Per Elettricità e Gas torna tutto in alto mare. E il faticoso percorso verso la liberalizzazione piena del mercato subisce un nuovo salto indietro. Il Senato infatti ha giudicato inammissibile l’emendamento alla Legge di Bilancio – in corso di votazione a Palazzo Madama – che spostava la fine del regime di Maggio Tutela (cioè il regime dei prezzi amministrato dall’Authority Energia e ancora utilizzato da milioni di famiglie) al 1° gennaio 2022.
Cosa succede adesso? Per capirlo facciamo un passo indietro: la legge sulla concorrenza (n.124 del 2017) aveva fissato la conclusione della tutela di prezzo al 1° luglio 2019 per i settori dell’energia elettrica (clienti domestici e piccole imprese connesse a bassa tensione) e del gas naturale (solo clienti domestici). Il Milleproroghe 2018 ha però fatto slittare la data al 1° luglio 2020. Con un emendamento al disegno di legge di bilancio, firmato dai Cinquestelle e approvato nei giorni scorsi, la data di chiusura del mercato tutelato è stata poi rinviata di un altro anno e mezzo, al 1° gennaio 2022. Questo emendamento ora è stato dichiarato inammissibile, si torna perciò al 1° luglio 2020.
E’ un ritorno, tuttavia, temporaneo. L’incertezza determinata dal quadro legislativo – con questo continuo balletto di date – di fatto rende complicato spostare milioni di clienti, in pochi mesi, dal regime tutelato al libero mercato. La stessa Arera (Autorità indipendente per l’energia, i rifiuti e l’acqua) il 10 dicembre ha inviato una segnalazione al Parlamento e al governo per spiegare che “il 56% dei clienti domestici e il 43% dei non domestici erano ancora in regime di tutela nel 2018. Anche nel gas naturale, nello stesso anno, il servizio di tutela ha costituito la modalità di fornitura per il 50% dei clienti domestici e per il 43% dei condomini uso domestico”. A limitare la piena concorrenza nel settore, spiegava ancora l’Arera, “sono l’alta concentrazione nei mercati, la scarsa propensione dei clienti a muoversi nel mercato e i vantaggi competitivi dei fornitori storici”.
Da qui la proposta di seguire un percorso graduale, progressivo e certo: “Chiediamo quindi di introdurre norme che ci consentiranno di attivare la salvaguardia per le piccole imprese a gennaio 2021 e solo successivamente – con un percorso progressivo, trasparente e verificabile – di estenderne i meccanismi ai clienti domestici dell’elettricità e del gas”, così scriveva l’Arera.
In pratica un avvicinamento in più tappe. E’ da qui, probabilmente che ripartirà il governo: forse con il più tradizionale dei decreti, il “Milleproroghe” che ogni anno sposta decine di scadenze. Dannazione e delizia degli italiani che in parte ci contano e in parte non si rendono conto che la strategia dei rinvii non risolve i problemi ma semplicemente li sposta nel tempo.