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Lvmh: fatturato in calo del 2% a 60,7 miliardi. Giù i vini, regge il beauty. I titoli del lusso crollano in Borsa

Pesa sui conti del gruppo di Bernard Arnault il calo degli acquirenti cinesi. Sono invece in crescita i mercati Usa, Europa e Giappone. Il gruppo rafforzerà la sua presenza in Italia

Lvmh: fatturato in calo del 2% a 60,7 miliardi. Giù i vini, regge il beauty. I titoli del lusso crollano in Borsa

Il colosso del lusso francese Louis Vuitton Moet Hennessy (Lvmh), nonostante il contesto geopolitico nei primi nove mesi dell’anno ha contenuto le perdite con 60,7 miliardi di fatturato in calo del 2%. Terminati i tempi d’oro dell’eccezionale crescita registrata nel post Covid, il problema maggiore oggi del gruppo guidato da Bernard Arnault, è il rallentamento della Cina alle prese con il raffreddamento dei consumi. Invece Europa e Stati Uniti hanno registrato una leggera crescita a perimetro e cambi costanti e il Giappone ha continuato a registrare una crescita dei ricavi a doppia cifra anche se nel terzo trimestre, il calo è stato determinato principalmente dal rafforzamento dello yen. Per Bloomberg è stata la peggiore trimestrale dal secondo trimestre del 2020.

L’effetto risultati contagia stamane Kering (-2,% dopo aver perso più del 5% in avvio), Dior (-5,6%), L’Oreal (-4%), Hermes (-3%) a Parigi, Richemont (-2,7% a Zurigo) e a Milano Moncler (-3,2%), e Cucinelli (-2,3%).

In calo del 5% i marchi iconici e dell’11% i vini

In calo del 5% nel trimestre la divisione Fashion & leather goods, che comprende i marchi iconici di Louis Vuitton, Dior, Fendi, Loewe, Pucci e Loro Piana e ha registrato entrate per 9,15 miliardi di euro. Una performance nettamente inferiore alle attese di un +1%. Nei nove mesi, il calo è stato del 3% a 29,9 miliardi di euro. Louis Vuitton e Christian Dior hanno entrambi goduto di grande visibilità durante l’estate con i Giochi olimpici e paraolimpici di Parigi 2024.

Ancora debole nei nove mesi la divisione Wines & spirits, in flessione a doppia cifra a 4,19 miliardi di euro (-11%). In calo la domanda degli champagne. Il cognac Hennessy è stato frenato dalla debolezza della domanda locale nel mercato cinese, mentre gli Stati Uniti hanno visto un ritorno alla crescita nel secondo trimestre, in un mercato che rimane cauto. Tra i vini rosati provenzali, Château d’Esclans ha intensificato la sua espansione internazionale e una partnership strategica è stata siglata con French bloom, etichetta di vini spumanti premium analcolici co-fondato dalla top model francese Constance Jablonsky. Anche la divisione orologi, con marchi come Tiffany & Co. e Bulgari, ha mostrato un calo del 5% a 7,53 miliardi di euro.

Continua a crescere solo il settore profumi e cosmetici a +2%

Il comparto che maggiormente dimostra resilienza è quello dei Perfumes & cosmetics che ha riportato un aumento del 2% a 6,14 miliardi di euro con le fragranze e i prodotti make-up e skincare di Christian Dior che hanno ottenuto una performance “eccellente”. Guerlain e Givenchy hanno registrato una solida crescita nella profumeria. Anche la categoria Selective retailing, trainata dalla catena Sephora, che ha continuato a guadagnare quote di mercato in Nord America, Europa e Medio Oriente, ha registrato entrate per 12,5 miliardi (+1%).

Lvmh, il focus sull’Italia

Nonostante il quadro globale incerto, “il gruppo si dimostra fiducioso e manterrà una strategia focalizzata sul miglioramento continuo dell’appetibilità dei suoi marchi, attingendo all’autenticità e alla qualità dei suoi prodotti, all’eccellenza nella distribuzione e all’organizzazione agile” scrive in una nota Lvmh. Inoltre il gruppo rafforzerà la sua presenza anche in Italia dove la società, che già comprende sei maison (Acqua di Parma, Bulgari, Cova, Fendi, Loro Piana e Pucci) e 35 manifatture in Italia, investe 200 milioni di euro l’anno. Tra le ultime operazioni c’è anche il recente ingresso in Double R, la holding che controlla Moncler, oltre alla sua presenza e del fondo L Catterton nel capitale di Tod’s che ha permesso alla famiglia Della Valle di annunciare il delisting. Tra gli obiettivi annunciati nel 2023 c’è l’assunzione in Italia di oltre 2mila artigiani entro il 2025.

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