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L’Università Sapienza di Roma sulla via della sostenibilità

FIRSTonline


Ambiente, sostenibilità, climate change sono termini che hanno invaso la nostra quotidianità. Ma per dargli sostanza c’è necessità di studio e di ricerca. Nessuna sfida ambientale si vincerà  senza  un’adeguata  cultura scientifica. Le Università  sono i luoghi più adatti a fare il salto di qualità che  l’Italia cerca. Un segnale – ancora tiepido ,purtroppo , nel  panorama generale-  é arrivato in questi giorni  dalla Sapienza  di Roma. «  La questione   della sostenibilità richiede l’adesione di ognuno di noi a un nuovo paradigma culturale che investa tutti i campi, da quelli scientifici a quelli umanistici » ha detto  la  Rettrice Antonella Polimeni  istituendo il  nuovo Comitato tecnico-scientifico per la sostenibilità. Un organismo  costituito da docenti di tutte le aree e da rappresentanti degli studenti,  affidato al protettore per la Sostenibilità Livio de Santoli. Per ora è una struttura concepita dal vertice dell’ateneo , ma si punta sulla didattica  con un corso dedicato  specificamente agli obiettivi di sviluppo sostenibile. 

L’istituzione del Corso  di laurea triennale  é stato già ipotizzato e nelle   prossime settimane richiederà uno sforzo organizzativo per incrociare  la futura domanda di conoscenza. Per ora  si lavora su attività da sviluppare in sei anni con didattica, ricerca e presenza sul territorio .Da aprile  le iniziative didattiche saranno rilanciate con un corso base che rilascerà 6 crediti formativi universitari. Sono previsti  anche una giornata di inquadramento generale su temi centrali : sostenibilità energetica, sostenibilità ambientale, sostenibilità sociale e indicatori di benessere equo solidale. Poi anche   sei giornate interdisciplinari ed alcuni webjnar  realizzati dalle singole Facoltà . Lavoriamo ad un «  progetto di rielaborazione dell’idea di Ateneo e del suo ruolo nella società »  aggiunge la Professoressa  Polimeni, convinta che uno spazio importante nello sviluppo della new economy  circolare sarà ricoperto dalla sostenibilità. Uno sguardo rivolto  al futuro ? Si. « Il  comitato tecnico-scientifico è composto da docenti esperti nei vari settori d’interesse e dagli studenti, gli stessi a cui dobbiamo consegnare il testimone dell’impegno per lo sviluppo sostenibile. Vogliamo portare avanti la proposta di un modello culturale transdisciplinare » aggiunge la Rettrice, « capace di nuove interpretazioni delle istanze globali. » Nell’ateneo si parla ,allora, di «  ecologia dei saperi”. Un insieme di informazioni che  non potranno restare  dentro i laboratori e le aule. La notizia della nascita del Comitato è stata diffusa insieme alla disponibilità alle istituzioni per consulenze e progettazioni. La capacità delle istituzioni , ma anche  dei privati, di  affrontare situazioni da risanare o nuove sfide eco compatibili trovano nelle Università le giuste risposte. Speriamo non solo alla Sapienza.

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