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Lusso, Capri sprofonda a Wall Street: stop alla fusione da 8,5 miliardi con Tapestry. In bilico il destino di Versace

Imagoeconomica

Sembra proprio che il sogno di un colosso della moda sia svanito in un soffio. La fusione da 8,5 miliardi di dollari tra Capri Holdings, che vanta marchi come Versace e Michael Kors, e Tapestry, noto per Coach e Kate Spade, è stata bloccata da un giudice federale americano. La decisione, che accoglie la richiesta della Federal Trade Commission (Ftc) – l’autorità americana che si occupa di antitrust – si basa su preoccupazioni riguardo ai potenziali danni anticoncorrenziali derivanti dalla fusione tra due dei maggiori gruppi del lusso.

L’impatto immediato è stato drammatico: le azioni di Capri Holdings hanno subito un crollo del 47,5%, arrivando a perdere fino al 56% nel pre-market. Gli analisti temono il gruppo possa avere difficoltà a rimanere in piedi. Al contrario, Tapestry ha visto un aumento del 16% e ha già annunciato l’intenzione di presentare appello contro la sentenza.

Salta la maxi fusione Capri-Tapestry. Che fine farà Versace?

La sentenza, emessa dal tribunale federale di Manhattan, rappresenta una vittoria per l’autorità americana, che sei mesi fa aveva avviato un’azione legale per impedire questa fusione, annunciata da Tapestry nell’agosto 2023. L’operazione avrebbe riunito sei marchi di moda di alta gamma sotto un unico tetto: Versace, Jimmy Choo e Michael Kors di Capri insieme a Coach, Stuart Weitzman e Kate Spade di Tapestry. Nelle 169 pagine di sentenza, la giudice Jennifer Rochon ha evidenziato come la fusione avrebbe portato a una concentrazione di mercato, con una quota del 59% nel settore del lusso accessibile. La Ftc ha anche messo in luce che i marchi coinvolti nella fusione si trovano in un segmento di mercato intermedio. Queste borse non sono né economiche né “veri marchi di lusso”, ma occupano una posizione tra le opzioni di massa, spesso importate dalla Cina, e le prestigiose borse europee come Chanel, Louis Vuitton e Hermès, che superano i mille dollari. Questa sovrapposizione potrebbe ridurre le scelte per i consumatori in questo segmento.

In un comunicato inviato all’Associated Press, Tapestry ha espresso delusione per la decisione, definendola “scorretta dal punto di vista legale e dei fatti”. L’azienda ha sottolineato di operare in un settore altamente competitivo e in continua evoluzione, continuando a ritenere che questa fusione sarebbe stata vantaggiosa per la concorrenza e per i consumatori. Si preparano ora a un appello.

Ma cosa ne sarà di Versace? Capri l’aveva acquisito per 1,8 miliardi di dollari da Blackstone. Prima del blocco dell’acquisizione, si parlava di una possibile cessione del marchio da parte del nuovo gruppo. Ora, con l’operazione completamente saltata, a meno di un clamoroso ribaltamento in sede di ricorso, il futuro di Versace rimane avvolto nell’incertezza. 

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Categories: Finanza e Mercati