da anni o che lo stanno facendo, come la Germania.

La Francia “non ha altra scelta” che scommettere sul mix rinnovabili-nucleare, ha sottolineato il presidente Macron durante la presentazione della nuova strategia energetica nazionale da qui al 2050, presso una fabbrica di produzione di turbine nella città di Belfort. Un piano che per diversi aspetti non sorprende, viste le recenti pressioni che la Francia ha esercitato per ottenere l’inserimento dell’energia atomica nella tassonomia verde europea, cioè la lista degli investimenti ritenuti “green” a livello comunitario. Ma che secondo il numero uno francese aiuteranno il Paese a a contrastare la crisi energetica con una maggiore indipendenza e contribuiranno al raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050.

Macron e il suo piano energetico su nucleare e rinnovabili

Il piano energetico di Macron prevede che i lavori per la costruzione dei 6 nuovi reattori di ultima generazione cominceranno nel 2028, con l’obiettivo di renderli operativi nel 2035. Ha poi aggiunto che si comincerà a studiare la possibilità di costruirne altri otto, in futuro per un totale di “25 gigawatt entro il 2050”. A conferma del fatto che vuole puntare molto sul nucleare, il capo dell’Eliseo ha anche annunciato che estenderà il limite di tempo oltre al quale le centrali nucleari devono essere chiuse: dagli attuali 40 ai 50 lì dove è possibile senza comprometterne la sicurezza. Cancellando di fatto l’impegno a chiudere una dozzina dei 56 reattori del gigante elettrico Edf entro il 2035.

I nuovi reattori saranno gestiti dalla società energetica Edf, controllata dallo stato francese, per cui si profila una duplice sfida anche alla luce dell’accordo per riacquistare una quota di maggioranza della sua divisione di turbine nucleari “Ge steam power” dalla società statunitense General electic, a cui si sommano i costi e i problemi tecnici che recentemente avevano ostacolato l’espansione dell’energia nucleare del colosso francese.

Per quanto riguarda gli investimenti nelle energie rinnovabili, Macron ha annunciato l’aumento del 10% della quota di gas rinnovabile entro il 2030 e la creazione di 50 nuovi parchi eolici offshore entro il 2050. Un piano ambizioso che richiederà un aumento di manodopera, con la formazione e creazione di “posti di lavoro”.  “Oggi la Francia sta facendo una scelta. Quella del progresso, del clima, dell’occupazione, del potere d’acquisto. Quella della sua indipendenza”, ha commentato il presidente.

Edf: tonfo in Borsa dopo secondo taglio della produzione nucleare in un mese

La società francese taglia il suo obiettivo di produzione nucleare per la seconda volta in un mese, il segnale che la crisi energetica è ben lontana dall’essere risolta. La società energetica abbassa le sue previsioni di produzione nucleare a 300-330 terawattore per il 2023 dai precedenti 340-370 terawattore. Il titolo di Edf – poco dopo le 11 – cede il 4,16 % a 8,25 euro.

Alla base della decisione, una serie di difficoltà del gruppo tra guasti e opere di manutenzione. Pochi giorni fa, Edf aveva rivisto al ribasso le stime di produzione per il 2022, tenendo conto anche dei fermi per 4 reattori con problemi di corrosione alle tubature. La società francese non ha precisato quanti reattori sono interessati a questo problema, ma si stima siano 11-12. Già l’anno scorso 5 sono state tolte dalla rete per lavori di manutenzione.

Con il deficit, la Francia ha dovuto importare l’energia, stringendo le forniture nei paesi vicini – Germania e Regno Unito – abituati a fare affidamento sul colosso francese, inasprendo la crisi dei prezzi.

La Francia è stata il più grande esportatore di energia in Europa nella seconda metà dello scorso anno. Adesso però la compagnia elettrica deve fare i conti con le centrali nucleari difettose. Inoltre, l’escalation dei costi e i problemi tecnici avevano anche ostacolato l’espansione dell’energia nucleare di Edf, con il reattore nucleare a Flamanville sulla Manica, la cui costruzione è iniziata nel 2007 ma solo recentemente ha ottenuto una licenza di funzionamento.

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