Il metallo giallo, che continua a oscillare come un marinaio ubriaco, ha recuperato un terzo del terreno perduto dopo il crollo di ieri. Il fatto che il presidente della Fed Ben Bernanke non avesse detto niente a proposito di altri interventi di espansione quantitativa della moneta, era bastato a punzecchiare la bolla dell’oro, che si andava gonfiando da tempo.
Sui mercati asiatici, quella di oggi è stata una giornata calma, con pochi movimenti sia per le azioni che per le valute. Le notizie reali, comunque, continuano a essere buone. In Cina il Pil ha rallentato solo modestamente, da un tasso, sull’anno (in Cina non esistono dati destagionalizzati del Pil) del 9.1% nel terzo trimestre a un 8.9% nel quarto, e le indicazioni che provengono dagli indici PMI di febbraio sono positive: ambedue gli indicatori PMI che si fanno concorrenza in Cina sono saliti.
Anche in Giappone l’indice PMI si mantiene sopra il livello di 50, che indica un progresso della produzione; altri indicatori, sia quelli relative alle vendite al dettaglio che alle spese di investimento, mostrano una economia in ripresa.
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