O Atene accetta entro venerdì un accordo sulla base del piano europeo oppure il default sarà inevitabile. Jeroem Djissembloem ha lanciato ieri sera l’ultimatum ad Atene dopo la bocciatura da parte greca della proposta giudicata “assurda ed inaccettabile” dal ministro Yannis Varoufakis che ha aggiunto: “ero pronto a firmare il documento messo a punto da Moscovici ma il testo è stato cambiato”. Il documento del commissario francese, secondo Atene, riconosceva l’urgenza di un “intervento umanitario” e concedeva una moratoria di quattro mesi in attesa di un piano da concordare mentre quello di Dijssembloem si limita ad offrire agevolazioni ma solo nell’ambito dell’accordo attuale.
ASIA IN FRENATA, VIGILIA D’ATTESA IN EUROPA
Intanto l’ultimatum pesa sui mercati, fino a ieri convinti che la crisi greca fosse avviato ad un lieto fine.
In Asia l’euro è caduto di un punto percentuale, da 1,14 5 a 1,132. Debole la Borsa di Tokyo, così come gli altri mercati dell’area Pacifico. Petrolio in rialzo con il Brent che guadagna lo 0,5% a 61,9 dollari.
Non è difficile prevedere un avvio ad alta tensione in Europa anche se, viste le esperienze passate, gli operatori sono convinti che a Bruxelles si troverà una soluzione dell’ultimissimo minuto. Ieri, chiusa Wall Street per il President Day, le Borse europee hanno segnato il passo nell’attesa di notizie da Bruxelles. I prezzi dell’Eurostoxx restano vicini ai massimi degli ultimi otto anni segnati venerdì. Alla fine a Milano l’indice Ftse Mib ha perso lo 0,2%. In calo anche Parigi -0,1% e Londra -0,2%. Francoforte in ribasso dello 0,3% a 10.926 punti ha ripiegato dai massimi storici toccati venerdì in mattinata, quando l’indice Dax si è spinto oltre quota 11.000 punti. Lo spread Btp/Bund si è allargato a 129 (+3 punti base).
In attesa del Quantitative Easing si intensifica la caccia al rendimento. Si moltiplicano così le emissioni di titoli in euro senza rating: da inizio anno siano stati emessi nell’eurozona 21 miliardi di junk-bond, con un rendimento medio del 4%.
LE BANCHE GRECHE PERDONO DUE MILIARDI A SETTIMANA
Più drammatica la situazione ad Atene. Secondo un report di JP Morgan, l’emorragia di capitali dalle banche greche continua al ritmo di due miliardi di euro alla settimana. Di questo passo a fine mese gli istituti non avranno più in cassa un solo euro nonostante i prestiti di emergenza Ela, distribuiti dalla Bce.
La Borsa di Atene ieri ha ceduto il 4%, rimangiandosi i guadagni di venerdì quando aveva chiuso in rialzo del 6% sui massimi da inizio anno. Il titolo a tre anni, il più sensibile al rischio default, è risalito ad un rendimento del 18%.
La miglior blue chip di ieri è stata MontePaschi che ha chiuso la seduta in rialzo del 5,9%, portandosi sui massimi dell’anno a 0,5095 euro. Tanta euforia è legata a più fattori: la prospettiva di una bad bank a cui attribuire parte delle sofferenze; l’ingresso del Tesoro nel capitale come corrispettivo del mancato pagamento degli interessi; la pista cinese, soprattutto.
I vertici della Hanwha Asset Management, compagnia finanziaria ed assicurativa cinese, sarebbero venuti in Italia tre settimane fa per studiare da vicino il dossier della banca senese. Il gruppo sarebbe disposto ad investire circa 6 miliardi non solo per Mps ma anche per altri istituti.
Nel resto del settore chiude in terreno positivo anche Mediobanca +1,76%. Più modesti i guadagni di Unicredit +0,36%, Bpm +0,2% e Banco Popolare +0,16%. In calo invece Ubi -0,23% ed Intesa -0,92%. Bper -1,26%.
SAIPEM IN ROSSO (230 MILIONI), MA I DEBITI MIGLIORANO
Esame in Borsa stamane per i risultati 2014 di Saipem comunicati dopo la chiusura. Il titolo ha terminato ieri in rialzo dell’1% a 8,74 euro. ??L’anno si conclude con una perdita netta di 230 milioni di euro e un Ebit di 55 milioni che tiene conto di svalutazioni effettuate nel quarto trimestre per 410 milioni di euro. Il risultato netto senza le svalutazioni è positivo per 180 milioni di euro.?I ricavi si attestano a 12,873 miliardi da 12 miliardi nel 2013. Il debito netto a fine dicembre ammonta a 4,424 miliardi di euro.I nuovi ordini ammontano a 17,971 miliardi di euro da 10,062 miliardi del 2013.
La società non distribuirà dividendi.?? Per il 2015 il gruppo prevede: un utile netto tra 200 e 300 milioni di euro, un Ebit tra 500 e 700 milioni, ricavi tra 12 e 13 miliardi di euro, infine un debito netto sotto i 4 miliardi. ??I dati sono peggiori delle attese del consenso per quanto riguarda i margini e il risultato netto, ma migliori per quanto riguarda il debito netto. Non ci sono sorprese positive sul fronte dei margini e degli utili previsti per il 2015, ma il debito indicato sotto i 4 miliardi è migliore delle attese.
Tiene il prezzo dell’Eni -0,9% nonostante il tracollo della situazione in Libia. Tenaris sale dell’1,3%. La settimana scorsa il numero degli impianti di trivellazioni attivi negli Stati Uniti, è a 1358 (-98), il punto più basso dal febbraio del 2010. Saras chiude in rialzo del 2% a 1,1050 euro. Nel corso della seduta si è spinto sui nuovi massimi dallo scorso giugno a 1,1220 euro.?? La società ha comunicato che i margini di raffinazione dell’area Mediterraneo la scorsa settimana si sono ampliati a 5,0 dollari/barile in ulteriore progresso rispetto al dicembre dell’anno scorso quando la media fu intorno a 0,9 dollari/bl.
LA TREGUA IN UCRAINA FA BENE A BUZZI
Buzzi Unicem +5,3%: la tregua nel Donetsk sembra tenere e la società cementiera che nel 2014 la società ha realizzato in Russia e Ucraina il 12% dei ricavi, ne approfitta. Tra l’altro, malgrado le tensioni, nel 2014, le quantità di cemento vendute in Ucraina sono state superiori all’esercizio precedente (+2,3%), in uno scenario di prezzi in miglioramento (+3,1% in valuta locale).
Tra le società dell’industria, Pirelli +0,5%, Fiat Chrysler Automobiles -0,1%, CNH Industrial +2,5%.
Tonica Prysmian +1,4% dopo che Credit Suisse ha alzato il target price a 18 da 17 euro, confermando il rating outperform.
TELECOM AVANZA IN VISTA DEL BUSINESS PLAN
In ripresa Telecom Italia in rialzo di oltre il 2% dopo i recenti ribassi e in vista della presentazione del piano industriale alla fine della settimana, Mediaset perde invece il 2,8%. Matteo Renzi ha annunciato venerdì sera la riforma della Rai, un provvedimento di riorganizzazione del panorama televisivo italiano potrebbe arrivare il mese prossimo. Mondadori +2,3%.?
DEBUTTO AMARO PER BANZAI. BRILLA RECORDATI
Esordio triste per la prima matricola del 2015: Banzai chiude la sua prima in Piazza Affari in calo di oltre il 2% rispetto al prezzo di collocamento di 6,75 euro. Tra gli altri titoli: Bene Sorin +2,91%: Berenberg ha confermato sul titolo la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 2,5 euro spiegando che “la pazienza ripagherà” in quanto i fondamentali della società sono in miglioramento.
Acquisti anche su Recordati +2,94%: Mediobanca Securities ha alzato il prezzo obiettivo sull’azione da 15,2 a 16,3 euro, confermando la raccomandazione outperform.