X

Lotta alla plastica: via a Parigi al vertice per un trattato mondiale. Cresce il giro d’affari illegale

Eniday

La sede è quella dell’Unesco a Parigi e i delegati di 175 Paesi sono riuniti alla ricerca di un trattato internazionale sull’uso della plastica. È la seconda di cinque sessioni programmate dall’Onu per combattere tutti insieme l’invasione della plastica a terra e in mare. Le cifre del mancato trattamento, del riciclo, fanno venire le vertigini. “Produrre, consumare e gettare via la plastica costa quasi 4mila miliardi di dollari l’anno, dice il WWf e l’Onu ha in mano più o meno le stesse cifre. Se non si riuscirà a trovare un accordo, altre previsioni indicano in oltre 7 mila miliardi di dollari lo spreco al 2040. Nel 2050, poi, “rischiamo di avere più plastica che pesci nei mari” ha detto Inger Andersen direttrice esecutiva del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. I tempi per trovare l’accordo sono lunghi, entro il 2024, quando il livello dell’inquinamento marino, in particolare, sarà salito ulteriormente. Le isole di plastica che gli scienziati hanno trovato negli Oceani hanno fatto dire al Presidente francese Emmanuel Macron, che l’inquinamento da plastica è una “bomba a orologeria. Due giorni fa anche nella Senna è stata trovata plastica di ogni tipo; trovati alcuni flaconi risalenti addirittura agli anni ’60. Un tema centrale nella discussione è la circostanza che i Paesi più ricchi si sbarazzano dei loro rifiuti portandoli nei Paesi più poveri.

La plastica ha effetti sulla salute umana.

La plastica abbandonata è un killer senza tempo. Dal punto di vista ambientale e della salute, bottiglie, flaconi, contenitori, reti, buttati nei posti più impensabili del pianeta si disintegrano e producono nanoplastiche che i pesci e gli uccelli marini mangiano. È a questo punto che le microplastiche entrano nella catena alimentare umana. Ormai abusiamo della plastica perché è a buon mercato, è stato detto a Parigi. È vero, ma ci sono sistemi e processi di riciclo avanzati che vedono alcuni Paesi – tra cui l’Italia – ben organizzati. “È un problema di clima, un problema di natura, un problema di salute”, ha twittato il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Macron ha rilanciato: “Occorre fare in modo che la fine dell’inquinamento da plastica crei valore. Con la raccolta differenziata, il riciclo e il riutilizzo, possiamo sviluppare attività economiche che creino posti di lavoro e ricchezza”.

In sostanza rivedere il sistema mondiale dei rifiuti che nelle “pieghe” resta un buon affare per le organizzazioni criminali. Dei 460 milioni di tonnellate prodotte ogni anno un quinto viene bruciato illegalmente. Se e quando il trattato internazionale arriverà, sarà necessario accelerare al massimo le iniziative nei singoli Stati per bloccare gli scenari catastrofici al 2040 e 2050. Le scelte le farà la politica che, ormai, con i vertici G7, 8, 20 ha gravato gli archivi istituzionali di documenti pro-clima senza molta utilità operativa. Sabato a Parigi ci sarà un vertice di 60 Paesi dal quale (quasi certamente) verrà fuori un altro documento che leggeremo. Sperando che poi arrivi il trattato mondiale.

Related Post
Categories: Economia e Imprese