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Lotta alla corruzione: occhio alla governance e ai controlli

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Un raffinato esercizio di declinazione dei diversi aspetti della governance in ottica di contrasto della corruzione, condito da qualificate esperienze maturate sul campo. È stato questo il senso e il filo conduttore di una Tavola Rotonda svoltasi all’Università Tor Vergata di Roma, quale evento conclusivo della III° edizione del Master Anticorruzione, organizzato dalla sua Tutor Daniela Condò.

Una serie di interessanti riflessioni, stimolate dalle considerazioni iniziali di Aristide Police, docente di Diritto Amministrativo e senior partner di Clifford Chance, che hanno coinvolto esponenti dell’Accademia, della magistratura, delle Forze dell’Ordine, del mondo aziendale e della società civile.

Per Carlo Regoliosi, docente di Economia Aziendale e Direttore del Master “Governance, sistema di controllo e auditing” presso l’Università di Roma 3, in questa analisi vanno sottolineati da un lato il ruolo centrale del dato antropologico, al di là della scelta del modello di governance; dall’altro l’importanza di osare di avventurarsi, toccando il tema della governance, anche su nuovi terreni solo parzialmente esplorati, come nel caso dei nuovi scenari dischiusi dalla crescente digitalizzazione economica.

Gli ha fatto eco Emiliano Di Carlo, docente di Economia Aziendale e Vice Direttore Esecutivo del Master Anticorruzione, che si è soffermato sulla corretta definizione di corruzione che è cattiva governance e cattiva gestione aziendale, in quanto incrina “l’integrità degli attributi che qualificano l’azienda”; o, pur mantenendoli integri, “porta il sistema aziendale verso un finalismo che allontana dal bene comune dell’azienda stessa, degli stakeholders e della collettività”

Dal canto suo Luigi Orsi, Sostituto Procuratore Generale della Corte di Cassazione, ricordata la difficoltà di perseguire efficacemente sul piano giudiziario il fenomeno della corruzione con l’attuale strumentario disponibile, ha puntato il dito contro la complessità del sistema autorizzativo a monte di qualsiasi attività economica: un sistema che sembra fatto apposta per favorire i tentativi corruttivi nel processo di rilascio delle autorizzazioni, legato all’inizio di qualsiasi attività.

Per le Forze dell’Ordine rappresentate da Maurizio Bortoletti, Colonnello dell’Arma dei Carabinieri, il tema si può inquadrare nel “gestire la cosa pubblica come si trattano i propri interessi personali …sarebbe sufficiente un trip advisor dei servizi pubblici con la successiva chiusura di quelli non efficienti che vengono evitati dai cittadini”. Altrimenti si potrebbe creare un ulteriore paradosso, “mantenendo in essere e facendolo pagare al contribuente chi lavora male, a scapito di chi lavora bene che viene pagato allo stesso modo, per di più lavorando sotto stress e con maggiori rischi di sbagliare”.

Il mondo delle aziende ha parlato attraverso Gianfranco Cariola, Responsabile Audit del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, il quale ha sottolineato il ruolo essenziale che hanno “leadership, commitment e tone at the top nel processo di prevenzione della corruzione e nella scelta dei modelli di governance”. Ormai “l’azienda fa parte di un ecosistema complesso con cui scambia osmoticamente opportunità e rischi, proiettando il sistema dei controlli aziendali verso una nuova dimensione aperta che supera i tradizionali confini aziendali, trasformandolo in controllo diffuso e partecipativo… E la tecnologia del blockchain contribuisce ad accelerare tale trasformazione”.

E, infine, per il pianeta delle associazioni di società civile Federico Anghelé, uno dei Fondatori di Riparte il futuro, oltre a concordare con il principio del rilievo di una corretta governance per fronteggiare la corruzione, ha ricordato le campagne condotte dalla sua associazione in occasione delle elezioni amministrative del 2016/17; campagne finalizzate a una maggiore moralizzazione della vita pubblica attraverso la pubblicazione, sia dei dati patrimoniali, dei potenziali conflitti di interessi e della fedina penale dei candidati sindaci; sia con l’impegno, una volta eletti, a introdurre nel regolamento comunale i criteri di trasparenza sulle votazioni e sulle nomine dei candidati, futuri responsabili delle società partecipate”.

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