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M.O., l’Iran minaccia: “La crisi può diventare incontrollabile”. Israele risponde: “Se attaccati colpiremo Teheran”

Si surriscalda sempre di più il Medio Oriente. Attacchi più intensi sulla Striscia. Gli Usa schierano antimissili Patriot. L’appello del Papa a tutte le parti: “Fermatevi”

M.O., l’Iran minaccia: “La crisi può diventare incontrollabile”. Israele risponde: “Se attaccati colpiremo Teheran”

Cresce la tensione per un possibile allargamento del conflitto in Medio Oriente. L’escalation del conflitto a Gaza potrebbe innescare un conflitto diretto tra l’Iran e Israele. Aumentano le minacce reciproche sia in vista della possibile operazione terrestre imminente dell’esercito israeliano a Gaza, sia a causa del crescente scontro a nord di Israele con gli Hezbollah sciiti, stretti alleati di Teheran.

Monito dell’Iran: “la regione è come una polveriera”

Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian ha ammonito che il Medio Oriente “è come una polveriera. Vorrei avvertire gli Usa e il regime fantoccio israeliano che se non metteranno immediatamente fine ai crimini contro l’umanità e al genocidio a Gaza, tutto sarà possibile in qualsiasi momento e la regione andrebbe fuori controllo”.

Israele: “se aggrediti, colpiremo Teheran”

In risposta alle minacce, il Primo Ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha avvertito, senza menzionare esplicitamente il regime di Teheran, che ci sarebbero “conseguenze distruttive per Hezbollah e per il Libano” nel caso in cui la milizia decidesse di iniziare una guerra totale contro Israele.

“Non sappiamo se gli Hezbollah siano intenzionati ad andare ad un conflitto totale – ha detto il premier, durante un sopralluogo al confine nord – se lo facessero, proverebbero poi nostalgia per la guerra del 2006. Sarebbe un errore fatale”. Ancora più esplicito il ministro dell’economia Nir Barkat: “Il piano dell’Iran è di attaccare Israele su tutti fronti. Se realizziamo che vogliono attaccarci, non solo su tutti i nostri fronti, noi attaccheremo la testa del serpente: l’Iran”.

Gli Stati Uniti stanno aumentando la loro presenza militare in tutto il Medio Oriente a causa dell’escalation recente da parte dell’Iran e delle sue forze affiliate. Il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, ha annunciato il dispiegamento di un sistema di difesa antimissile ad alta quota (Thaad), diverse batterie di missili terra-aria Patriot e altri mezzi nella regione. Nel frattempo, sono stati lanciati razzi Katyusha contro una base irachena in cui sono presenti militari americani. Il segretario di stato Usa Antony Blinken vede il rischio di un’escalation nella guerra in corso in Medio Oriente per via dell’Iran e dei suoi alleati nella regione.

Confermati anche gli aiuti ad Israele. “Ci sarà un flusso continuo di aiuti a Gaza” ha annunciato il presidente Usa Joe Biden dopo una telefonata con il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

Israele continua a colpire Hezbollah

Resta alta la tensione al confine con il Libano. L’esercito israeliano ha detto di aver colpito una cellula terroristica in territorio libanese e distrutto una postazione di lancio di razzi. Nella giornata di domenica, l’esercito ha condotto un attacco contro un’altra squadra di missili anticarro nel sud del Libano, che si presume stesse preparando un attacco nell’area del Monte Dov, cinque le cellule collegate a Hezbollah che sono state distrutte.

Israele ha effettuato nuovi attacchi in Siria, colpendo nuovamente gli scali di Damasco e Aleppo, da cui transitano i rifornimenti per Hezbollah.

La situazione a Gaza

Nella Striscia di Gaza, la situazione umanitaria è peggiorata con il 45% delle case distrutte dagli attacchi israeliani. 17 camion di aiuti umanitari hanno attraversato il valico di Rafah tra Gaza e l’Egitto, per la seconda volta in due giorni.

Israele intensifica gli attacchi e continua a colpire nella zona puntando alle postazioni di Hamas e ai suoi vertici. Gli ostaggi ancora in mano dei terroristi sono 212. Identificati i corpi di 1.075 israeliani uccisi da Hamas (200 ancora quelli senza nome). Le forze armate continuano a perlustrare le zone di confine alla ricerca di altri corpi, incluso oltrepassando il confine con Gaza.

Ad agitare ulteriormente la situazione è anche la Cisgiordania dove Hamas ha numerose roccaforti e sta soppiantando l’Autorità nazionale palestinese di Abu Mazen.

“L’offensiva di terra deve essere l’ultima manovra a Gaza, per la semplice ragione che dopo di essa non ci sarà più Hamas. Ci vorrà un mese, due o tre, ma alla fine l’organizzazione non ci sarà più”, ha detto il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant.

Nel frattempo, Israele continua ad essere sotto costante attacco di razzi provenienti da Gaza, con oltre 7.400 lanci registrati dall’inizio del conflitto.

Il bollettino di guerra, intanto, dice che i morti sono saliti a 4.651 con 14.245 feriti.

Il papa chiede di fermarsi

Nell’Angelus della Domenica, Papa Francesco aveva chiesto lo stop alle ostilità, ricordando che “la guerra è sempre una sconfitta”.

Nel pomeriggio, il Papa ha avuto una conversazione telefonica di circa 20 minuti con il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden sul bisogno di individuare percorsi di pace in situazioni di conflitto nel mondo, ha riferito la sala stampa della Santa Sede.

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