Un fatto è certo: il 2016 non è partito sotto una buona stella. Dopo la serrata di Shanghai, che ha interrotto le contrattazioni alle 13.28 locali quando l’indice Csi 300 ha toccato una perdita del 7%, i cali sono proseguiti per tutta la giornata, dall’Europa agli Usa.
La crisi cinese è stata innescata dai deludenti risultati dell’indice Pmi. A poco sono serviti invece i dati dell’indice manifatturiero europeo di dicembre, migliori delle previsioni.
Francoforte, la Borsa peggiore, chiude in calo di oltre quattro punti percentuali (4,2%). A Piazza Affari l’indice Ftse MIB ha perso il 3,2%. Parigi ha ceduto il 2,4% e Londra il 2,39%.
Salgono i rendimenti dei titoli di Stato: il Btp decennale rende l’1,554%, ma lo spread resta sotto i 100 punti. Oggi la BCE ha ripreso gli acquisti nell’ambito del QE dopo lo stop dovuto alle festività natalizie. Wall Street accelera in calo e registra, poco dopo le 17, il terzo ribasso consecutivo, ovvero il primo del 2016. L’S&P500 perde il 2,5%, il Dow Jones il 2,44% e il Nasdaq il 3,6%. Apple guida i ribassi di S&P e Nasdaq con un calo intorno al 2%. A Goldman Sachs spetta invece il poco ambito primato di peggior titolo del Dow Jones.
Volatile il petrolio: il Wti scambiato in guadagno dello 0,7% a 37,23 dollari il barile, è arrivato a guadagnare oltre il 2,5%. A Piazza Affari tra i petroliferi Eni perde il 2,6%. Saipem -3,3%, Tenaris -1,2%.
Vista la giornata, non è da disprezzare il debutto di Ferrari, che chiude in rialzo dello 0,5% e viene scambiata a Milano a 43,67 euro per azione. A sua volta Fca chiude a 8,15 euro, una quotazione che tiene conto dello scorporo di Ferrari: il prezzo di chiusura del 2015 di Fca rettificato è pari a 8,49 euro. Buoni dati sul fronte delle immatricolazioni con la Spagna che chiude il 2015 a +20,7%, la Francia +12,5% miglior rialzo dal 2009. In serata usciranno i dati italiani: il settore auto europeo ha perduto il 3,3%.
Solo segni meno nel resto del listino italiano. In profondo rosso chiudono le banche a partire dai Big Unicredit -2,9%, Intesa -3,4% e Mediobanca -3,3%. Banca Popolare Milano lascia sul terreno l’1,6%, Popolare Emilia Romagna -3,69%, Banco Popolare -4,4%.
Vendite anche sul risparmio gestito. Azimut -4,29%, Banca Mediolanum -4,8%, Anima -3,5%.
Molto male pure il lusso, colpito dalla crisi cinese: Ferragamo perde il 5%, Tod’s -2,5%, Moncler -3,6%. La caduta più pesante è quella di Yoox -7%. Luxottica -3,4%.