Il via libera Ue alla fusione Luxottica Essilor è incondizionato. Ed è arrivato prima del previsto. A darne l’annuncio è stato lo stesso Ceo di Essilor Hubert Sagnieres, non appena lo ha ricevuto dalla Commissione europea, al termine della conference call con gli analisti sui conti 2017 . “E’ stato appena comunicato il via libera senza condizioni della Commissione europea” ha detto il numero uno del gruppo francese.
La Commissione europea ha comunicato la sua decisione con una nota ampia nella quale si spiega che dopo un’indagine approfondita iniziata lo scorso settembre, la Commissione Ue è giunta alla conclusione che “l’operazione di concentrazione non avrà effetti pregiudizievoli sulla concorrenza” nel mercato unico. “Abbiamo consultato 4.000 ottici in Europa e, dopo avere raccolto informazioni, è emerso che Essilor e Luxottica non avranno un potere tale da recare pregiudizio al mercato”, ha detto il commissario alla concorrenza, Margrethe Vestager. “Le nostre iniziali preoccupazioni – ha aggiunto – non sono state corroborate dai risultati dopo la consultazione degli attori sul mercato. Dunque possiamo lasciare che si realizzi la concentrazione senza porre condizioni”.
La Commissione Ue ha ricordato che Essilor e Luxottica vendono prodotti complementari. Essilor è il principale fornitore di lenti oftalmiche, tanto a livello mondiale che europeo. Luxottica è il principale fornitore di montature per occhiali, tanto a livello mondiale che europeo e del suo portafoglio fanno parte marchi molto famosi come Ray-Ban e Oakley. Le due società vendono i propri prodotti agli ottici, i quali a loro volta vendono gli occhiali da vista e da sole finiti ai consumatori.
L’obiettivo dell’Antitrust europeo era di verificare in sostanza se se l’impresa risultante della concentrazione potesse utilizzare i forti marchi detenuti da Luxottica per convincere gli ottici ad acquistare le lenti Essilor, escludendo così dai mercati altri produttori di lenti, tramite pratiche quali la vendita aggregata o vincolata.
Oggi, l’eseucitvo Ue indica che l’indagine ha permesso di accertare che i marchi più forti di montature e di occhiali da sole detenuti da Luxottica, compreso Ray-Ban, non rappresentano in generale prodotti essenziali per gli ottici. Si tratta di una conclusione coerente con il dato che in Europa Luxottica detiene una quota del mercato delle montature inferiore al 20% e con il fatto che un numero considerevole di negozi di ottica in Europa non vende i prodotti Luxottica. Inoltre, l’impresa risultante dalla concentrazione “non sarebbe in grado di sfruttare alcun potere di mercato nel segmento degli occhiali da sole per escludere dal mercato i fornitori di lenti concorrenti”, precisa ancora il comunicato dell’Antitrust europeo. Gli occhiali da sole sono per lo più venduti senza correzioni ottiche e rappresentano una porzione esigua delle entrate degli ottici.
La Commissione, poi, nota che la nuova società non avrebbe sufficienti incentivi ad intraprendere pratiche quali le vendite aggregate e vincolate, a causa del rischio di perdere clienti. Inoltre, anche qualora intraprendesse tali pratiche, “è improbabile che queste avrebbero l’effetto di marginalizzare i fornitori di lenti e di danneggiare la concorrenza”. Né sarebbe in grado di escludere dal mercato i fornitori concorrenti di montature per occhiali, dal momento che Essilor non detiene un potere di mercato e non ha incentivi tali da escludere i concorrenti di Luxottica
Infine, l’Antitrust spiega che “non sono stati rilevati problemi di concorrenza legati all’eliminazione della concorrenza emergente, poiché è improbabile che le limitate attività di Luxottica nel settore delle lenti e le limitate attività di Essilor nel settore delle montature per occhiali assumano nel prossimo futuro un ruolo significativo a livello di concorrenza”.
Di qui la conclusione che “l’operazione non avrebbe creato problemi di concorrenza all’interno dello spazio economico europeo o in alcuna parte sostanziale di esso”
Data la dimensione mondiale delle attività svolte dalle imprese, la Commissione ha operato in stretta collaborazione con altre autorità garanti della concorrenza, tra cui la Commissione federale per il commercio degli Stati Uniti, così come le autorit garanti della concorrenza di Australia, Brasile, Canada, Cile, Cina, Israele, Nuova Zelanda, Singapore, Sudafrica e Turchia.