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Lunedì nero in Borsa ma lo spread Btp-Bund scende

L’epidemia cinese torna a far paura e affonda le Borse::Piazza Affari perde quasi il 2% e a soffrire sono soprattutto e banche (tranne Mps, Ubi e Banco Bpm) – Il risultato delle elezioni emiliane fa però scendere lo spread

Lunedì nero in Borsa ma lo spread Btp-Bund scende

I mercati tremano sotto la spinta delle notizie che arrivano dalla Cina sul coronavirus, mentre l’Oms corregge a “elavata” da “moderata” la minaccia internazionale. Dopo il tonfo di Tokio, -2%, anche i listini europei chiudono in profondo rosso e restituiscono, con gli interessi, i guadagni di gennaio, mentre Wall Street viaggia in retromarcia con percentuali comprese fra il -1 e il -2%. Pesano i titoli delle società legate ai viaggi, come hotel e compagnie aree e il settore tech.

In Europa Milano perde il 2,31% (23.416 punti base); Francoforte -2,73%; Parigi -2,68%; Madrid -2,05%; Londra -2,28%. 

Arretra il petrolio, dopo le forti perdite della scorsa ottava: Brent -2,96%, 58,12 dollari al barile. Tornano in auge invece i beni rifugio, come l’oro, +0,59% a 1581,15 dollari l’oncia. Sul secondario vanno a ruba anche i Btp dopo la vittoria di Stefano Bonaccini in Emilia-Romagna, un risultato che mette in sicurezza l’attuale governo e offre una prospettiva di maggiore stabilità politica. Lo spread fra decennale italiano e tedesco scende a 146 punti base (-9,19%) con un rendimento del Btp in contrazione a 1,04% (quello del Bund cala a -0,42%). Si tratta di un buon viatico per il primario, in vista delle aste da parte del ministero del Tesoro che partiranno domani, con l’attenzione rivolta soprattutto al collocamento di titoli e medio lungo termine in agenda per giovedì prossimo.  Da segnalare il forte rialzo dei titoli di Stato greci dopo il miglioramento del rating sovrano da parte di Fitch che ha anche portato l’outlook a “positivo”. 

L’ottima performance della carta italiana aiuta oggi le utility che, nella disfatta generale conquistano persino qualche guadagno: Italgas +1,03%, su cui Kepler ha alzato la raccomandazione a “buy”, con prezzo obiettivo a 6,3 euro da 5,6; Poste +0,47%. Le banche si difendono fino all’ultimo, ma le più grandi chiudono in calo. Ubi limita i danno a -0,07%, mentre Intesa perde l‘1,01%. Fuori dal listino principale però Mps sale del 2,74%. Tutte le altre blue chip sono in calo a partire da Cnh -6,94%; Stm -5,77%, reduce da una scia positiva; Tenaris -5,01%; Pirelli -4,66%; Prysmian -4,39%; Ferragamo -4,41%; Moncler -4,17%. I titoli del lusso pagano in modo particolare la paralisi cinese dovuta al diffondersi del misterioso virus che avrebbe già ucciso 81 persone, contagiate oltre duemila e costretto le autorità a stringere un cordone sanitario intorno a milioni di persone. 

La Cina ha anche deciso nel fine settimana di estendere le festività per il Capodanno lunare di tre giorni, fino al 2 febbraio, nel tentativo di rallentare l’epidemia e la borsa di Shangai riaprirà i battenti il 3 di febbraio.

Anche a Parigi la moda va al tappeto, perché il turismo dello shopping è gravemente a rischio. Si consideri che i turisti cinesi in Francia sono il 2,5% del totale e la loro spesa rappresenta il 7%, pari a 4 miliardi di euro

Oltre al problema sanitario, che rievoca i fantasmi della Sars e le sue ricadute economiche e finanziarie, pesano sulle borse anche le decisioni della settimana scorsa di Donald Trump sui dazi commerciali. Il prossimo 8 febbraio, infatti, gli USA imporranno il 25% di dazi sui derivati dell’acciaio, mentre quelli dell’alluminio saranno tassati con un ulteriore 10%.  Sul fronte dell’acciaio saranno esenti Argentina, Australia, Brasile, Canada, Messico e Corea del Sud, su quello dell’alluminio Argentina, Australia, Canada e Messico. In questo modo si andranno a colpire i prodotti derivati, dai chiodi ai cavi elettrici, fino a una serie di componenti per il settore dei trasporti – auto come i trattori.Tra le società italiane che potrebbero essere a rischio ci sono Cnh e Tenaris, oggi fortemente penalizzate a Piazza Affari.

Sul mercato valutario è piatto l’euro-dollaro, con il cambio attorno a 1,1018.

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