Condividi

Lotta alla CO2: il Gruppo Sofidel sceglie il bio-syngas per produrre carta in Svezia

La produzione di carta negli stabilimenti dell’azienda entro il 2023 avverrà solo con fonti rinnovabili. Il rapporto con l’Università.

Lotta alla CO2: il Gruppo Sofidel sceglie il bio-syngas  per produrre carta in Svezia

La lotta alla CO2 si estende all’industria della carta, grazie anche alla ricerca universitaria. Porta infatti la firma degli ingegneri del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Pisa (DICI) la nuova tecnologia che farà funzionare la cartiera della Sofidel in Svezia. E’ una tecnologia a zero impatto ambientale che vede in campo la collaborazione tra l’Università e i gruppi Andritz e Meva Energy. A regime il sistema farà risparmiare 8.500 tonnellate di emissioni di CO2 all’anno. Il nuovo impianto dell’azienda italiana è stato presentato a Tissue World di Miami e conferisce alla ricerca italiana un attestato di grande valore.

L’impianto andrà un funzione entro il 2023 e userà solo bio-syngas, un gas di sintesi non inquinante. La Sofidel è a capo di ben 17 società dislocate tra Europa e Stati Uniti con un fatturato di 2 miliardi di euro. Ha il primato di produzione di 1,4 milioni di tonnellate di carta da cellulosa, frutto del lavoro di circa 7 mila dipendenti. Nel suo business plan ha deciso di sostituire tutte le fonti fossili per abbassare gli impatti ambientali della produzione di carta. Al massimo entro due anni la carta prodotta ed esportata nascerà da processi completamente green. Gli impianti con la nuova tecnologia non dovrebbero perdere in efficienza, poiché il syngas sarà prodotto da gassificazione di scarti legnosi recuperati in loco. Un esempio di economia circolare senza emissione di carbonio, come, peraltro, è richiesto da alcune normative europee.

Rispettare i target della lotta al cambiamento climatico

L’Università di Pisa con il suo lavoro ha, dunque, avuto il merito di reindirizzare la produzione di un colosso cartario. “È un’attività estremamente energivora – dice la Prof. Chiara Galletti. Con un impatto di circa 0.6 kg equivalenti di CO2 per kg di carta prodotta”. Su cosa sono impegnati all’ateneo pisano? ”La lotta al riscaldamento globale, aggiunge Galletti, passerà attraverso una produzione di energia per l’industria a impatto zero, che rinunci al fossile in favore di fonti rinnovabili, mantenendo però al contempo le medesime prestazioni, un requisito fino ad ora molto difficile da soddisfare”.

L’industria della carta in queste settimane è stretta dalla morsa del caro energia, ma le scelte che riguardano il futuro e la conversione del cicli di produzione sono imprescindibili. “Noi lavoriamo per la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio” commenta Luigi Lazzareschi, Amministratore Delegato del Gruppo Sofidel. Gli obiettivi al 2030 di riduzione delle emissioni inquinanti del gruppo hanno avuto il benestare del Science Based Targets initiative (SBTi) come coerenti con le riduzioni necessarie a limitare il riscaldamento globale al di sotto dei 2°gradi secondo gli accordi di Parigi. Da una storica Università italiana un valido sostegno.

Commenta