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Lukoil: lo Stato interviene sulla raffineria a Priolo. Dipendenti salvi, riaperti i finanziamenti

Imagoeconomica

A pochi giorni dal blocco Ue all’import di petrolio russo, è arrivato ieri un decreto legge sotto il titolo “Misure urgenti a tutela dell’interesse nazionale nei settori produttivi strategici” che dispone l’amministrazione fiduciaria delle raffinerie siciliane che fanno capo indirettamente alla russa Lukoil tramite una holding in Svizzera. Così il governo prende di fatto, se non formalmente, possesso (temporaneo) di un impianto che da solo fa il 20% della capacità di raffinazione del Paese.
Questa decisione ha due conseguenze: da una parte viene salvata la raffineria che conta circa mille dipendenti ma che porta a un indotto di circa 10.000 occupati.
Dall’altra si potrebbe aprire lo scenario del contenzioso con un possibile ricorso ad un arbitrato internazionale da parte dei vertici della Lukoil che agiterebbero il teorema dell’esproprio, secondo una prima interpretazione da parte di esperti del settore.

Lukoil Priolo: lunedì scatta l’embargo sul petrolio russo

Lunedì prossimo, il 5 dicembre, scatterà l’embargo sul petrolio russo anche per l’Unione Europea, decisione presa, dopo lunghe discussioni a Bruxelles, per seguire l’esempio di Washington che aveva già iniziato il blocco lo scorso febbraio.

Finora la raffineria di Priolo aveva di fatto bypassato il blocco Usa alle importazioni di petrolio russo, in quanto quest’ultimo, una volta arrivato in sicilia, veniva raffinato e quindi perdeva la bandiera russa per adottare il nostro tricolore, potendo così viaggiare verso gli Usa.
L’ultima petroliera ha finito di scaricare mercoledì alle 17 al porto di Augusta, in modo da chiudere tutte le transazioni prima che scatti l’embargo Ue al petrolio russo lunedì.

Petrolio russo: provvedimento simile anche in Germania

Il ministero delle Imprese e del made in Italy, guidato da Adolfo Urso, ha scelto una soluzione sulla falsariga di quello che ha appena fatto il governo tedesco con alcune società riconducibili alla russa Rosneft etero-guidate da Berlino, quella dell’ amministrazione fiduciaria: non è una nazionalizzazione vera e propria, ma una gestione temporanea dello Stato che dovrebbe durare il tempo necessario a individuare un compratore. Al massimo due anni, dice il decreto.
Il Decreto legge è composto di tre articoli. Nel primo viene citata l’emergenza energia e prevede che le imprese che gestiscono impianti strategici di raffinazione debbano in ogni modo garantire la sicurezza degli approvvigionamenti. Fino al 30 giugno 2023, se ci sono rischi di continuità produttiva che impattano sulla sicurezza nazionale, «conseguenti a sanzioni imposte nell’ambito dei rapporti internazionali tra Stati» (con riferimento quindi alla Russia), l’impresa deve informare il ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit) e può richiedere l’”amministrazione temporanea”, che può essere disposta però anche d’ufficio.

Lukoil Priolo: arriva un commissario Mimit, sostituita l’amministrazione

L’amministrazione temporanea comporta la sostituzione degli organi di amministrazione e la nomina di un commissario che subentra nella gestione. Gli eventuali utili maturati durante l’esercizio non possono essere distribuiti se non al termine del regime straordinario e i costi della gestione restano a carico dell’impresa. Il commissario, nominato dal Mimit, può avvalersi anche di «società a controllo pubblico operante nello stesso settore e senza pregiudizio della disciplina in tema di concorrenza».

Si torna a parlare di golden power

L’articolo 2 riguarda invece in generale la normativa sul “golden power” e non il caso Isab nello specifico. Si dispone che le imprese oggetto di operazioni sottoposte all’esercizio die poteri speciali del governo possano essere compensate, con misure a sostegno della capitalizzazione dell’impresa, a fronte di provvedimenti che inibiscono l’operazione. Si tratta dell’accesso prioritario al Fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione dell’attività di impresa gestito da Invitalia, l’accesso ai fondi del Patrimonio destinato della Cassa depositi e prestiti e, per i due anni successivi all’esercizio del golden power, anche l’accesso prioritario agli incentivi Mimit dei contratti di sviluppo e degli accordi per l’innovazione. L’articolo 3 prevede l’entrata in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Il provvedimento prende tempo. Le banche possono riprendere i finanziamenti senza incorrere in sanzioni

I problemi della raffineria in ogni caso non scompaiono con questa soluzione, semmai si rimandano. Certamente la società non risulta più “bancabile”: le banche non facevano più credito per il timore di incorrere in sanzioni. Ma con questo provvedimento di fatto si sollevano gli istituti di credito dall’impasse. Prenderebbe forma un consorzio tra le banche che coinvolge Intesa Sanpaolo, UniCredit, Mps, Banco Bpm e il Mediocredito Centrale nel quale potrebbe avere un ruolo anche Cdp per via dell’interesse strategico che Priolo ha per il Paese. La garanzia di ultima istanza sui prestiti delle banche, per un ammontare complessivo di circa 600 milioni, dovrebbe essere coperto dalla Sace, controllata dal ministero del Tesoro, per il 90% dell’ammontare per effetto del provvedimento di ieri (la garanzia di Stato è attorno al 70 pct di solito). Il restante 10% eventuale lo fornirebbero la Regione Siciliana e lo stesso Tesoro mentre si sta studiando anche un meccanismo che consenta l’emissione di lettere di credito.

L’obbiettivo della vendita: il colloqui tra il fondo Usa Crossbridge Energy e Lukoil

Nel frattempo si contiuna a pensare a un compratore: sul tema si continua a parlare del fondo Usa Crossbridge Energy. Lukoil, dopo aver fatto quanche avanti/indietro, recentemente sembra aver ripreso i colloqui con il fondo Usa,secondo il Financial Times. La transazione dovrebbe ammontare a 1-1,5 miliardi di dollari e verrebbe facilitata da Vitol, una delle più importanti aziende globali attive nel commercio di materie prime. I colloqui fra il gruppo Usa e Lukoil erano in corso dall’inizio del 2022 e avevano visto un’accelerazione quest’estate, quando un gruppo di dirigenti di Crossbridge era rimasto un paio di settimane nell’impianto di Priolo per la due diligence. I negoziati si sono poi interrotti a fine ottobre, ma Lukoil ora sembra di nuovo essere interessata, proprio in vista del blocco Ue.

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