Il caso Muraro e la tempesta politica che ne è seguita travalica ormai i confini capitolini e comincia ad avere ripercussioni anche a livello nazionale, coinvolgendo i vertici del Movimento 5 Stelle.
La “confessione” rilasciata durante l’audizione alla commissione Ecomafie dal sindaco Virginia Raggi e dall’assessore Paola Muraro non ha lasciato indifferente l’opinione pubblica e soprattutto la base grillina. Entrambe erano a conoscenza dell’indagine a carico dell’assessore ai Rifiuti dallo scorso luglio.
Il sindaco ha inoltre spiegato di aver informato delle indagini su Muraro “alcuni parlamentari: Paola Taverna, Stefano Vignaroli, un eurodeputato e un consigliere regionale. Ma non con Grillo, Ruocco o Di Maio”. Una versione che però contrasta con quella rilasciata in commissione dove, interrogata sulla questione, la prima cittadina della Capitale aveva risposto di aver detto tutto ai vertici del Movimento, che però negano: “Non sapevamo nulla”.
A smentire i vertici pentastellati, secondo quanto rivelato dall’Huffington Post, ci sarebbe però una mail che Virginia Raggi avrebbe inviato a Luigi Di Maio e al mini direttorio per metterli a conoscenza dell’iscrizione nel registro degli indagati di Paola Muraro e dell’intenzione di aspettare “le carte” per decidere i provvedimenti da intraprendere.
Una mail che in altre parole confermerebbe che anche Luigi Di Maio sapeva tutto. L’omissione contestata al sindaco coinvolgerebbe non solo il Campidoglio, ma i vertici dell’intero partito. Il vicepresidente della Camera al momento non commenta, ma fa sapere che non si presenterà alla prima puntata del programma tv Politics su RaiTre. Intato la base ribolle.
