Rischio digitalizzazione per il settore del lusso, in particolare per Moncler e Prada secondo un report di Morgan Stanley che individua proprio nel commercio online un rischio. E ci si aspetta che a soffrirne sia soprattutto il settore abbigliamento, seguito da quello calzaturiero.
“Una maggiore scelta apre a una possibile frammentazione”, scrive in un report la banca d‘affari che vede come “nuova normalità” per il settore un generale rallentamento della crescita e una maggiore ciclicità. Questo, sottolinea, riduce la visibilità sui marchi. Ecco perchè Morgan Stanley ha declassato il titolo di Moncler a “equal-weight” da “overweight”, mentre il ciclo ribassista ha portato addirittura al giudizio “underweight” Prada e anche Hugo Boss, che raggiungono così Swatch e Tod’s. Confermato a “equal-weight” Salvatore Ferragamo.
I titoli che rimangono invece preferiti da Morgan Stanley sono LVMH e Richemont. Su Moncler la banca d’affari ha così commentato: “E’ uno dei nostri brand preferiti […], restiamo molto fiduciosi nella forza del brand e in un andamento migliore di quello dei concorrenti; ma dopo che il mercato ha alzato i multipli sugli utili e il titolo è salito del 50% da inizio anno, pensiamo che in borsa possa prendere un po’ di respiro nei prossimi mesi”. Per quanto Prada, nonostante la pelletteria sia meglio posizionata dell‘abbigliamento (che comunque vale il 20% dei ricavi), “c’è stato un livello deludente di nuovi lanci di prodotti”, conclude Morgan Stanley.
A Piazza Affari a metà mattinata Moncler perde mezzo punto percentuale a 24,73 euro per azione. Fa peggio Ferragamo col -0,66% a 22,73 euro, mentre alla Borsa di Hong Kong Prada ha chiuso perdendo lo 0,76%.