Giornata euforica per i mercati, con Piazza Affari che chiude in cima alla lista a 20.684 punti, +4,77%. Banche in rally (Unicredit +13,2%) e spread in calo sono la ciliegina sulla sontuosa torta odierna. A scatenare il Toro è il vantaggio di Emmanuel Macron al primo turno delle presidenziali francesi e la sua probabile vittoria al ballottaggio del 7 maggio contro Marine Le Pen. Alla luce del primo round, i sondaggi pre voto sono risultati credibili e questo fa ben sperare per il futuro. A corollario anche i dati macro, con l’indice Ifo sulla fiducia delle imprese tedesche che segna un balzo in aprile. Festeggiano gli altri listini europei, a partire da Parigi +4,14%, seguono Madrid +3,76%, Francoforte +3,37%, Londra +2,11%. Wall Street si mette in scia e il Nasdaq raggiunge subito un record. Partecipano all’abbuffata tutti i settori, con i finanziari in particolare evidenza. Crolla invece il Vix, l’indice della “paura”, che cede oltre 21 punti percentuali tornando a 11,5 punti.
L’euro, dopo aver guadagnato contro dollaro e sterlina, cede qualcosa, ma si assesta a quota 1,085 contro il biglietto verde. La maggior propensione al rischio penalizza l’oro: -0,81%, 1274,55 dollari l’oncia. Il petrolio, che in mattinata si avvantaggia di un probabile prolungamento dei tagli dopo giugno, inverte la rotta a metà giornata. In questo momento il Brent cede lo 0,79%, 51,55 dollari al barile.
Il ritrovato ottimismo sul futuro dell’Eurozona riduce lo spread. Il differenziale fra decennale italiano e tedesco scende a 184.90 punti base -8,24%; il rendimento si ferma al 2,19%. Il clima di mercato contribuisce al successo dei collocamenti di Ctz e Btpei, con il Tesoro che fa il pieno, assegnando 3,25 miliardi, il massimo dell’offerta, a fronte di una domanda complessiva per 5,665 miliardi. La bocciatura del rating sovrano, arrivata
venerdì sera da Fitch, era forse già prezzata. Intanto ll presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il decreto con la manovra di correzione dei conti e ora può essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
La prospettiva di una stabilità politica fa volare le banche, che, secondo Goldam Sachs, sono le società che possono beneficiare di più della ritrovata fiducia. Una spinta viene inoltre dalla riunione della Bce, in calendario questa settimana e da un aumento delle probabilità che i tassi risalgano a partire da marzo 2018.
Sul Ftse Mib volano i colossi del settore, Unicredit +13,2% e Intesa +7,48%. Stellari Ubi +10,36% e Banco Bpm +7,71%. Seguono Bper +6,89%; Banca Generali +6,3%; Mediobanca +5,17%. Clima incandescente per gli assicurativi: Unipol +5,36%; Unipolsai +2,64%; Generali +3,72%.
Piovono acquisti sulle utilities, in particolare Enel +6,25%, supportata dalla raccomandazione di Credit Suisse con il giudizio “outperform” e prezzo obiettivo a 5,7 euro dal precedente 4,8 euro per azione. La galassia Agnelli innesca il turbo, con Exor +6,35% e Fiat +3,52%. Mediaset sugli scudi: +5,29%.
Rialzi intorno al 4% per Atlantia +4,29%; Buzzi +4,48%; Leonardo +4,42%; Luxottica +3,62%. In spolvero Telecom +3,62, nonostante l’Antitrust abbia avviato due diverse istruttorie a carico di Telecom Italia e Vodafone per valutare se le due società telefoniche abbiamo violato il Codice del Consumo nelle loro attività di telemarketing.
In pratica tutte le Blue chip guadagnano, tranne alcuni petroliferi, Tenaris +0,07%; Eni -0,21, quest’ultima penalizzata anche dallo stacco odierno della cedola. Per la stessa ragione è più calmo l’andamento di Fineco +1,49%, Ferrari +1,58%, Banca Mediolanum +1,31%. Prysmian +2,58%, Recordati +3,37%, Cnh +3,12%, non sembrano invece risentirne.
Cauta Moncler +0,6%, penalizzata dalle notizie sulla revisione del “Patent Box”, le agevolazioni fiscali concesse ai marchi e che non potranno essere rinnovate a partire dal 2020, a seguito dell’allineamento alle indicazioni dell’Ocse. Tonica invece Ferragamo +3,81%.