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L’Ue strapazza l’Italia: riforme in stallo, rischio contagio

FIRSTonline

Da Bruxelles arriva contro l’Italia una bocciatura peggiore del previsto. Nel rapporto pubblicato oggi sulle riforme portate avanti dagli Stati membri, la Commissione europea ribadisce che nel nostro Paese persistono “squilibri eccessivi” a livello macroeconomico dovuti “all’elevato debito pubblico” e alla “protratta debolezza delle dinamiche della produttività”, in un contesto di “crediti in sofferenza a livello ancora elevato e alta disoccupazione”.

RISCHI CONTAGIO IN UE

Non solo: l’esecutivo comunitario si spinge oltre, sottolineando che esistono “rischi con rilevanza transfrontaliera”. In altri termini, Bruxelles teme la situazione italiana contagi altri economie dell’Ue (su questo punto siamo messi sullo stesso piano della Grecia e di Cipro), anche perché le condizioni del nostro Paese non sono destinate a migliorare nell’immediato futuro.

IL DEBITO NON CALERÀ NEI PROSSIMI ANNI

La Commissione infatti “non si aspetta che il rapporto debito/Pil diminuisca nei prossimi anni”, perché “le deboli prospettive macroeconomiche e gli attuali piani di bilancio del governo, anche se meno espansivi rispetto ai piani iniziali per il 2019, comporteranno un deterioramento dell’avanzo primario”.

IL PROBLEMA IRRISOLTO DELLA PRODUTTIVITÀ

Inoltre, in Italia “la competitività dei costi è stabile – si legge ancora nel documento – ma persiste una debole crescita della produttività”, che è “radicata in questioni di vecchia data riguardanti il funzionamento dei mercati del lavoro, del capitale e dei prodotti, aggravati da carenze nella pubblica amministrazione e nel sistema della giustizia, che pesano sulla crescita del Pil potenziale”.

NPL BANCHE: DIFFICILE MANTENERE IL RITMO DI RIDUZIONE

Per quanto riguarda il sistema bancario, “lo stock di crediti in sofferenza ha continuato a diminuire in modo significativo”, ma mantenere il ritmo di riduzione attuale “potrebbe rivelarsi impegnativo, date le condizioni di mercato”.

LO SPREAD SALE E PESA SUL PIL

Sul versante del debito, continua Bruxelles, “i rendimenti del debito sovrano sono superiori rispetto ai livelli dei primi mesi del 2018 e incidono sui costi di finanziamento e sulle riserve di capitale delle banche, pesando sul credito al resto dell’economia e sulla crescita del Pil”.

RIFORME IN STALLO

La Commissione si dice preoccupata per lo stallo delle riforme strutturali: “Nonostante alcuni progressi nel risanamento dei bilanci delle banche, nella riforma dell’insolvenza e nelle politiche attive del mercato del lavoro, l’impulso alle riforme si è sostanzialmente arrestato nel 2018”.

Secondo il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, “di tutti i Paesi europei, l’Italia è quello che ha subito il rallentamento più pronunciato. Il danno provocato dall’incertezza del governo italiano per quanto riguarda la sua politica di bilancio ha provocato una frenata dell’economia”.

BOCCIATI QUOTA 100 E REDDITO DI CITTADINANZA…

Più nel dettaglio, per Bruxelles la legge di bilancio 2019 “include misure politiche che invertono elementi delle precedenti importanti riforme, in particolare nel settore delle pensioni – continua il rapporto – e non include misure efficaci per aumentare la crescita”. Al contrario, queste misure “peseranno negativamente sulla sostenibilità delle finanze pubbliche, sulla produttività e sulla crescita del prodotto interno lordo potenziale”.

…MA IL PARLAMENTO APPROVA IL “DECRETONE”

Ironia della sorte, proprio mentre lanciava i suoi strali da Bruxelles, l’Aula del Senato dava il via libera al “decretone” su reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni con 149 voti favorevoli, 110 contrari e 4 astenuti. Il provvedimento passa ora al vaglio della Camera.

Tra gli emendamenti dell’ultima ora approvati a Palazzo Madama – oltre a quelli su stranieri e coppie divorziate – c’è l’obbligo per i beneficiari del reddito di cittadinanza di accettare ogni proposta di lavoro con salario di almeno 858 euro al mese.

Un’altra modifica del testo passata in Senato impone a chi percepirà il reddito di svolgere nel Comune di residenza da 8 a 16 ore settimanali di servizi utili per la collettività.

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Categories: Economia e Imprese