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Lvmh, un quarto trimestre in recupero non basta a risollevare il 2024. Il titolo crolla in Borsa e trascina tutto il lusso

FIRSTonline - Matteo Lirosi

Il settore del lusso è scosso stamane in borsa perché i dati del colosso Lvmh, pur buoni soprattutto nell’ultima parte dell’anno, non hanno convinto gli analisti soprattutto in alcuni settori chiave. All’assemblea degli azionisti verrà proposta la distribuzione di 13 euro per azione di dividendo. Intanto il patron Arnauld fa sapere di essere attratto dagli Stati Uniti e di stare pensando di incrementare la produzione là.

L’avvio di seduta a Piazza Affari vede la quotazione di Moncler scendere del 2%, sotto quota 60 euro, mentre le azioni LVMH crollano a -5%. A Milano soffrono anche Salvatore Ferragamo (-2,60%) e Brunello Cucinelli (-1%). Nel resto d’Europa i cali risultano ancora più pesanti, in particolare quelli di Kering (-7%) e Christian Dior (-5%), seguiti da Pernod Richard (-1,60%), Hugo Boss (-1,60%), Hermes (-0,80%) e Burberry (-0,80%)

Il colosso francese del lusso Lvmh ha registrato nell’intero anno 2024 ricavi in calo del 2% rispetto all’anno precedente a 84,68 miliardi di euro, anche se nel quarto trimestre ha visto una crescita organica dei ricavi dell’1% in un “difficile contesto economico e geopolitico” dice la nota del gruppo che sottolinea anche una “elevata base di confronto con gli anni precedenti”. Le fluttuazioni dei tassi di cambio hanno avuto un impatto negativo sostanziale durante l’anno, ha precisato la società, penalizzando in particolare le divisioni Fashion & leather goods (-3%) e Wines & spirits (-11%).

Cedono del 17% anche i profitti. L’utile delle operazioni ricorrenti è diminuito del 10% a 19,5 miliardi di euro, pari a un margine operativo del 23,1%, “significativamente superiore ai livelli pre-Covid” e l’utile netto è in calo del -17% a 12,5 miliardi.

All’assemblea degli azionisti del 17 aprile sarà proposto un dividendo di 13 euro per azione. Un acconto di 5,5 euro è stato pagato lo scorso 4 dicembre, mentre i restanti 7,5 euro per azione saranno staccati il 28 aprile. “I dividendi sono cresciuti a una media del 22% negli ultimi cinque anni“, ha precisato il management di Lvmh nel corso della call con gli analisti.

“Nel 2024, in un contesto incerto, LVMH ha dimostrato una forte resilienza”, sottolinea Bernard Arnault, Presidente e CEO di LVMH, aggiungendo che, “pur rimanendo molto vigili per quanto riguarda la gestione dei costi e la nostra attenzione incondizionata sulla desiderabilità dei nostri design, entriamo nel 2025 con fiducia”.

“Con i concorrenti del settore del lusso (Richemont, Burberry, Cucinelli, Zegna) che hanno segnalato un significativo miglioramento delle vendite trimestrali e superato le aspettative, l’asticella per LVMH si è innegabilmente alzata nelle ultime settimane”, secondo l’analista di Citi Thomas Chauvet, il quale però aggiunge che “il superamento di circa il 2% sulle vendite del gruppo nel quarto trimestre 2024 e di Fashion & Leather probabilmente non è sufficiente per definire un punto di svolta”.

Moda e pelletteria recuperano solo nel quarto trimestre

Sui risultati complessivi pesa in primo luogo la divisione moda e pelletteria di cui fanno parte Louis Vuitton, Dior e Fendi. Il business “ha mostrato una solida capacità di recupero” nel quarto trimestre, ma nei dodici mesi le vendite delle case di moda sono scese del 3% a 41 miliardi. Di Loro Piana, lo stesso Bernard Arnault durante la conference call che ha fatto seguito alla pubblicazione dei risultati ha tuttavia dichiarato che le vendite sono aumentate double-digit e ha definito Dior “una tra le maison che hanno performato meglio”. “Loewe è stata sostenuta dalla crescente brand awareness e dall’audace creatività delle sue collezioni. Rimowa ha confermato il suo eccellente slancio”, ha affermato la società. Le maison Celine e Givenchy hanno inoltre accolto due nuovi direttori creativi, rispettivamente Michael Rider e Sarah Burton.

Negativi i numeri di vini e liquori

Diminuito anche il fatturato dei vini e liquori a 5,86 miliardi, con l’utile delle operazioni ricorrenti in flessione del 36%. “Dopo tre anni eccezionali, la normalizzazione post-Covid della domanda di champagne e cognac, iniziata nel 2023, è proseguita nonostante un certo rallentamento dei consumi e un contesto di mercato più difficile in Cina”, spiega il gruppo. “Le maison di champagne hanno mantenuto una quota di mercato superiore al 22%. I ricavi del cognac Hennessy sono stati frenati da una domanda locale più debole. Nel settore dei vini rosé provenzali, Château d’Esclans ha intensificato la sua espansione internazionale”. La joint venture con Beyoncé Knowles-Carter ha dato vita a un nuovo whisky americano, SirDavis. È stata inoltre annunciata una partnership con French bloom, leader nel mercato dei vini spumanti premium senza alcol.

In calo anche orologi e gioielli, meglio i cosmetici

In flessione del 3% a 10,5 miliardi anche il fatturato di orologi e gioielli, con l’utile delle operazioni ricorrenti a -28% in parte a causa dei continui investimenti nella ristrutturazione dei negozi, nonché delle fluttuazioni dei tassi di cambio. Con qualche eccezione. “Dalla sua acquisizione, Tiffany & co. ha visto quadruplicare i ricavi dell’alta gioielleria e raddoppiare gli utili operativi” ha precisato il management. “Bulgari ha celebrato il suo 140° anniversario, mentre Chaumet ha goduto di grande visibilità durante i Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024. Nel 2025, Tag heuer tornerà inoltre a essere il cronometrista ufficiale della Formula 1 per tutti i suoi circuiti nel mondo”.

Ancora in buona salute la sezione cosmetici

Al contrario, migliora la divisione Perfumes & cosmetics, con entrate in aumento del 2% a 8,41 miliardi di euro grazie al successo delle linee di punta come Christian Dior, che ha realizzato una performance “molto solida”, Guerlain e Parfums Givenchy. Il brand di Rihanna, Fenty beauty, ha iniziato il suo sviluppo in Cina e ha lanciato una nuova gamma di prodotti per capelli. L’utile delle operazioni ricorrenti è diminuito del 6%. Il gruppo di attività Selective retailing ha registrato una crescita del 2% a 18,2 miliardi di ricavi e l’utile delle operazioni ricorrenti è rimasto stabile. Sephora ha realizzato una performance “notevole, con una crescita a due cifre sia dei ricavi che degli utili”.

Anche Le bon marché ha continuato a svilupparsi, raggiungendo livelli record di fatturato. La quota di utile netto complessiva del gruppo francese è stata così di 12,5 miliardi (-17%), con un flusso di cassa libero di circa 10,5 miliardi, in incremento del 29%, e un debito netto in miglioramento del 14% a 9,22 miliardi. Nel complesso, l’Europa e gli Stati Uniti hanno registrato una crescita a perimetro e valuta costanti, il Giappone ha riportato una crescita dei ricavi a due cifre mentre il resto dell’Asia ha riflesso la forte crescita della spesa dei clienti cinesi in Europa e in Giappone.

L’idea di accelerare negli Stati Uniti e l’amicizia di Arnault con Trump

Il colosso del lusso sta “seriamente valutando” di incrementare le sue capacità produttive negli Stati Uniti, ha affermato martedì il CEO Bernard Arnault, elogiando una “vento di ottimismo” nel Paese che contrasta con la “doccia fredda” di potenziali imposte più elevate sulle società in Francia. “Siamo fortemente spinti dalle autorità americane a continuare a rafforzare la nostra presenza. Nel contesto attuale, questa è una cosa che stiamo prendendo seriamente in considerazione”, ha detto, parlando ai giornalisti dopo che la società ha presentato i risultati trimestrali.

Arnault e la sua famiglia hanno partecipato all’inizio di questo mese all’insediamento del presidente Donald Trump per il secondo mandato. Arnault e la moglie Helene Mercier e due dei suoi figli, Delphine Arnault e Alexandre Arnault, sedevano a pochi metri dal leggìo di Trump, insieme ad altri miliardari tra cui Elon Musk e Mark Zuckerberg.

Arnault, che all’inizio della sua carriera ha lavorato come promotore immobiliare negli Stati Uniti dopo aver lasciato la Francia in seguito all’elezione del presidente di sinistra Francois Mitterrand, conosce Trump da decenni. Arnault aveva criticato Mitterrand definendolo anti-business. Durante il primo mandato di Trump, Arnault lo invitò a tagliare il nastro del nuovo atelier di pelletteria Louis Vuitton ad Alvarado, in Texas. Arnault ha affermato che le fabbriche con sede negli Stati Uniti beneficiano di condizioni fiscali interessanti e che Trump sta incoraggiando gli investimenti in quello che ha definito un mercato “molto dinamico”. Allo stesso tempo, Arnault, l’uomo più ricco di Francia, ha espresso frustrazione per la burocrazia del suo paese e per i recenti piani di tassare ulteriormente le grandi aziende per tappare un buco nel bilancio dello Stato. “Sono appena tornato dagli Stati Uniti, dove si può vedere il vento di ottimismo che attraversa il paese. E quando torni in Francia, devo dire che è un po’ una doccia fredda.” Il mercato statunitense, dove il Gruppo impiega oltre 40.000 dipendenti, rappresenta ora il 25% delle vendite del gruppo.

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