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L’uragano Florence spinge il petrolio ai massimi

Il prezzo del petrolio Brent sfiora gli 80 dollari a barile ma c’è un altro uragano in arrivo: quello dei dazi – Riflessi sulle Borse – Il Ftse Mib fallisce l’attacco a quota 21mila – Asta Bot in attesa di Draghi – Deutsche Bank e Commerz verso le nozze.

L’uragano Florence spinge il petrolio ai massimi

Ad agitare i mercati stamane ci pensa stamane l’uragano Florence che, ancor prima di toccare le coste della Carolina, ha già fatto salire i prezzi del petrolio di un paio di dollari. Ma resta alta la tensione in vista di un altro uragano: l’offensiva più volte annunciata dei dazi Usa che ha già messo in moto contromisure inedite.

LA CINA INFLIGGE 7 MILIARDI DI MULTA AGLI USA

Pechino ha chiesto al Wto l’autorizzazione ad applicare agli Usa sanzioni per 7 miliardi di dollari all’anno, come reazione ad un mancato adempimento americano relativo ad una sentenza del 2016 su un caso di anti-dumping. Una vera e propria sfida, anche perché appena 10 giorni fa Trump ha minacciato di ritirare gli Stati Uniti dall’organizzazione.

HONG KONG SOTTO L DEL 20& DA GENNAIO

Perdono quota, in questo clima, i listini asiatici. La Borsa di Hong Kong, sotto dello 0,5%, è ufficialmente entrata in recessione, con un calo superiore al 20% da inizio anno. L’indice CSI 300 dei mercati azionari di Shanghai e Shenzhen perde lo 0,6%. Tokyo segna un ribasso dello 0,5%.

Lo yuan si indebolisce per il quinto giorno consecutivo, a 6,87 su dollaro.

L’ATTESA DEL NUOVO IPHONE SPINGE APPLE (+2,5%)

L’impennata del petrolio e l’attesa per l’annuncio dei nuovi prodotti Apple (+2,5%), prevista per stasera, hanno invece sostenuto Wall Street.

Il Dow Jones ha chiuso in rialzo dello 0,44%, S&P 500 +0,37%. Meglio il Nasdaq +0,61%.

Sul mercato obbligazionario, il rendimento del biennale governativo degli Stati Uniti si è allontanato, di poco, dai massimi degli ultimi dieci anni, a 2,74%. Il decennale tratta a 2,97%.

Il dollaro è in lieve rimonta su euro a 1,159.

IL BRNT SFIORA 80 DOLLARI

L’arrivo dell’uragano Florence sulle coste orientali degli Stati Uniti ha spinto il prezzo del petrolio Brent sui massimi degli ultimi due mesi e mezzo, stamattina sulle piazze asiatiche il greggio del Mare del Nord è scambiato a 79,6 dollari il barile (+0,4%), ieri in chiusura il rialzo è stato del 2,2%.

Eni ieri +0,19%. Barclays ha abbassato il giudizio da equal weight a underweight, confermando il prezzo obiettivo a 19 euro. Hold invece il giudizio di Berenberg.

EUROPA DEBOLE IN ATTESA DI BCE (E VOTO SU ORBAN)

S’avvicina il direttorio della Bce, l’ultimo prima del taglio dei Qe, e le Borse europee segnano il passo in attesa delle indicazioni che arriveranno domani da Mario Draghi. A limitare i danni, però, ci ha pensato il rimbalzo dei titoli dell’energia. C’è attesa oggi per le parole che oggi pronuncerà Jean-Claude Juncker nel suo ultimo discorso sullo stato dell’Unione, in cui il presidente affronterà il tema dei dazi. Ma l’attenzione sarà concentrata soprattutto sul “processo” nel Parlamento europeo a Viktor Urban, che rischia sanzioni pesanti a Bruxelles (l’esclusione dl diritto di voto per l’Ungheria). Sulla questione il governo italiano si è spaccato a metà.

MILANO FALLISCE L’ATTACCO A QUOTA 21 MILA

Milano ha frenato dopo lo straordinario balzo di lunedì: -0,31% si è fermato a 20.854 punti a ridosso di quota 21 mila che, secondo l’analisi tecnica, rappresenta il primo importante ostacolo per liquidare l’emergenza di agosto.

Contrastate anche le altre Borse europee: Parigi piatta; Madrid +0,14%. Poco mosse Londra (-0,04%) e Zurigo (-0,16%).

DEUTSCHE E COMMERZBANK VERSO LE NOZZE

A Francoforte (-0,13%) si respira aria di nozze allo sportello. I manager di Deutsche Bank e Commerzbank, secondo Der Spiegel, sono sempre più propensi a procedere alla fusione tra i due leaedr del listino, peraltro in condizioni di salute precarie. Secondo il magazine, il Ceo di Commerz Martin Zielke è pronto ad una fusione “oggi piuttosto che domani”, mentre l’ad di Deutsche Bank Christian Sewing frena: l’operazione non si potrà fare prima di 18 mesi. Anche il ministro delle Finanze tedesco, il socialdemocratico Olaf Scholz, è favorevole all’operazione.

SUL MERCATO GRIGIO IL 12 MESI SOTTO LO 0,5%

In terreno negativo per la prima volta dall’inizio di settembre i titoli del debito, dopo la correzione di rotta nel pomeriggio quando ha cominciato a pesare l’avvio delle aste di metà mese, in calendario da stamane.

Sul mercato grigio il Bot a 12 mesi, offerto oggi per 6 miliardi, ha registrato un calo a 0,458% da 0,679% metà agosto. Giovedì saranno offerti fino a 7,75 miliardi in aste a medio-lungo tra cui il nuovo 7 anni.

Il rendimento del Btp 10 anni è salito al 2,77% e il differenziale con il Bund tedesco è sceso a 234.20 (-0,21%).

BANCHE, SOFFERENZE ANCORA IN CALO

Si è fermato anche il rally delle banche nonostante i segnali di miglioramento del settore. Dai dati di Bankitalia, infatti, si apprende che le sofferenze delle banche italiane in luglio sono diminuite: quelle lorde hanno raggiunto il minimo da gennaio 2013 e quelle nette sono al minimo da dicembre 2010.

Sale solo Ubi Banca (+0,6%); in rosso gli altri titoli: Banco Bpm -1,5%, Intesa Sanpaolo -1,6%, Unicredit -1,2%. Tra le small cap continua il volo di Banca Intermobiliare (+16,7%).

S’ALLUNGA LA STRISCIA NEGATIVA DEL GESTITO

Intanto l’industria del risparmio gestito ha segnato una nuova battuta d’arresto. A luglio il dato di raccolta netta è stato negativo per il terzo mese consecutivo, con deflussi pari a 483 milioni di euro. secondo i dati parziali diffusi da Assogestioni. Da inizio anno, però, la raccolta resta positiva per 9,3 miliardi.

Azimut+0,6%. Fineco Bank +0,7%. Banca Generali+0,8%: la raccolta netta di agosto si è attestata a 241 milioni di euro, da gennaio la raccolta complessiva è pari a 3,8 miliardi.

“NON CI SARÀ ESPROPRIO”, E ATLANTIA VOLA

Seduta a due volti per Atlantia: +1,5% al termine, dopo aver accusato un calo di 1,5% sull’onda delle proposte di nazionalizzazione della rete. La svolta è arrivata con le parole del sottosegretario allo Sviluppo Economico  Michele Geraci di ritorno dalla sua missione in Cina. Geraci, con un’intervista a Reuters ha voluto rassicurare il fondo cinese, Silk Road Fund, che detiene il 5% di Aspi, controllata da Atlantia: l’eventuale nazionalizzazione di Autostrade per l’Italia non sarebbe un esproprio a costo zero per lo Stato, ha sostenuto il sottosegretario allo Sviluppo Economico, ma comporterebbe compensazioni per gli investitori.

Il decreto legge su Genova (forse già venerdì in Consiglio dei ministri) non conterrà la revoca immediata unilaterale della concessione di Autostrade per l’Italia (proposta nei giorni scorsi dal Ministero delle Infrastrutture): la procedura per la revoca, avviata dallo stesso Mit, il 16 agosto, farà il suo corso (almeno alcuni mesi) in base alle regole della convenzione vigente.

L’obiettivo del governo è di arrivare a un affidamento diretto dei lavori di rifacimento del ponte Morandi in deroga al codice degli appalti. La commessa dovrebbe essere affidata a Fincantieri (-0,28%).

FERRARI FESTEGGIA LECLERC E PATENT BOX

Avanza intanto Ferrari (+1,6%) nel giorno della staffetta tra i piloti: il monegasco Charles Leclerc sostituirà a fine stagione Kimi Raikkonen alla guida della Rossa. Due le notizie positive: la casa di Maranello ha siglato con l’Agenzia delle Entrate l’accordo per accedere al regime di tassazione agevolata previsto dal ‘Patent Box’, con un beneficio di 139 milioni nel triennio 2015-17. Jefferies ha confermato il rating buy.

CADE MEDIASET, RITRACCIA LEONARDO

Realizzi su Mediaset (-3,33%) dopo che la società ha smentito di voler rtirare dal mercato la controllata spagnola.

Giù anche Leonardo (-1,82%) dopo il rally seguito alla notizia dell’acquisto di Vitrociset.

Leggero rialzo (+0,26%) per Telecom Italia: Citigroup ha alzato la raccomandazione a “Neutral”.

JUVE, PRESE DI BENEFICIO ALLA VIGILIA DEL CDA

Astaldi (-1,82%) ha recuperato dai minimi di seduta dopo il downgrade di Moody’s che ha parlato di maggiori probabilità di default.

In frenata Juventus (-3,22% a 1,47 euro) sull’onda di forti prese di beneficio: ieri è stato scambiato il 6,6% del capitale. Oggi è previsto l’esame dei conti (in rosso).

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