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Lupicaia, elogio della natura non contaminata

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Antico latifondo con castello, borgo e vari casolari posizionato sulle colline di Castellina Marittima, in provincia di Pisa. Produceva cereali, che esportava in tutto il mondo, e un grande quantitativo di prodotti agricoli. Negli anni sessanta fu la volta degli ortaggi che venivano venduti soprattutto in Germania, poi a seguire, negli anni settanta, del granturco. Quando anche questa produzione finì, l’azienda si rivolse alla produzione del vino, sostituendo i vecchi vigneti tradizionali di Sangiovese, Malvasia e Trebbiano Toscano con vitigni internazionali, quelli di chiara matrice bordolese. Da allora è cominciata l’avventura del Terriccio nel mondo del vino. Un’avventura vissuta da Gian Annibale Rossi di Medelana Serafini Ferri, che ereditò il Castello del Terriccio da un prozio nel 1975, insieme a chi in quel borgo viveva: circa 40 persone e 28 famiglie.

La filosofia di Gian Annibale è stata quella di rivolgersi a una produzione dai concetti nuovi, con totale stravolgimento dell’impianto viticolo, progettando nuovi impianti con elevata fittezza di ceppi per ettaro che garantissero bassa resa per pianta, scegliendo solo le parcelle più vocate e meglio esposte, e andando così dai 25 ettari vitati del 1980 agli attuali 60 ettari.

L’azienda si sviluppa su 1700 ettari, ed è formata da zone bellissime che vanno dai dolci declivi verdi, a boschi incontaminati fitti di vegetazione, passando per piccole stradine sterrate che si inerpicano fra rovi e cespugli, bellissimi allevamenti di cavalli da corsa (il grande amore di Gian Annibale), estesi vigneti moderni e, per concludere, un bellissimo allevamento bovino. Il tutto accentuato e impreziosito dal terreno ricco di terra rossa, di miniere di rame e di ferro. Presenze che certamente caratterizzano anche il gusto del vino. Ma Gian Annibale non è solo questo! Negli ultimi trent’anni ci sono stati molti tentativi di speculazione edilizia, ai quali lui ha sempre risposto negativamente. Rossi di Medelana ha voluto difendere qualcosa di unico, legato alla natura, che altrimenti avrebbe potuto essere contaminato, qualcosa da tramandare a chi verrà dopo di noi. Questa concezione della vita accompagna le scelte dell’azienda, in tutti i campi: le cose più vere e più vicine all’uomo, la ricerca della genuinità.

E il Lupicaia, il vino simbolo dell’azienda incarna tutto questo. Il suo nome deriva dalla collina sulla quale effettivamente venivano cacciati i lupi, in quanto illuminati dalla luna.

Generoso, materico, avvolgente ed elegante nello stesso tempo il Lupicaia 2010 da uve Cabernet Sauvignon 90%, Petit Verdot 10% (Proprio in questa annata abbandona la presenza del Merlot) si offre compatto e profondo fin dal colore rosso rubino. A seguire ci regala a un naso coeso, segnato da una fusione incredibile di note balsamiche e speziate, con ricordi di frutta rossa e nera, liquirizia, cacao e tanta menta: un mosaico bizantino! Al palato delinea una morbida avvolgenza ben intarsiata da lievi tannini e perfetta sapidità minerale. La progressione gustativa si rivela per tutta la sua lunghezza e appagamento. Interminabile il finale. Vinificato in acciaio, trascorre in tonneaux nuove 20 mesi. Si esalterà se abbinato a grandi piatti di carne saporita, come cacciagione, con presenza anche di bacche di ginepro, piuttosto che qualche spruzzata di cacao amaro.

Euro 120

SOC. AGR. CASTELLO DEL TERRICCIO s.r.l.

Località Terriccio – 56040 – Castellina Marittima (PI)
Tel. +39 050 699709
Tel. +39 050 699792
Fax +39 050 699789

Export manager, marketing & hospitality

Bettina Bertheau – b.bertheau@terriccio.it

Il Castello del Terriccio con i suoi 1600 ettari incontaminati di boschi, campi di grano,  terreni agricoli e vigneti  è un patrimonio ambientalistico incastonato nel cuore della Toscana, terra di paesaggi spettacolari e buon vino. Dalle sue colline lo sguardo spazia verso il mare  che lascia intravvedere  la Corsica. La tenuta, situata sulle colline costiere tra Pisa e Bolgheri, è un unica proprietà privata che si è mantenuta integra nei secoli e questo ha rappresentato la sua salvezza.. Qui oggi tutto  rispecchia la passione e l’amore del proprietario, Gian Annibale Rossi di Medelana, per la terra dei suoi antenati che si è sempre preoccupato di salvaguardare la biodiversità del territorio mantenendo la presenza di differenti coltivazioni e di vegetazione spontanea accanto ai vigneti. e questo amore si riverbera  soprattutto sui suoi vini.

In questo territorio collinare la viticoltura risale ai tempi degli Etruschi, che, tra l’800 e il 500 avanti Cristo,  dominavano questo tratto di Toscana . Le prime testimonianze  del castello di Doglia detto del Terriccio, risalgono al Medioevo.  Strategicamente posizionato in cima alle colline, il Castello aveva funzione di torre di segnalazione e protezione per gli abitanti delle pianure che all’avvistamento delle vele saracene vi accorrevano per trovarvi rifugio. Si deve ai principi Poniatowski, antica nobiltà polacca che diede un Re al paese, e che amavano l’Italia, la decisione di avviare una attività agricola sui terreni del castello. Ma la destinazione a vite di 60 ettari la si deve al Cav. Gian Annibale Rossi di Medelana, discendente  da una nobile famiglia giunta in Italia al seguito di Federico II e degli Svevi e che, sin dal 1271, ha avuto proprietà agricole e vinicole nel Paese e al quale va il merito di aver consacrato il Castello del Terriccio a luogo di ricerca dell’eccellenza nei vigneti e nei vini difendendo un patrimonio territoriale di grande valore che ha conservato intatti l’antico carattere e la straordinaria bellezza.

Alla fine degli anni ’80 il cav. Rossi di Medelana  procedette  infatti a selezionare nuovi vitigni intravedendo la possibilità di raggiungere le più alte vette qualitative utilizzando uve diverse dal Sangiovese e dalle uve bianche tradizionali fino ad allora coltivate. La scelta delle varietà da portare al Terriccio fu particolarmente scrupolosa, compiuta con una accurata selezione di ceppi internazionali, con l’intento di ottenere risultati importanti e allo stesso tempo in grado di mantenersi stabili e costanti sui più alti livelli di qualità. Le tecniche di vinificazione adottate per tutti i vini sono semplici e prevedono il massimo rispetto delle caratteristiche originarie delle uve e dello speciale accento conferito loro dal territorio di provenienza. La vinificazione avviene separatamente e con tempi variabili in relazione alle singole varietà, parcelle e annate. Senza alcuna chiarifica, queste sono poi poste in barriques di Allier nuove per Lupicaia e Castello del Terriccio, successivamente riutilizzate per Tassinaia.

Se il Lupicaia è il suo fiore all’occhiello ( al termine di una degustazione  di vini cabernet sauvignon  provenienti da tutto il mondo che si è svolta al Villa d’Este Symposium tenutosi agli inizi del mese è stato eletto come il numero uno)  l’azienda produce altri tre vini rossi, il Castello del Terriccio (Uvaggio: Syrah 50%, Petit-Verdot 25% ed altre uve di bacca rossa) il Tassinaia (Uvaggio: Cabernet Sauvignon e Merlot) e il Capannino (Uvaggio: Merlot) e due bianchi Rondinaia (Uvaggio: Chardonnay e Viognier) e Con Vento (Uvaggio: Sauvignon Blanc e Viognier).

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Tags: ToscanaVino