L’idea di sostenibilità dipende dal soddisfare le nostre esigenze senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le loro. Il lusso sembra un settore ideale per adottare misure sostenibili, dal momento che qualità, artigianalità e durata sono tra i suoi cardini. Nonostante possa sembrare semplice tradurre tutto ciò, proviamo a fare un’analisi per capire meglio le opportunità di questo mercato.
Anche se la responsabilità sociale delle imprese (RSI) è sempre stata importante per le imprese, ora è diventato un fattore chiave nella guida degli acquisti. Con una maggiore accessibilità alle informazioni grazie agli sviluppi digitali, i consumatori possono più facilmente prendere decisioni di acquisto che riflettono la loro etica e valori. La ricerca ha indicato che le nuove generazioni sono più sensibili nei confronti probabili acquisti quando un’azienda attenta ai comportamenti sostenibili, etici e responsabili.
Un altro aspetto chiave della rivoluzione è dovuto a una nuova ondata di consumatori di lusso (giovani-Millennials e Generazione Z), che sono guidati meno dalle vecchie idee di sfarzo e glamour. Rispondono al concetto di high roller fortemente esigenti, orientati alla convenienza, sofisticati e ben informati. Generazioni che vogliono di meglio dai loro marchi, dall’uguaglianza all’ambiente.
Studi che hanno coinvolto i Millennials ci confermano che questa generazione è sempre più disposta a spendere di più su prodotti che provengono da un marchio sostenibile che preferisce campagne di marketing trasparenti e non ingannevoli come spesso viene evidenziato con il termine greenwashing (quando un’azienda dà ai consumatori l’impressione di essere più rispettosa dell’ambiente di quanto non lo sia in realtà), che acquistare prodotti senza certificazione che non confermi l’adozione di un processo eco-friendly. A questo punto, il modo migliore sarebbe quello di riuscire a raggiungere i consumatori evidenziando elementi di non impatto ambientale sfruttando elementi comuni tra lusso e sostenibilità. Una ricerca rivela che coloro che acquistano regolarmente articoli di lusso per se stessi sono 25-44 anni che ora costituiscono la parte del leone (67%) di questo pubblico.
Fonte: Tiffany & co – sustainability report
Il settore del lusso risponde alla sostenibilità
Il lusso sostenibile sembra un ossimoro. Da un lato, il lusso evoca immagini di glamour e raffinatezza, mentre la sostenibilità implica quasi il contrario ma non è proprio cosi!
L’impatto della sostenibilità sarà senza dubbio causa di diversificazione per alcuni marchi di lusso non solo nel modo in cui operano, ma i messaggi di marketing che devono creare per attirare questo nuovo pubblico. Ci sono già una serie di produttori di lusso esistenti ed emergenti che aggiornano o abbracciano modi più etici di operare dai più famosi, Stella McCartney e Mercer Amsterdam ad altri come Aspinals of London, Futura Jewellery, fragranze Ffern e altri ancora.
Nature Calls – Stella McCartney Campaign
Moda e accessori
L’industria della moda, che nel settore dei beni di lusso vale oltre 1,5 trilioni di dollari, registra anche un alto indice di inquinamento a causa delle emissioni di carbonio, dell’uso delle sostanze chimiche tossiche usate in produzione e dell’inquinamento microplastico. Questa mancanza di responsabilità con conseguente danno all’ambiente è causato però dall’industria del fast fashion che ha invaso lo stile fast del prendi, indossa e butta. Ecco perchè sarà sempre più importante la provenienza del prodotto, la tracciabilità e le condizioni di produzione, nonché il benessere dei lavoratori. Importante che i materiali siano naturali o non trattati e di alta qualità. Meglio se fibre naturali e lavorazioni senza impiego di agenti chimici. Un altro punto che rafforza il rapporto tra lusso e sostenibilità e la cura e riparazione post-acquisto, l’imballaggio ecologico. Per citare un caso, Burberry utilizza per un packaging in carta certificato FSC (prodotto da tazze di caffè riciclate da discariche).
Orologi e gioielli
Il settore della gioielleria è diverso non ha un impatto significativo sulla sostenibilità nonostante venga spesso associato alle violazioni dei diritti umani, pari a quello dell’inquinamento dell’acqua o dell’aria. Forse ci viene più da indicare l’illegalità spesso legata alle gemme che vengono scambiate per finanziare i conflitti in aree devastate dalle guerre. Anche se ci siano certificazioni chamate “conflict free” non è poi così facile esserne certi che siano proprio “senza conflitti”.
Però è anche un settore che può avere buone potenzialità future in quanto i metalli preziosi non perdono qualità nel tempo e anche se riciclati restano comunque con uno specifico valore. Già alcune aziende dal noto marchio si stanno impegnando in cause sociali e e ambientali importanti. Tiffany ad esempio, attraverso la propria fondazione, è impegnata alla conservazione dei paesaggi marini attraverso programmi sensibili e soprattutto responsabili dell’estrazione e della conservazione del corallo.
La Rolex invece, con “Award for Enterprise”, da oltre quarant’anni sostiene sviluppi e miglioramenti sostenibili per il pianeta. L’iniziativa assegna un premio in denaro ai vincitori che presentano un progetto che porta cambiamenti sociali o ambientali positivi. “I Rolex Awards sono nati per riempire un vuoto nella filantropia aziendale e per sostenere individui eccezionali provenienti da tutto il mondo, pionieri che non avevano accesso ai finanziamenti tradizionali e che stavano affrontando le grandi sfide della società contemporanea con progetti originali e innovativi, volti a migliorare la conoscenza e il benessere dell’umanità.”
Mentre Panerai che ha rilasciato l’edizione limitata Submersible elab-ID PAM01225, composta da materiali ad alto contenuto riciclato al 98,6% (tra cui bottiglie in PET e leghe di titanio di scarto per il settore aerospaziale). Il marchio propone anche altri orologi utilizzando materiali riciclati, come lega di acciaio riciclato e silicio rielaborato.
Il valore aggiunto della certificazione
Un bene quando è accompagnato da una certificazione che attesta che il prodotto rispetta i canoni autentici di sostenibilità (spesso viene utilizzata la certificazione ESG è l’acronimo di Environmental, Social, and Governance, che in italiano si traduce rispettivamente come Ambientale, Sociale e di Governance) è sicuramente un’ulteriore garanzia sia per il consumatore che andrà a prediligere un particolare prodotto o servizio che per l’azienda che godrà di maggiore autorevolezza del brand e un vantaggio competitivo sul mercato.
Ma al fine di controllare la falsificazione delle etichette poste sui beni o altri documenti accompagnatori, quanto potrà essere utile la blockchain? Al prossimo appuntamento!