Eccolo di nuovo, l’intramontabile fascino dell’oro. Il metallo giallo ha rotto stamane la barriera tecnica dei 1.845 dollari l’oncia, fino a quota 1.852, ai massimi da tre mesi, prendendosi una rivincita sul bitcoin, giù del 12%, a poco più di 43 mila dollari. Un rimbalzo, quello dell’oro, che trae alimento soprattutto dai dubbi sull’avanzata dell’inflazione, ormai fenomeno globale come dimostra stamane il dato in arrivo dal Giappone: +3,6% grazie alla spinta delle materie prime, nonostante l’industria giapponese, ammaestrata dall’esperienza di tsunami e terremoti che ha consigliato di provvedere a scorte adeguate in caso di emergenza, sia stata l’unica ad aver evitato la penuria di chip.
TAIWAN CEDE L’11%, CONTINUA LA MARCIA DI SHANGHAI
I mercati asiatici, più che all’inflazione, guardano stamane alla curva dei contagi, che, complice la variante indiana, torna a salire anche nei Paesi più virtuosi. Taiwan, finora la più virtuosa nel contenere l’avanzata del Covid-19, ha annunciato un prossimo lockdown. Le città giapponesi, una dopo l’altra, stanno rinunciando ad ospitare le squadre di atleti per la prossima disgraziata Olimpiade.
L’indice della Borsa di Taiwan ha perso l’11%. Sono in calo il Nikkei di Tokyo (-1,4%), il Kospi di Seul (-0,9%) e il Giacarta Composite (-1%).
Reagisce invece al rialzo (+1,7%) l’indice Csi 300 di Shanghai e Shenzhen. Nelle ultime cinque sedute il rialzo ha superato il 4%. Cresce intanto l’orgoglio per la nuova missione spaziale di Pechino. Giovedì verrà agganciato il secondo modulo alla navicella già in orbita.
CINA: SALE LA PRODUZIONE, CONSUMI BRILLANTI MA NON TROPPO
Gli ultimi dati testimoniano peraltro di alcuni intoppi nella ripresa dell’economia cinese. È sempre sostenuta, seppur in frenata, la produzione industriale (+9,8%, contro +14,1% a marzo). Non decollano come auspicato i consumi: +17,7%, la metà di marzo (+34,2%) e assai meno del previsto (+24,9%).
In lieve calo i future sui listini Usa (-0,1%).
Inizio di settimana in modesto rialzo per le materie prime. Il petrolio WTI è poco mosso a 65,4 dollari il barile, dal +0,8% della scorsa settimana. In rialzo del 2% il future del gas naturale. Rimbalza il minerale di ferro, +1%, dal -15% della scorsa settimana.
ARRIVANO LE MINUTE DELLA FED E L’INFLAZIONE UE
L’inflazione resta comunque al centro delle attenzioni dei mercati occidentali. Gli operatori, in particolare, si chiedono se la Fed, al di là dell’ottimismo ufficiale, si stia preparando a fronteggiare l’aumento dei prezzi più alto dal 2008. In questa chiave, gli indizi più importanti arriveranno dalla pubblicazione delle minute dell’ultima riunione della Banca centrale, che saranno pubblicate mercoledì. Oggi parlerà il vicepresidente dell’istituto Richard Clarida.
Mercoledì uscirà anche il dato sull’inflazione europea. Riflettori accesi sull’euro, che da inizio aprile ha guadagnato 3,5 punti sul dollaro sull’onda del miglioramento dei dati economici e dei progressi della campagna vaccinale. Stamane il cross con il dollaro della moneta unica è in rialzo dello 0,5%, a 1,2135.
L’ITALIA ALLENTA IL COPRIFUOCO, VERSO UN NUOVO DL SOSTEGNI
In Italia l’attenzione è concentrata sul varo del decreto Sostegni bis, che dovrebbe includere i nuovi ristori alle aziende e un rinvio a fine giugno dello stop delle cartelle fiscali. Il decreto, con una dote finanziaria di circa 40 miliardi, prevederà anche un bonus contributivo in alcuni settori come commercio e turismo. Durante la cabina di regia di oggi, il governo definirà un probabile nuovo allentamento delle restrizioni dal 24 maggio, tra cui il posticipo del coprifuoco alle 23, come richiesto dal centrodestra e da alcuni governatori regionali.
Da seguire l’andamento dei prezzi al consumo italiani di aprile. Dagli Usa l’indice Empire Manufacturing sull’attività industriale del Nord Est degli Stati Uniti. Ancora più importanti le statistiche sull’andamento del mercato immobiliare e degli acquisti di attività finanziarie.
In uscita il dato sul Pil della Russia nel primo trimestre.
GENERALI, CALTAGIRONE ANCORA ALL’ATTACCO
In movimento il mondo delle società. Si riunisce oggi pomeriggio a Milano il consiglio delle Generali per approvare la trimestrale. I conti saranno annunciati alle 7e 30 di domani 18 maggio.
Ma a tener banco è ancora l’offensiva di Francesco Gaetano Caltagirone, vicepresidente e secondo azionista del Leone, contro l’ad Philippe Donnet, che, tra l’altro, ha appena annunciato di aver preso la cittadinanza italiana, il che la dice lunga sulla volontà di prolungare la sua permanenza nella compagnia, dove il suo mandato scadrà tra undici mesi. Ma dovrà fare i conti con il bellicoso tycoon romano, che la scorsa settimana, rivela Repubblica, ha spedito ai consiglieri un’email per ribadire ciò che, a suo parere, non funziona nella governance. In particolare, il costruttore chiede la creazione di un comitato esecutivo dove un numero ristretto di consiglieri avrebbe un potere decisionale più forte, l’introduzione della figura del direttore generale con deleghe attribuite dallo stesso cda e un rafforzamento dei poteri del presidente. In altre parole, un ridimensionamento dei poteri dell’ad e un’ipoteca sulle scelte per il prossimo cda.
RCS ALLE PRESE CON LA VENDETTA DI BLACKSTONE
Da seguire invece sui tabelloni elettronici dei desk l’andamento dei titoli Rcs Mediagroup e Cairo Communication. In particolare, si dovrà valutare l’impatto sull’editrice del Corriere della Sera (oggi va in pagato la cedola di 0,03 euro) dell’esito dell’arbitrato tra la casa editrice e Blackstone, che ha stabilito che “non vi è alcuna evidenza” che nel contratto di compravendita tra Blackstone e Rcs per il complesso immobiliare di Via Solferino a Milano gli amministratori della passata gestione di Rcs (pre Cairo, ndr) “abbiano concorso col proprio comportamento a favorire un’operazione speculativa di Blackstone, al punto di inscenare una fittizia procedura di vendita competitiva”.
Nulla vieta, a questo punto, che il colosso Usa faccia causa al foro di New York attribuendo a Rcs la responsabilità per la mancata rivendita, con grande plusvalenza, dell’immobile. Il rischio è calcolato in centinaia di milioni. Urbano Cairo, peraltro, si è cautelato ottenendo una manleva dal cda che a suo tempo, convinto della vittoria, non aveva stanziato alcuna cifra al fondo rischi. Anche questo potrebbe non essere gradito ai creditori, Banca Intesa in testa.
Oggi, a parte Rcs, vanno in pagamento i dividendi di Credem (0,2 euro); Cembre (0,9 euro); Cementir Holding (0,14 euro); MutuiOnline (0,4 euro); Neodecortech (0,09 euro); RcsMediagroup (0,03 euro) e Ilpra (0,03 euro – prima tranche).
IL MADE IN ITALY SECONDO LVMH È IL PROSECCO
Continuano a piovere i riconoscimenti ai successi di Campari. Dopo la notizia che l’Aperol spritz presto sarà imitato da un prodotto di Lvmh, stamane Les Echos (il quotidiano economico controllato da Bernard Arnault) si spinge a giudicare il Prosecco “una dei più importanti risultati del Made in Italy negli ultimi 15 anni che i è imposto come un simbolo della Dolce Vita nei bar di New York e nei ristoranti di Londra”.
AT&T DISCOVERY: UNA NUOVA ANTI-NETFLIX
Grande fermento nel settore media: AT&T, che controlla Warner Media, Hbo e Cnn, si accinge a dar vita assieme a Discovery ad un gigante dello streaming da 150 miliardi di dollari, con uno dei più ricchi cataloghi del mondo dello spettacolo. Il colosso telefonico, che aveva speso 109 miliardi per entrare nel settore, cerca così di trovare uno spazio in un settore affollato dove Netflix conta 210 milioni di abbonati, davanti a Walt Disney (104) e competitor del calibro di Apple, Amazon e YouTube (Google).
A Wall Street terrà banco in settimana l’andamento dei consumi. Arrivano le trimestrali di Wal Mart, Home Depot, Target e i grandi magazzini Macy’s.
IPO OATLY, UN LATTE DIGITALE DA 10 MILIARDI DI DOLLARI
Riflettori sull’Ipo di Oatly, la debuttante che ha lanciato in grande stile il latte vegano, di esclusiva origine vegetale, punta a una valutazione di dieci miliardi di dollari, forte di testimonial quali Oprah Winfrey e Jay Z. Attesa per la visita in settimana del presidente Biden agli impianti di un’azienda icona dell’economia Usa: la Ford, che ha appena annunciato il varo di una politica di forti investimenti nelle batterie. Sarà l’occasione per illustrare i piani della Casa Bianca per fronteggiare la crisi dei chip.