Il presidente di Bnl-Bnp Paribas, Luigi Abete, romano, 67 anni, sarà il prossimo presidente della Febaf, la federazione delle banche e delle assicurazioni, che ha tra i suoi soci tutte organizzazioni del mondo finanziario e cioè l’Ania, l’Abi, l’Assogestioni, l’Aifi e anche Assosim, Assofiduciaria, Assoimmobiliare e Assoprevidenza. Abete, che è già vicepresidente di Febaf insieme a Innocenzo Cipolletta (Aifi) e Aldo Minucci (Ania) e che in passato è stato presidente della Confindustria e dell’Assonime, sarà nominato a fine maggio. Benchè le procedure interne alla Febaf non siano ancora state formalmente attivate, il consenso che Abete riscuote nel mondo bancario e assicurativo è molto forte.
In Febaf Abete troverà il suo habitat naturale perchè è da sempre l’alfiere del “fare squadra” a livello imprenditoriale. La sua idea di fondo è che, se tutte le rappresentanze imprenditoriali danno vita a una sorta di rassemblement e parlano a una sola voce quando trattano con il Governo e con i pubblici poteri ma anche con i sindacati, il loro potere contrattuale cresce. Fu proprio Abete a portare le imprese pubbliche in Confindustria facendo arricciare il naso a chi pensava e pensa che in questo modo Confindustria abbia perso la su autonomia per l’ovvia ragione che le nomine ai vertici dei grandi gruppi pubblici sono fatte dal governo; fu lui a portare le banche dentro l’Unione degli industriali di Roma, di cui pure è stato presidente: è stato ancora lui a coltivare i rapporti tra banche e industrie al vertice dell’Assonime, che raccoglie tutte le maggiori società quotate in Borsa.
Fu ancora Abete a pilotare Confindustria verso i grandi accordi interconfederali dei primi anni ’90 quando andava di moda la concertazione tra le parti sociali e il governo, allora presieduto da Carlo Azeglio Ciampi, che lo conobbe e l’apprezzò proprio in quella stagione e poi ne favorì l’ascesa ai vertici della Bnl, dove ha condotto una battaglia durissima e vittoriosa contro i “furbetti del quartierino”, sostenuti dall’allora governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, che non vedeva di buon’occhio la partnership con banche straniere.
Quando diventerà presidente di Febaf, Abete avrà principalmente tre compiti davanti a sè: rivitalizzare un progetto di unione tra banche e assicurazioni che non è mai pienamente decollato e che è rimasto in larga parte sulla carta malgrado la nascita di Febaf di sei anni fa; allargare la collaborazione del mondo della finanza a Confindustria; scegliere la sua squadra. La prima decisione che dovrà prendere sarà quella di confermare o meno il segretario generale di Febaf, il professor Paolo Garonna.
Di sicuro il già ricco medagliere di Abete, che è stato anche presidente dei Giovani imprenditori e presidente della Luiss e che è il fratello del presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio, Giancarlo, è destinato a breve ad arricchirsi.