Non è un evento solo francese quello di ieri con cui il Presidente francese Emmanuel Macron ha voluto, con una cerimonia coreografica e commovente ma altamente simbolica, che nel Pantheon di Parigi entrassero dopo 80 anni le salme del partigiano comunista armeno Missak Manouchian e di cinque partigiani italiani che avevano combattuto il nazifascismo in Francia.
Non è un evento solo francese perché la mossa di Macron è in realtà un atto di grande patriottismo ma di un patriottismo che rende onore e glorifica i migranti di allora – sia i martoriati armeni che quelli italiani – che si erano distinti per la coraggiosa lotta al nazifascismo. Non a caso Macron non ha voluto che alla cerimonia, che ha tenuto i francesi incollati ai televisori per ore o assiepati nelle vie che portano al Pantheon, prendesse parte Marine Le Pen che non ha davvero nessun titolo per celebrare nè i migranti nè gli antifascismi. Fa onore invece a Macron che abbia voluto lanciare un segnale chiarissimo, che è piaciuto soprattutto a sinistra, per dire che i migranti, soprattutto in tempi procellosi, sono a tutti gli effetti cittadini di serie A se rispettano le leggi e che chi ha sacrificato la vita per combattere il nazifascismo ha diritto a qualche medaglia in più. Questo è il patriottismo che ci piace e che non ha proprio nulla a che vedere con quello finto e strumentale della Le Pen. Macron merita un applauso.
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Caro direttore
Non si dice che quelli dell’Affiche rouge” furono traditi dal Partito Comunista Francese che non volle aiutarli quando chiesero di lasciare Parigi perché sapevano di essere nel mirino dei tedeschi.
L’ho scritto ieri sulla Nuova Padania di Stefania Piazzo, ma in Francia lo si sa da anni, grazie ad un giornalismo d’inchiesta coraggioso.
Cordiali saluti Roberto Gremmo
Grazie di averlo ricordato