Dietro ogni animale o vegetale, e per ogni cibo che finisce nel piatto, c’è sempre una macchina. Brevettata e migliorata dall’uomo in base alle esigenze dei consumatori più diversi. E dietro ogni macchina per l’agricoltura e l’alimentazione c’è un mondo di ricercatori, progettisti e costruttori che vede l’Italia ai vertici internazionali per capacità produttiva e ampiezza di gamma. Un’industria che conta almeno 300 imprese attive per un fatturato complessivo di circa 11 miliardi di euro, stabile negli ultimi due anni, di cui 5 realizzati sui mercati esteri. L’ultimo dato incoraggiante riguarda l’export nel primo semestre verso gli Usa (+17,8%). Mentre le previsioni per la fine del 2018, nel complesso, indicano una contrazione delle esportazioni su base annua del 4,2 per cento.
Quello della meccanica agricola made in Italy – rappresentato da trattori, mietitrebbiatrici, altri mezzi per la lavorazione delle materie prime, prima e dopo la raccolta, macchine per il giardinaggio e la componentistica – è un settore strategico per l’agroalimentare e l’economia made in Italy. “Un settore fortemente internazionalizzato – ha ricordato ieri Alessandro Malavolti, presidente di FederUnacoma, alla vigilia della 43esima edizione di Eima International (Fiera di Bologna, dal 7 all’11 novembre) – con imprese grandi e piccole che operano in ogni continente per soddisfare una domanda crescente di macchine e attrezzature, soprattutto nei mercati emergenti”.
Certo, ha spiegato Malavolti, cambiamenti climatici, dazi commerciali e tensioni geopolitiche in alcune aree provocano quest’anno alcune incertezze, nonostante il contesto economico globale, nel complesso, sia ancora positivo. “Non siamo in recessione, né in stagnazione – ha affermato il presidente dei costruttori – ma in Italia resta la preoccupazione per il rallentamento della produzione industriale (-0,3% a ottobre), e un’agricoltura che registra la crescita di valore aggiunto e occupati, ma anche dei costi”. Elementi congiunturali, questi, che si aggiungono alla cronica incapacità dell’Italia di utilizzare le risorse comunitarie (“a tutto settembre, nella media nazionale, è stato speso solo il 20% dei fondi dei Programmi di sviluppo rurale”), ma anche a una normativa Ue che sul fronte ambientale omologa il settore agromeccanico a quello dell’automotive, con insostenibili aggravi per le aziende (“a Bruxelles stiamo lavorando per avere una deroga di altri cinque anni”).
E poi c’è l’annoso problema della sicurezza dei mezzi in circolazione. “In Italia – ha tuonato Malavolti – girano ancora 2,15 milioni di trattori che hanno oltre 25 anni e che a causa della loro obsolescenza e mancata revisione provocano 200 morti l’anno”. Un bilancio pesante, dati Inail alla mano, che pone l’agricoltura al secondo posto, dopo l’edilizia, tra i settori più pericolosi sul fronte del lavoro. A questo si aggiunge il fatto che circa 580mila trattori, immatricolati prima del 1973 ma ancora circolanti, sono ormai fuorilegge e a rischio di sequestro. Nonostante ciò, dal 2014 al 2017 le trattrici usate sono aumentate del 42%, da meno di 25mila a oltre 35mila unità.
Da qui la necessità di un “Piano pluriennale strutturato per la sostituzione del parco agromeccanico nazionale, e non di una rottamazione spot”, ha aggiunto il presidente di FederUnacoma. Posto che “finora la politica è stata completamente assente, ma ora dovrà ascoltarci, se non altro perché la nostra è la seconda industria di settore al mondo”. In tandem con gli Stati Uniti.
Intanto, Eima International (seconda fiera di settore dopo la tedesca Agritechnica di Hannover e seconda assoluta in Italia dopo il Salone del mobile di Milano) lancia quattro parole chiave per “incontrare” un’agricoltura sempre più giovane, tecnologica e con una crescente presenza di donne alla guida delle aziende: oltre che di “sicurezza”, in altrettanti padiglioni “dedicati” si parla di imprenditoria giovanile, di risorse idriche e digitale: sistemi informatici e agricoltura di precisione 4.0 con l’aiuto di droni e satelliti.
Quest’anno nel quartiere espositivo di Bologna Fiere sono presenti 1.950 industrie costruttrici, delle quali 600 estere provenienti da 49 Paesi. Ed è attesa un’affluenza record di 300mila visitatori.