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Luigi Boille: la prima grande raccolta dell’artista a Villa Torlonia

Il Casino dei Principi, luogo immerso nella natura di Villa Torlonia ospita dal 21 giugno al 3 novembre 2019 la mostra “Luigi Boille. Luoghi di luce, scrittura del silenzio. Opere 1958 –2015”, a cura di Claudia Terenzi e Bruno Aller in collaborazione con l’Archivio Luigi Boille.

ULa mostra è la prima grande antologica che Roma dedica all’artista in una sede istituzionale dopo la sua scomparsa avvenuta nel 2015 e racconta, attraverso una selezione di circa ottanta opere, il percorso artistico del maestro dal 1958 al 2015. 

A Elemento distintivo della ricerca artistica di Luigi Boille, considerato uno dei grandi protagonisti dell’informale, è il fatto che è stato oggetto di una continua evoluzione. Sul finire degli anni Sessanta le tele colorate e fitte lasciano spazio a macro forme che evolveranno, negli anni Settanta, verso unarabesco continuo e monocromo. Negli anni Ottanta si manifesta un ritorno alla materia e al colore mentre nel biennio 1990-1991 si assiste a un nuovo mutamento verso una superficie piena di segni su sfondi spesso monocromi.

I contatti più importanti sono quelli che ha con i critici come Michel Tapié, che lo inserisce nel clima culturale parigino nell’équipe della galleria Stadler in Europa e in Giappone nel gruppo Gutai e Pierre Restany che lo avvicina al gruppo della Jeune École de Paris.

La mostra si apre con alcune delle opere realizzate proprio alla fine degli anni Cinquanta, creando forti tensioni tra zone d’ombra e zone dominate dal colore. 

Il percorso prosegue con una serie di opere su carta che vanno dal 1958 al 2015, mentre una sezione della mostra raccoglie i dipinti realizzati tra il 1964 e il 1966, periodo in cui Boille rappresenta l’Italia al Guggenheim International Award di New York, insieme a Capogrossi, Castellani e Fontana. 

A seguire una selezione di opere realizzate tra gli anni Settanta e Ottanta dove il segno si intensifica su una vasta gamma di colori che invadono la tela, e in altre il segno emerge in rilievo come materia nelle centralità e nelle tracce di luce, mentre, all’inizio degli anni ’90, i segni diventano più spessi, più dinamici.

L’ultima sezione raccoglie le opere realizzate negli anni 1997-2015, in cui il segno si staglia su ampie campiture di colore. Boille pone su un colore di fondo, un segno, in questo caso una scrittura surreale che si accosta alla filosofia zen, alla quale Boille si era già avvicinato tempo prima.

“Vorrei fare un quadro molto grande, tutto bianco, con un piccolissimo segno al centro, ma piccolo” – Luigi Boille

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