Quando gli elettori parlano bisogna saperli ascoltare. Il centrodestra ne ha sempre avuto profondo rispetto sia quando in questi tre anni è stato premiato con la vittoria di tutte le elezioni sia oggi che le abbiamo perse in maniera molto chiara e molto netta. Sono di Milano e mi ha molto colpito il fatto che Pisapia abbia preso voti da ceti sociali che tradizionalmente votavano il centro destra come il popolo delle partite iva, i piccoli e medi imprenditori.
Oggi la sfida che abbiamo davanti è di rinnovamento, di rilancio dell’economia, di lotta all’evasione fiscale senza la vessazione sulle piccole e medie imprese. Dobbiamo fare la riforma fiscale che da anni ci chiedono tutti e dobbiamo fare una riforma che metta al centro la persona e la famiglia. La responsabilità di questo risultato elettorale è di tutti noi, è un segnale forte ma prima di suonare le campane a morto starei molto attento, certo è che quando si perde Milano, Napoli, Cagliari e Trieste è un segnale importante.
Da una parte il governo deve rilanciarsi e abbandonare l’immagine di una politica rissosa e purtroppo il Pdl in alcuni casi è stato danneggiato dai personalismi e perdiamo perché continuiamo a dividerci, non perché non siamo in grado di presentare un candidato. Pisapia e De Magistris, a cui faccio i miei auguri, adesso sono chiamati ad una sfida: tradurre ciò che hanno detto in campagna elettorale in fatti concreti e in collaborazione con le istituzioni.
Oggi commetteremmo due grossi errori se non capissimo con chiarezza quello che gli elettori ci hanno chiesto e pensassimo al futuro e non al presente, pensare al futuro nel senso di preoccuparci della successione di Berlusconi e non capire che possiamo costruire un grande partito del centro destra solo se oggi lavoriamo con il presidente Berlusconi per rilanciare quell’azione di governo e quel partito che oggi comunque rappresenta il 30% degli italiani. Nessuno vuole minimizzare la sconfitta ma il Pdl rimane il primo partito in Italia. Mi preoccupa il fatto che gli elettori scelgano, in due grandi città, rappresentanti che non vengono dal riformismo del Partito Democratico, ma dalla sinistra estrema e da una cultura populista. Dobbiamo trarre da questo voto le giuste considerazioni: perdere Milano e Napoli non è una cosa da poco.
Ma a Napoli il Pd è sparito. Ci sono luci e ombre nell’analisi, queste elezioni chiedono un rafforzamento forte e serio dell’azione di governo. Dobbiamo con forza governare, tradurre i nostri valori in fatti. Abbiamo la maggioranza in Parlamento e questa deve essere la strada per uscire da questa situazione. La leadership di Berlusconi non è comunque in discussione, in questi tre anni il governo ha fatto benissimo; queste elezioni ci stimolano a fare ancora di più.