Troppo debito e troppo deficit: l’Italia continua a presentare “squilibri macroeconomici eccessivi”. In particolare, “sebbene vi siano stati alcuni miglioramenti, persistono vulnerabilità legate all’elevato debito pubblico e alla debole crescita della produttività, in un contesto di fragilità del mercato del lavoro e alcune debolezze nei mercati finanziari, che hanno rilevanza transfrontaliera”. Ma ci sono anche altri lati oscuri, a partire dai ritardi sul Piano di Ripresa e Resilienza (PNRR) e sulla riforma del fisco, che nonostante i provvedimenti recenti per l’Ue nulla è cambiato.
È quanto si legge nelle Raccomandazioni per l’Italia allegate al pacchetto di primavera del Semestre europeo presentato oggi, mercoledì 24 maggio, dalla Commissione europea. Sulla base di queste raccomandazioni i governi preparano le loro scelte di bilancio e di politica economica degli anni avvenire. E sebbene l’Italia, come altri paesi tra i quali Francia e Finlandia, non soddisfino il criterio del debito, Bruxelles ritiene che questo non costituisca un problema “date le condizioni economiche prevalenti”. E non ritiene giustificato aprire per l’anno corrente una procedura per deficit eccessivo. Ma la Commissione ha dichiarato che proporrà al Consiglio di “avviare procedure per i disavanzi eccessivi basate sul disavanzo nella primavera del 2024, sulla base dei dati di consuntivo per il 2023”. E avverte “l’Italia dovrebbe tenere conto nell’attuazione del bilancio 2023 e nella preparazione della bozza di bilancio per il 2024”.
Dunque, niente procedura d’infrazione per quest’anno (dato anche che il Patto di Stabilità è ancora sospeso) ma forse per il prossimo sì. E non si tratta di un avvertimento a vuoto.
Italia riduca deficit e debito se vuole evitare procedura
Il disavanzo pubblico dell’Italia è sceso dal 9% del Pil nel 2021 all’8% nel 2022, mentre il debito pubblico è sceso dal 149,9% del Pil alla fine del 2021 al 144,4% alla fine del 2022. “Il 24 maggio 2023 la Commissione ha pubblicato una relazione in cui ha discusso la situazione di bilancio dell’Italia, poiché nel 2022 il suo disavanzo pubblico superava il valore di riferimento del trattato del 3 % del Pil, mentre il suo debito pubblico superava il valore di riferimento del trattato del 60 % del Pil valore e non ha rispettato il parametro di riduzione del debito. La relazione concludeva che i criteri del disavanzo e del debito non erano soddisfatti”, scrive la Commissione.
Per quanto riguarda il rapporto debito/PIl rimane elevato, e aumenterà ancora senza misure. “Il rapporto debito/Pil è ulteriormente diminuito nel 2022 insieme alla ripresa economica. Rimane tuttavia elevato e costituisce una sfida sostanziale per la sostenibilità di bilancio. Il rapporto dovrebbe diminuire ulteriormente entro il 2024 ma aumentare nel medio termine in assenza di misure di risanamento”, prosegue nel documento.
Per il 2024 arriva il tetto sulla spesa
E poi il tetto sulla spesa primaria entro l’1,3%. Nelle raccomandazioni Ue, in ogni caso, viene indicato che “a politiche invariate le stime della Commissione prevedono che la spesa primaria nazionale è attesa crescere l’anno prossimo dello 0,8%, cioè al di sotto del livello raccomandato”. Le spese che l’Italia sosterrà per fronteggiare le conseguenze del maltempo in Emilia-Romagna saranno in linea di principio considerate misure temporanee e, quindi, non saranno conteggiate in quanto tali nella spesa totale ai fini della sorveglianza europea.
Cuneo fiscale alto, dubbi sulla flat tax
La Commissione è chiara anche sul fronte della politica fiscale: questa dovrà essere prudente e invita l’Italia a “ridurre ulteriormente le imposte sul lavoro e rendere più efficiente il sistema fiscale adottando e attuando debitamente la legge delega sulla riforma fiscale”, preservando la progressività del sistema e migliorando l’equità, in particolare razionalizzando e riducendo le spese fiscali, tra cui l’Iva e i sussidi dannosi per l’ambiente. E l’Ue sollecita ancora una volta ad “allineare i valori catastali agli attuali valori di mercato”. E poi esprime i suoi dubbi sulla flat tax. “L’estensione del regime forfettario ai lavoratori autonomi desta preoccupazioni per l’equità ed efficienza del sistema tributario. Anche l’introduzione di un nuovo regime forfettario sugli aumenti salariali per il 2023 ha aumentato la complessità. Nel marzo 2023 il governo ha adottato una nuova legge delega per una riforma generale del sistema tributario”.
PNRR rimane priorità, spingere sulla transizione verde
“L’attuazione del PNRR rimane la priorità politica fondamentale in quanto comprende riforme globali e investimenti significativi”, con queste parole Bruxelles riprende il nostro Paese sui fondi del PNRR. Poi la raccomandazione a “garantire una governance efficace e rafforzare la capacità amministrativa, in particolare a livello subnazionale, per consentire un’attuazione rapida e costante del piano di ripresa e resilienza. Completare rapidamente il capitolo REPowerEU per avviarne rapidamente l’attuazione. Procedere con la rapida attuazione dei programmi della politica di coesione”. Infine, il richiamo a “ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Snellire le procedure di autorizzazione per accelerare la produzione di ulteriori energie rinnovabili e sviluppare le interconnessioni elettricheper assorbirle. Aumentare la capacità di trasporto interno del gas per diversificare le importazioni di energia e rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento”. La Commissione europea invita ad “aumentare l’efficienza energetica e a promuovere la mobilità sostenibile” accelerando l’introduzione delle stazioni di ricarica.