L’Udinese rovina la festa. Il successo dei friulani impedisce alla Juve di brindare allo scudetto, rimandando così i giochi a domenica prossima, quando la squadra di Sarri ospiterà la Sampdoria. Una beffa vera e propria, tanto più che i bianconeri (di Torino s’intende) avevano chiuso il primo tempo in vantaggio: tutto sembrava apparecchiato per il successo finale, ma gli uomini di Gotti, motivati da una salvezza ancora da raggiungere, non erano dello stesso avviso.
Intendiamoci, il tricolore resta vicinissimo e difficilmente sfuggirà da qui al prossimo weekend, però è evidente che la Juve continui a mostrare troppe crepe e questo, in chiave Champions, preoccupa tantissimo.
I bianconeri hanno raccolto 5 punti nelle ultime 5 partite e solo il crollo di chi insegue ha reso facile il primato: diversamente, magari con un’Inter più cinica (da qui il nervosismo di Conte), staremmo parlando di un altro campionato. “In questa fase della stagione è difficile restare efficienti per 90′, le gare sono tutte strane – si è giustificato Sarri. – Il momento è particolare e conta più essere ordinati che forti tecnicamente, ora impariamo questa lezione: abbiamo perso per troppa voglia di vincere. Champions? Non guardo così in là, penso prima di tutto alla Sampdoria”.
E dire che il match si era messo bene con la Juve prima a sospirare di sollievo per un auto-palo di Danilo che avrebbe avuto del clamoroso, poi a trovare il vantaggio con De Ligt, bravissimo a trovare l’angolino basso con un tiro dalla distanza (42’). Restava solo un tempo da gestire, magari sfruttando gli spazi che l’Udinese avrebbe dovuto concedere per forza, invece la Signora, ancora una volta, ha staccato la spina troppo presto.
Al 52’ Nestorovski ha trovato l’1-1 con un colpo di testa ravvicinato su cui la difesa della Juve s’è letteralmente addormentata, poi, dopo una serie di attacchi confusi e poco pungenti, ecco la beffa finale firmata Fofana, bravissimo a cavalcare la metà campo juventina sguarnita e a battere Szczesny in pieno recupero (92’).
Obiettivo raggiunto invece per la Lazio, matematicamente in Champions grazie alla vittoria sul Cagliari. Ai biancocelesti servivano 2 punti per blindare il quarto posto, ne hanno ottenuti 3 battendo 2-1 gli uomini di Zenga, anche se è giusto sottolineare come il risultato sia stato tenuto in bilico soprattutto da Cragno, autore di numerose parate ai danni di Immobile e compagni. I sardi inoltre avevano spaventato non poco Inzaghi, portandosi in vantaggio sul finire di primo tempo con Simeone, fortunato nel trovare una deviazione decisiva di Luiz Felipe che spiazzava Strakosha (45’).
Ma nella ripresa ecco le giocate degli uomini più attesi, quelli che avevano portato la Lazio a credere addirittura nello scudetto, per poi calare nell’ultimo periodo: ieri però era una notte decisiva e così prima Milinkovic-Savic (47’, splendido tiro sotto l’incrocio) e poi Immobile (60’, diagonale di sinistro) hanno scardinato la porta di Cragno, regalando al club capitolino una qualificazione ai gironi di Champions che mancava da 13 anni.
“È una serata magica, anche se è normale avere un pizzico di rammarico per quello che è successo dopo la sosta – il commento di Inzaghi. – Ora godiamoci il risultato, poi penseremo al futuro: sappiamo che dobbiamo allungare la rosa, ma ho la fortuna di avere un direttore come Tare con cui vado d’accordissimo. Ci faremo trovare pronti…”.
Archiviata la giornata 35, è già ora di tuffarsi nella 36, che aprirà i battenti questa sera con un Milan-Atalanta (ore 21.45) davvero interessantissimo. A San Siro si affronteranno le due squadre più in forma del momento, una a caccia dell’Europa League diretta, l’altra di uno storico secondo posto. È evidente però che, al di là dei discorsi di classifica, si tratti di una gara molto speciale per Pioli, alla prima dopo la clamorosa conferma sulla panchina rossonera, per giunta esattamente un girone dopo il 5-0 dell’andata, punto più basso dell’intera stagione, per lui e per la squadra.
“Siamo un Milan completamente diverso da allora – ha glissato il tecnico parmigiano. – Faccio ancora fatica a non pensare al rinnovo, è ciò che desideravo e speravo. Ora però dobbiamo concentrarci solo sul finale di stagione, dopo il 2 agosto penseremo al futuro”. “Loro sono la squadra più in forma del momento, quindi sarà un test importante anche per la Champions – il pensiero di Gasperini. – Confermare il secondo posto per noi sarebbe un grandissimo risultato, anche se per qualcuno i secondi sono i primi perdenti…”.
Il riferimento a Conte, evidentemente, non è affatto casuale, ma ora è tempo di pensare alla partita. Pioli si trova in una situazione di grande emergenza, come si evince dalle assenze degli infortunati Romagnoli, Musacchio e Conti e dalle squalifiche di Hernandez e Bennacer. Il 4-2-3-1 rossonero vedrà così Donnarumma in porta, Calabria, Kjaer, Gabbia e Laxalt in difesa, Kessié e Biglia a centrocampo, Saelemaekers, Calhanoglu e Rebic sulla trequarti, Ibrahimovic in attacco.
Qualche problema anche per Gasperini, costretto a fare a meno del solito Ilicic e di Djimsiti. Il 3-4-2-1 bergamasco sarà composto da Gollini tra i pali, Toloi, Caldara e Palomino nel reparto arretrato, Hateboer, De Roon, Freuler e Castagne in mediana, Malinovskyi e Gomez alle spalle dell’unica punta Zapata.
Aggiornato alle 08:15 di venerdì 24 luglio 2020