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Luce, mercato tutelato e mercato libero: guida in 3 punti

Foto di bertrand71 da Pixabay

Bolletta della luce: la scadenza per passare dal mercato tutelato a quello libero slitta ancora. Il decreto Milleproroghe ha spostato il termine per la terza volta, rinviando il Giorno X al primo gennaio 2023 (in precedenza si era passati dal 2018 al primo luglio 2020 e poi ancora all’inizio del 2022). Entro questa data, i consumatori e le microimprese che attualmente beneficiano del regime di maggior tutela – in cui tariffe e condizioni contrattuali sono stabilite dall’ Autorità di regolazione per l’energia, le reti e l’ambiente (Arera) – dovranno passare al mercato liberalizzato, dove i prezzi sono determinati dalla concorrenza fra gli operatori privati. Cerchiamo di fare chiarezza su alcuni punti di questa operazione.

1) PER CHI VALE LA NUOVA DATA?

La scadenza del primo gennaio 2023 vale per gli utenti individuali, le famiglie e per le microimprese che hanno contratti energetici con potenza fino a 15 kilowatt (per microimpresa s’intende un’azienda con meno di 10 dipendenti e fatturato annuo non superiore a due milioni di euro). In tutto, secondo i calcoli dell’Arera, le utenze interessate sono circa 15 milioni. Questo significa che oltre la metà del totale (36,5 milioni) è già in regime di mercato libero.

2) COSA SUCCEDE A CHI NON RISPETTA LA SCADENZA?

Niente paura: chi non passerà al mercato libero entro il 2023 non rischia alcuna interruzione della fornitura di elettricità. Le preoccupazioni però non mancano: finora, per famiglie e microimprese non è stata stabilita alcuna “procedura di transizione” in caso di mancato passaggio entro la scadenza. Questa procedura invece esiste già per le piccole imprese e per le microimprese sopra i 15 kilowatt, che avevano tempi più stretti, dovendo passare al mercato libero entro il primo gennaio 2021. È possibile che alla fine il ministero dello Sviluppo economico, cui spetta la decisione, scelga di replicare lo stesso schema anche per i clienti domestici e le microimprese sotto i 15 kilowatt. Il meccanismo prevede due fasi:

Fase uno. Alla scadenza del regime di maggior tutela, se il passaggio al mercato libero non è ancora avvenuto si entra automaticamente nel Servizio a Tutele Graduali. Per i primi sei mesi, l’operatore rimane lo stesso, ma sul contratto si attiva un’offerta simile a quelle di tipo Placet (Prezzo libero a condizioni equiparate di tutela), in cui il prezzo è determinato dal venditore e le condizioni contrattuali di Arera.

Fase due. Alla fine dei sei mesi, chi non è ancora passato al mercato libero può essere costretto a cambiare azienda di riferimento. L’Arera, infatti, assegna un operatore selezionato attraverso delle aste (al ribasso) organizzate per zone territoriali. Le condizioni del contratto rimangono quelle delle offerte Placet di cui abbiamo parlato nella Fase uno. Il prezzo invece cambia: “Rispetto all’assegnazione provvisoria – si legge sul sito dell’Arera – il prezzo pagato dai clienti finali dipenderà anche dal livello dei parametri offerto da ciascun esercente il Servizio a Tutele Graduali in ciascuna area territoriale di assegnazione del servizio”.

3) COSA COMPORTA IL PASSAGGIO AL MERCATO LIBERO?

A ben vedere, l’unico stress per gli utenti è la scelta. Per essere sicuri di risparmiare – o perlomeno di non rimetterci – è necessario confrontare le offerte dei vari operatori e stabilire quale sia la più adatta alle proprie esigenze. Il tempo non manca, quindi non bisogna farsi mettere pressione dai venditori via telefono. Una volta presa questa decisione, il passaggio è indolore: l’attivazione dei contratti del mercato libero è gratis e la procedura burocratica è responsabilità del nuovo fornitore, che si mette in contatto con il vecchio per fagli emettere la bolletta di chiusura. Durante la procedura non viene mai interrotta l’erogazione di elettricità agli utenti.  

Per altre informazioni è possibile contattare lo Sportello per il consumatore di Arera.

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