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Maccaferri: una risposta “naturale” alla crisi dello zucchero made in Italy

Pixabay

Dallo zucchero bianco di barbabietola, a quello cristallino estratto dal mosto d’uva, fino al miele “multiuso”, il passo nella galassia del Food non è breve. Ma il Gruppo industriale Maccaferri, con Sadam e le controllate Naturalia Ingredients e Apicoltura Piana ora accelera sul mercato della dolcificazione naturale alternativa allo zucchero. E questo con un progetto di rilancio del marchio “Piana Miele”, che è partita a ottobre in alcune primarie catene della Grande distribuzione organizzata, rafforzando una politica di diversificazione produttiva e innovazione a tutto campo che il Gruppo bolognese ha sempre condotto attraverso la sua holding di controllo Seci e sei subholding attive in altrettanti campi strategici: oltre ad alimentare e agroindustria, ingegneria ambientale e meccanica, costruzioni, real estate, energia e tabacco.

Nel 2017 Sadam, attraverso la controllata Naturalia Ingredients, è entrata con una quota di minoranza in Apicoltura Piana, società con sede a Castel San Pietro (Bologna), che produce e commercializza zuccheri estratti dalla frutta con procedimenti naturali. L’azienda, fondata da Gian Pietro Piana che nel 1903 lasciò l’Università di Milano per avviare insieme al figlio Gaetano un allevamento di api (api regina di razza Ligustica), attualmente lavora circa 4mila tonnellate di miele l’anno, di cui 2.400 commercializzate nella Gdo, per un valore di oltre 20 milioni di euro, pari a circa un quinto del mercato italiano.

Nel luglio scorso, Naturalia Ingredients è diventata azionista di maggioranza rilevando un ulteriore 40% di Apicoltura Piana dalla società di controllo, FlaRa Holding,  e nominando alla presidenza Massimo Maccaferri. E a giorni partirà con un piano di rilancio nazionale che farà leva sulle reti di importanti sigle distributive, tra cui Coop ed Esselunga.

“Con FlaRa Holding in realtà stiamo già lavorando insieme al progetto da circa un anno – spiega  Giulia Pierini, product manager di Naturalia Ingredients – Ora il primo step è intervenire sul prodotto a marchio per toglierlo da una condizione di quasi anonimato in cui era rimasto finora sugli scaffali. L’obiettivo è entrare nella Gdo con un miele da far conoscere non solo come dolcificante, ma da usare con finalità diverse, in cucina e nelle pasticcerie. E non a caso abbiamo già avviato partnership con chef e barman per trovare soluzioni alternative. Entro ottobre presenteremo un nuovo packaging e confezioni del prodotto più accattivanti per i consumatori”.

Un’operazione di marketing per accelerare sul mercato, visto che la produzione di miele in Italia negli ultimi due tre anni ha registrato crolli fino al 70%, a causa soprattutto di siccità e malattie delle api, costringendo molte aziende del settore ad approvvigionarsi all’estero.

Senza contare la valenza di questi dolcificanti naturali alternativi, sia allo zucchero di canna d’importazione, sia a quello bianco estratto dalla barbabietola. Una coltura ormai ridotta ai minimi termini in Italia, con poco più di 30mila ettari di superficie seminata e due zuccherifici attivi, dopo la drastica riforma comunitaria avviata nel 2006 che in pochi anni ha praticamente smantellato la rete degli impianti saccariferi  in cambio di un corposi incentivi alla dismissione)  e prezzi mondiali dello zucchero in ulteriore ribasso che in Italia minano la competitività di quel poco che resta della filiera agricoltori-industria di trasformazione.

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