È un’intervista amara quella rilasciata da Luciano Benetton al Corriere della Sera, in cui il fondatore del gruppo di abbigliamento parla del suo addio alla società e degli errori compiuti che hanno portato alla scoperta del buco da 100 milioni di euro presente bilanci della società.
Benetton: “Sono stato tradito”
“Mi sono fidato e ho sbagliato. Sono stato tradito nel vero senso della parola. Qualche mese fa ho capito che c’era qualche cosa che non andava. Che la fotografia del gruppo che ci ripetevano nei consigli di amministrazione i vertici manageriali non era reale” dice a chiare lettere Benetton.
Aveva lasciato l’azienda nel 2012, “con la società in salute, con un fatturato di 2 miliardi e in utile, anche se la logica dice che si può sempre fare meglio. Solo dopo una forte insistenza da parte di mio fratello Gilberto ho deciso di rientrare nel 2018”. Perché il gruppo aveva difficoltà a trovare una compagine manageriale di livello che non riusciva a trovare.
Benetton torna in qualità di presidente. “La società perdeva parecchio. Appena rientrato cerco di risolvere gli errori più evidenti, verso la fine del 2019 mi suggeriscono una candidatura per il ruolo di amministratore delegato”. Nell’aprile 2020 Massimo Renon diventa l’amministratore di Benetton. L’Ad non viene mai nominato all’interno dell’intervista, ma i riferimenti sono palesi: “Va detto che vengo avvertito da una telefonata accorata di un conoscente di non proseguire con questa persona perché la definisce assolutamente non idonea a un incarico così complesso”.
E ancora: “non mi ha mai chiesto nulla, né lui né i nuovi collaboratori che ha inserito, tra questi cinque provengono dall’area commerciale di una azienda con tradizione di mercato completamente diversa dalla nostra”.
Benetton e il buco da 100 milioni
“Mi accorgo che i numeri non mi tornano e che il problema va ben oltre a quanto hanno dichiarato a settembre. Tra l’altro era da parecchio tempo che mi arrivava uno scontento interno ed esterno all’azienda per l’atteggiamento arrogante e poco capace dei nuovi dirigenti. Frasi del tipo ‘abbiamo deciso noi e dovete attenervi’ che non siamo abituati né a sentire né ad utilizzare in azienda, danno la levatura della nuova compagine manageriale. Naturalmente lo faccio presente con fermezza ai ‘nuovi’ e in un cda manifesto la mia grande preoccupazione per un andamento economico che non quadra assolutamente”, prosegue Benetton.
Poi la scoperta: “in uno dei consigli dei mesi successivi scoppia la bomba, di questo si tratta. Presentano d’improvviso un buco di bilancio drammatico, uno shock che ci lascia senza fiato”. Ovvero “attorno ai 100 milioni. Comunque tutto quello che è emerso e sta emergendo da settembre ’23 è una vergogna”. E accusa: “O sono impreparati al punto da non saper comprendere i fondamentali dell’azienda, quindi in buona fede ma gravemente inadeguati agli incarichi che hanno ricoperto, oppure hanno deciso volontariamente di tenere nascosta la realtà dei fatti quindi omettendo informazioni preziose, fino al punto in cui non hanno più potuto nascondere la verità. Ci sarà un’investigazione a riguardo”.
“Da parte mia è stato grave l’essermi fidato e l’aver pensato che fossero consapevoli e responsabili – aggiunge Benetton – Una cosa del genere, però, a questo livello di gravità e sorpresa, è comunque impossibile prevenirla. Ma ripeto, non cerco scuse, mi assumo la responsabilità di aver sbagliato la scelta”.
Cosa accadrà adesso? “Nei prossimi mesi sarà fatto un piano per il futuro, abbiamo perso quattro anni e questo rende tutto più difficile non avendo la bacchetta magica. Purtroppo ci saranno sacrifici da fare. Quello che posso dire è che sarà messo il massimo impegno per ritrovare l’energia dei tempi migliori e dare nuova linfa a questo brand che rappresenta così tanto per la nostra famiglia e che porta il nostro nome”.