Non da Mediaset né da Fincantieri: la notizia del secolo nei rapporti finanziari fra Italia e Francia arriva da Luxottica. Il gruppo guidato da Leonardo Del Vecchio, signore assoluto nel mercato mondiale degli occhiali con i marchi Ray-Ban, Oakley e Sunglass Hut, ha annunciato la fusione con la francese Essilor, a sua volta il primo produttore di lenti del pianeta. Il valore dell’operazione si aggira intorno ai 50 miliardi di euro, una somma che caratterizza il merger come una delle più importanti fusioni transnazionali di sempre.
I DETTAGLI FINANZIARI DELL’ACCORDO
Del Vecchio, 81 anni, avrà il ruolo di ad e presidente esecutivo, mentre l’attuale presidente e Ceo di Essilor, il 61enne Hubert Sagnières, sarà vice-ad e vicepresidente esecutivo, ma con i medesimi poteri del presidente esecutivo e amministratore delegato. Ma il successore dell’industriale italiano, che negli ultimi anni ha provato e scartato tre amministratori (a partire da Andrea Guerra), sarà francese, come vuole il trend del momento.
L’operazione prevede che Delfin ceda a Essilor la sua intera partecipazione in Luxottica, pari al 61,9%. Per ogni azione della società italiana, la holding di Del Vecchio otterrà 0,461 azioni di nuova emissione del gruppo francese. Dopo di che, con lo stesso concambio, Essilor promuoverà un’offerta pubblica di scambio obbligatoria (imposta dalla legge italiana) sulle altre azioni Luxottica, che così dirà addio alla Borsa di Milano.
A quel punto Essilor – dopo aver spostato tutte le sue attività operative in una società da essa interamente partecipata, che assumerà la denominazione “Essilor International” – diventerà una holding con il nuovo nome di “EssilorLuxottica”, di cui Delfin sarà primo socio con una quota compresa fra il 31% e il 38%. Il closing è previsto nella seconda metà del 2017.
Il Consiglio d’amministrazione di EssilorLuxottica sarà composto da sedici amministratori: otto nominati da Essilor (Sagnières, due rappresentanti dei dipendenti, un rappresentante di Valoptec e quattro amministratori indipendenti) e otto da Delfin (Del Vecchio, tre rappresentanti di Delfin e quattro indipendenti).
I NUMERI DEL NUOVO GRUPPO
Il nuovo colosso dell’occhialeria avrà più di 140mila dipendenti e venderà in oltre 150 Paesi. Sulla base dei risultati annuali del 2015 delle due società, il nuovo gruppo avrebbe ricavi netti per oltre 15 miliardi e un ebitda netto combinato di circa 3,5 miliardi. E da un’analisi preliminare emerge che il nuovo gruppo potrebbe generare nel medio termine sinergie di ricavi e di costi per un ammontare tra i 400 e i 600 milioni di euro, con un’accelerazione nel lungo termine.
Grazie a questa operazione nasce “un player integrato dedicato alla cura della vista e a creare un’esperienza di livello superiore per il consumatore – si legge nel comunicato del gruppo italiano – Insieme, Essilor e Luxottica saranno in una posizione migliore per offrire una risposta ai bisogni relativi alla vista di 7,2 miliardi di persone, 2,5 miliardi delle quali non hanno ancora accesso a una correzione visiva”.
IL FUTURO DEL TITOLO, LA REAZIONE DELLA BORSA
Secondo il Financial Times, che ha anticipato la notizia, il nuovo colosso sarà quotato a Parigi. Dal punto di vista di Piazza Affari è questo l’unico punto debole dell’accordo, che per il resto rimuove ogni perplessità sulla governance del gruppo Luxottica, fino a stamane l‘unica società italiana leader di un settore.
In ogni caso, la reazione dei mercati è entusiastica: a metà mattina il titolo Luxottica guadagna quasi l’8%, a 53,45 euro per azione, mettendo a segno per distacco il miglior rialzo del Ftse Mib. Negli stessi minuti, Essilor balza di oltre il 14% sul CaC di Parigi, a 116.45 euro.
LA POSIZIONE DEI CDA E GLI OBIETTIVI DI MERCATO
Domenica 15 gennaio, il Consiglio d’amministrazione di Essilor ha approvato all’unanimità l’accordo, giudicandolo “coerente con il miglior interesse dei soci, dei dipendenti e degli altri stakeholder”, e ha avviato il dialogo con i rappresentanti dei lavoratori. Anche il Cda di Luxottica, che si è tenuto lo stesso giorno, ha stabilito all’unanimità che l’operazione è nel miglior interesse di Luxottica e ha condiviso le ragioni strategiche della fusione con Essilor.
Il primo obiettivo industriale del nuovo gruppo è consolidare la leadership sul mercato asiatico, il più promettente in termini di prospettive. L’intesa, frutto di un lungo negoziato avviato in segreto dai francesi ormai 3-4 anni fa, consentirà a Essilor di crescere sul segmento retail.
IL COMMENTO DEI PROTAGONISTI: DEL VECCHIO E SAGNIERES
“Con questa operazione – commenta Del Vecchio – si concretizza il mio sogno di dare vita ad un campione nel settore dell’ottica totalmente integrato ed eccellente in ogni sua parte. Sapevamo da tempo che questa era la soluzione giusta ma solo ora sono maturate le condizioni che l’hanno resa possibile. Continueremo a investire in Italia e in Francia, vogliamo essere un campione europeo che mantenga forte le sue radici”.
Hubert Sagnières, presidente e ceo di Essilor, spiega invece che “il progetto si basa su una motivazione semplice: rispondere meglio ai bisogni di un’immensa popolazione mondiale relativi alla correzione e alla protezione della vista, unendo due grandi società, una dedicata alle lenti e l’altra alle montature”.