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L’ultimatum di Renzi dà la carica alle Popolari

Le Borse europee rifiatano dopo il forte rialzo di ieri. A Milano l’indice FtseMib oscilla attorno alla parità, la Borsa di Parigi è pressoché invariata, Francoforte -0,2%. Frena la Borsa di Atene -2% dopo il balzo della vigilia. Viva attesa per i dati sull’occupazione del settore privato Usa, la statistica più importante della giornata finanziaria.

Andamento positivo, intanto, per il mercato del debito. Il tasso del decennale italiano scende a 1,569% da 1,597% della chiusura di ieri e lo spread con il Bund è in lieve calo a 123 punti(contro 125 di ieri sera). Stamane il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis ha avuto un confronto con il presidente della Bce Mario Draghi. Il ministro greco si è detto “’incoraggiato per il futuro dopo le fruttuose discussioni avute con il presidente della Bce”.

I listini sono frenati dalla correzione dei titoli petroliferi, a loro volta condizionati dalla pausa del rialzo del greggio. Dopo il rally di ieri (+6% il Brent) si assesta infatti il prezzo del petrolio: -1%. Nelle ultime quattro sedute il petrolio ha guadagnato il 19% e dai minimi di metà gennaio il 24%. 

Torna ad indebolirsi l’euro, a 1,144 contro il dollaro, da 1,148 di ieri in chiusura. Nelle Borse europee oggi l’indice Stoxx del settore Oil scende dell’ 1 per cento: Eni -0,7%, Tenaris -0,1%,Saipem -0,1%.Tra le utilities scende Enel – 0,7%.

Il settore più movimentato è ancora quello delle banche popolari. Il premier Matteo Renzi si è detto pronto a ricorrere al voto di fiducia sulla conversione in legge del decreto di riforma del settore: Banco Popolare +2,5%, Pop.Milano +3,7%, Pop.Emilia +2,9%, Credito Valtellinese +4%. Debole il resto del settore nonostante i risultati migliori del previsto dello spagnolo Bbva: Intesa  -1%, Unicredit -0,5. Fa eccezione MontePaschi  +3,9%. 

Segnali positivi sul fronte dei servizi: l’indice Pmi risale sopra la soglia dei 50 punti mentre i dati di dicembre sui consumi delle famiglie (spinti dal calo dei prezzi) risalgono ai livelli del 2007.

Il nuovo clima avvantaggia Mediaset +2,5%, che anticipa una crescita del fatturato pubblicitario tra il 2 ed il 4%. 
In terreno positivo Fca +0,6%, sospinta dagli utili Chrysler (1,1 miliardi), Finmeccanica  +1,8%
Lvmh, che ha varcato la soglia dei 30 miliardi di fatturato con risultati del quarto trimestre 2014 migliori delle attese dà la carica al lusso: Ferragamo +1,4%.

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