“Il punto non è l’accorpamento di Aams, ma la necessità di un presidio del settore. I giochi in Italia valgono l’1,2% del Pil e sono difficili da gestire. Data la rilevanza dell’attività, le risorse devono essere adeguate, non solo a tutela delle società, ma anche dei cittadini e delle persone che di questo vivono”. Così Marco Sala, amministratore delegato di Lottomatica, commenta la decisione del Governo di abolire i Monopoli di Stato, trasferendo le loro funzioni all’Agenzia delle Dogane.
In tempi di spread e nuove tasse, in effetti, i giochi valgono per l’Erario all’incirca quanto una mezza finanziaria. Secondo i numeri diffusi oggi proprio da Lottomatica durante la presentazione del bilancio sociale, l’anno scorso il mercato ha prodotto in Italia una raccolta di 18,4 miliardi di euro (+5,7% sul 2010), al netto delle vincite. Il valore per le casse pubbliche è stato di 8,85 miliardi, di cui 4 miliardi in arrivo solo dalla concessionaria del Lotto e dei Gratta e vinci.
“Nel 2011 il nostro fatturato è stato di poco inferiore ai 3 miliardi – ha continuato Sala – e il 60% è stato realizzato in Italia”. Il gruppo “impiega più di 8.000 persone in 52 paesi” e nell’ultimo anno ha guadagnato in Borsa oltre il 20%. Domanda: un risultato del genere è stato raggiunto nonostante o grazie alla crisi? Per Sala “non è vero che i giochi siano anticiclici. Si pensa che nei momenti di difficoltà le persone tendano a giocare di più, ma è falso. Piuttosto, il nostro è un settore aciclico, tende ad una certa costanza”.
A fronte di un fenomeno così ampio, è inevitabile che sorgano problemi sociali come le ludopatie e il gioco minorile. Per contrastare queste deviazioni, Lottomatica ha messo in campo una serie di iniziative, fra cui l’adesione al Codice di autodisciplina pubblicitaria. “Riteniamo che sia importante il rafforzamento delle regole su cui si basa la nostra pubblicità – ha detto Renato Ascoli, direttore generale del gruppo -, per questo siamo stati felici di lavorare con Confindustria per realizzare questo progetto”.
A livello mondiale, l’anno scorso il mercato ha registrato una raccolta pari a 417 miliardi di dollari (sempre al netto delle vincite), di cui 94 miliardi in Europa. E i numeri continuano a crescere.