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Lunedì nero per le Borse europee: fanno paura recessione Usa e Medio Oriente. Milano la peggiore sprofonda con banche, Nexi e Stm

Imagoeconomica

A metà seduta, le Borse europee non mostrano segni di ripresa dopo il venerdì nero che ha colpito i mercati globali. Milano, con un calo del 2,9% a 31.089 punti, rimane tra le peggiori insieme ad Amsterdam (-3,11%), mentre Londra, Francoforte e Madrid scendono di oltre il 2%. Anche Wall Street si prepara a nuove perdite, con i contratti futures sul Dow Jones in calo dell’1,51%, quelli sull’S&P 500 dell’1,84% e i futures sul Nasdaq, già colpiti dalle vendite sui titoli tech, in ribasso del 2,43%, con Nvidia tra i titoli più penalizzati (-1,78%).

L’attenzione degli investitori è focalizzata su due spettri inquietanti: l’intensificarsi delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente e il crescente timore di una recessione economica negli Stati Uniti. Si teme che la Federal Reserve abbia ritardato troppo l’aumento dei tassi di interesse, potenzialmente causando un atterraggio brusco per l’economia. Il clima da “ansia economica” si estende in Asia, con il Nikkei di Tokyo che segna una perdita del 12,4%, il calo più marcato dalla crisi del “Black Monday” del 1987 – e amplifica il calo delle Borse europee per un vero e proprio lunedì nero. Dopo i deludenti dati sul lavoro negli Stati Uniti, che aveva già scatenato ribassi, l’attesa è ora rivolta all’indice sui servizi che sarà pubblicato nel pomeriggio, e che potrebbe aggravare ulteriormente la situazione. Poi giovedì arriverà il dato sulle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione e bisognerà capire se questi dati confermeranno o meno la debolezza dell’economia americana che potrebbe portare a una futura recessione. Mentre la stagione delle trimestrali americane volge al termine, l’Europa si prepara a scrutinare i conti di banche e assicurazioni.

In questo clima di incertezza, gli investitori cercano sicurezza in beni rifugio come l’oro e i titoli di Stato, abbandonando asset più rischiosi. Le criptovalute, e in particolare il Bitcoin, subiscono forti perdite, mentre il petrolio continua a scendere e lo spread tra Btp e Bund si allarga.

Eurozona, imprese in stagnazione dopo frenata dei servizi a luglio

Nel mese di luglio, l’attività delle imprese nella zona euro ha mostrato segni di stagnazione, secondo i dati sugli indici PMI (Purchasing Managers’ Index) diffusi da S&P Global. L’indice PMI dei servizi è sceso a 51,9 punti, rispetto ai 52,8 di giugno, mentre l’indice PMI composito, che include sia il settore dei servizi che quello manifatturiero, è calato a 50,2 punti dai 50,9 di giugno. Questo è il livello più basso degli ultimi cinque mesi e si avvicina alla soglia di neutralità di 50 punti.

L’inflazione dei prezzi di vendita ha raggiunto i minimi degli ultimi nove mesi, nonostante le pressioni sui costi rimangano elevate, suggerendo una possibile debolezza nella domanda. Inoltre, la fiducia economica è scesa ai minimi livelli degli ultimi sei mesi.

Analizzando i dati per i singoli paesi: in Spagna, l’indice PMI composito è rimasto a 53,4 punti, il valore più basso degli ultimi sei mesi; in Italia è sceso a 50,3 punti, il livello più basso degli ultimi sette mesi; in Germania è sceso a 49,1 punti, indicando contrazione e il valore più basso degli ultimi quattro mesi; infine, in Francia è rimasto a 49,1 punti, segnando però il valore più alto degli ultimi tre mesi.

Piazza Affari affonda con le banche, Nexi e Saipem

A Piazza Affari, il caos regna sovrano con tutti i titoli in profondo rosso. Le banche sono particolarmente bersagliate, con Banca Mps (-5,02%) in prima linea alla vigilia della presentazione dei risultati semestrali e di una revisione del piano industriale. Anche Banca Mediolanum (-3,98%), Bper (-3,8%), Banco Bpm (3,45%) e Banca Popolare di Sondrio (3,34%) sono sotto pressione, insieme a Unicredit (-4,23%) e Intesa Sanpaolo (3,27%). Anche Banca Generali perde oltre il 4% nonostante una raccolta netta di 408 milioni di euro a luglio, che porta il totale annuo a 4 miliardi. Sebbene il dato rappresenti un incremento del 9% rispetto a luglio 2023, è inferiore ai 697 milioni di giugno. La banca sottolinea che le uscite fiscali di 226 milioni hanno influito sul risultato. L’ad Gian Maria Mossa osserva un miglioramento nella qualità dei prodotti e una crescente diversificazione.

Pesanti perdite anche per gli energetici: Enel (-2,24%) e Eni (-2,66%).

Altre perdite significative includono Nexi, in discesa del 6,05%, e STMicroelectronics, che scivola del 5,54%. Perdite sopra al 5% anche per Saipem e Tim. Leonardo, nonostante l’annuncio di una nuova commessa da 236 milioni di euro per la Marina Militare italiana con Fincantieri, per l’1,3%. La joint venture Orizzonte Sistemi Navali (Osn), controllata al 51% da Fincantieri e al 49% da Leonardo, costruirà il quarto pattugliatore di nuova generazione con relativo supporto logistico.

Nel settore automotive, Stellantis scende il 3%, contribuendo al tono negativo del mercato. Iveco cede il 4,60%.

Gli altri mercati

Sul fronte valutario, il dollaro è in calo dopo i dati Usa, mentre l’euro risale sopra l’1,09. Il Bitcoin crolla sotto i 50mila dollari segnando il livello più basso dal febbraio scorso. L’oro è rimasto stabile a 2.450 dollari, vicino ai massimi storici, mentre il petrolio continua a scendere, con il Brent a 75 dollari al barile (-1,9%) e il Wti a 72 dollari (-2,05%). Il gas registra una caduta del 3,68%, scendendo a circa 35 euro al megawattora sulla piattaforma Ttf di Amsterdam.

Lo spread tra Btp e Bund si allarga, riflettendo l’aumento dell’avversione al rischio. Il differenziale di rendimento tra il Btp decennale e il Bund tedesco è salito sopra i 153 punti, rispetto ai 150 di venerdì, a causa della contrazione dei rendimenti del Bund. Il Bund rende il 2,08%, mentre il Btp decennale il 3,61%.

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