Il colosso del lusso francese Lvmh ha chiuso il 2023 con ricavi in crescita del 13% a 86,2 miliardi e un utile netto migliorato dell’8% a 15,2 miliardi di euro: numeri segnano un’attività viva in un settore, quello del lusso e della moda in generale che ha sofferto delle crisi in giro per il mondo e soprattutto del calo dellla presenza del mercato cinese. Nel solo quarto trimestre 2023 la crescita organica dei ricavi è stata pari al 10%. In realtà infatti se si raffrontano i conti 2023 con quelli del’anno precedente, si nota un certo rallentamento, visto che sia turnover sia utili erano saliti del 23 per cento.
Proposto un dividendo di 13 euro ad azione
Ma i dati consentono comunque al gruppo di Bernand Arnault, Presidente e ceo di Lvmh, di proporre all’assemblea degli azionisti del 18 aprile un dividendo di 13 euro per azione, si legge in una nota. Un dividendo provvisorio di 5,50 euro per azione è stato pagato il 6 dicembre e il saldo di 7,50 euro per azione sarà pagato il 25 aprile.
Nessun accenno è stato fatto nel corso della presentazione dei risultati all’ipotesi messa sul piatto dall’agenzia Bloomberg, secondo cui Lvmh starebbe pensando a dividere il gruppo in vari segmenti.
Anzi, lo charmant capostipite 75enne ha mostrato tutta la sua verve descrivendo le maison del gruppo pervase ancora da “un’eccezionale appeal e capacità di suscitare desiderio” ha detto Arnault che pure non ha nascosto che è stato “un anno segnato dalla congiuntura economica e dalle sfide geopolitiche”. Ma, “pur rimanendo vigili nel contesto attuale, entriamo nel 2024 con fiducia” anche perchè sarà “ un anno stimolante ed eccezionale per tutti noi, supportati dai nostri marchi altamente desiderabili e dai nostri team agili. con la nostra partnership ai Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024, i cui valori fondamentali di passione, inclusione e voglia di superare se stessi sono elementi condivisi dal gruppo. Per Lvmh si tratta di una nuova opportunità per rafforzare la nostra posizione di leadership nei beni di lusso e promuovere la reputazione di eccellenza della Francia nel mondo”. Solo un accenno ai presenti riguardo le incognite relative alla sua leadership: “vi assicuro che non ho intenzione di lasciare la mia carica nel prossimo futuro e neanche nel medio” ha detto secondo quanto riportano alcuni media.
Titoli del lusso tutti in rialzo
I titoli in Borsa hanno reagito positivamente trainando tutto il cpomparto. Per il titolo Lvmh +8% a Parigi, dove salgono anche Kering, +3,32%, e Hermes, +2,44%. Sul fronte spirits, netti rialzi anche per Pernod Ricard, +7,34%. Trainati anche i titoli dei comparti a Milano: Campari +4,52%, Moncler +3,66%, Brunello Cucinelli +2,22%. Fuori dal Ftse Mib Salvatore Ferragamo +2,93%. Tod’s +1%, dopo il 7,70% di ieri a seguito della diffusione dei conti trimestrali.
Tutti i brand del gruppo sono cresciuti, tranne gli spirits
Sono andate bene tutte le divisioni operative, eccetto Wines & Spirits che ha dovuto far fronte ad un’elevata base di confronto e ad elevati livelli di inventario e hanno visto un calo del 7%.
Europa, Giappone e il resto dell’Asia hanno registrato una crescita organica a doppia cifra.
L’area Fashion & Leather Goods ha totalizzato 42,1 miliardi di euro, in crescita del 9%, l’utile derivante da operazioni ricorrenti è aumentato del 7 per cento, grazie alle ottime performance di marchi come Louis Vuitton e Dior. Bene anche le unit Perfumes & Cosmetics e Watches & Jewellery, che nel 2023 hanno portato a casa una crescita rispettivamente del 7% e 3%, con una menzione speciale per la fragranza Sauvage di Dior, “il profumo più venduto al mondo anche nel 2023”, per Tiffany – “che ha triplicato il risultato operativo dall’acquisizione”, Bulgari e Tag Heuer. “Eccellenti” le prestazioni di Sephora, che “conferma la sua posizione di leader nel beauty retail”.
Il primo febbraio, come annunciato nei giorni scorsi, è previsto l‘insediamento di Michael Burke (il cui ultimo incarico in ordine di tempo è stato quello di chairman e ceo di Vuitton) nel ruolo di presidente e ceo di Lvmh Fashion Group al posto di Sidney Toledano, che lascia il comitato esecutivo per diventare advisor di Bernard Arnault.