“Aridatece la Gioconda”. Così recitava uno degli striscioni cult che hanno fatto il giro di siti e televisioni subito dopo la vittoria del Mondiale di calcio, il 9 luglio 2006. Oltre sei anni dopo quello smacco (sportivo) inflitto ai cugini francesi, la storia potrebbe ripetersi, e questa volta la vendetta potrebbe consumarsi direttamente nella stanza dei bottoni del Museo del Louvre a Parigi, dove è custodita l’opera-simbolo dell’arte italiana, la Gioconda di Leonardo da Vinci appunto.
Sia ben chiaro, Monna Lisa non tornerà a casa, ma stando a quanto riporta Le Figaro ben presto un direttore straniero, e dunque perché no anche italiano, potrebbe insediarsi a capo di uno dei musei più prestigiosi del mondo (sicuramente il più visitato) ed avere le “mani” sul capolavoro conteso da secoli tra i due Paesi. L’attuale direttore, Henri Loyrette, è in scadenza di mandato, e per il prossimo triennio – tanto dura la carica – non è escluso che il suo successore sia innanzitutto un tecnico (e non un burocrate, come lo era il 62enne originario di Neuilly) e magari anche straniero, come ha scritto persino Bloomberg, a testimonianza che il caso interessa e non poco anche la stampa internazionale.
Il Louvre infatti non è un museo qualsiasi: nel 2012 ha ospitato 10 milioni di visitatori e ha un budget di 200 milioni di euro, degno di una grande azienda a livello mondiale. Ecco perché la questione è delicata e, nonostante l’ipotesi stia prendendo corpo, pare difficile credere che un popolo nazionalista e geloso del proprio successo come i francesi possa realisticamente decidere di affidare un tale centro di soldi e potere a una personalità straniera. Il Ministero della Cultura, nel dubbio, ha scaricato la patata bollente a un comitato di saggi, che dirimerà la questione. I precedenti però, questo va detto, ci sono: il Museo nazionale d’arte moderna, presso il Centre Pompidou, è per esempio diretto dal tedesco Werner Spies. E se invece il Louvre, proprio lui, il museo della contesa Gioconda, finisse in mano a un italiano?