L’asta è accompagnata da un catalogo molto curato che propone ai collezionisti di tutto il mondo capolavori dell’arte italiana del primo e del secondo Novecento, provenienti da collezioni private, e, nella fattispecie, da raccolte americane, tedesche, svizzere ed italiane.
Iniziamo questa breve carrellata citando le opere dei primi decenni del ‘900 e, precisamente, menzionando un importante opera su carta del 1913 di Giacomo Balla, proveniente dalla collezione di Alfred Barr, il leggendario fondatore e direttore del MoMA di New York. L’opera è stata acquistata da Barr in occasione di un suo viaggio a Roma (dove incontrò l’artista) nel 1948, come regalo per la moglie, Margherita Scolari Barr, storica dell’arte. Volo di Rondini si presenta ora in asta con una stima di 180-250.000 GBP. Segue un rarissimo De Chirico del 1929, Gli Archeologi, dipinto negli anni che segnano il ritorno dell’artista verso il Classicismo. L’opera reca in catalogo una stima di 600-800.000 GBP.
Sempre degli anni Trenta una Natura Morta di collezione italiana, opera di Giorgio Morandi realizzata nel 1938 (val 650-850.000 GBP) molto simile alla bella Natura Morta che si propose nel 2000 a Londra nel corso dell’edizione dedicata all’Italian Sale di quell’anno che fu aggiudicata a 839.500 GBP.
Domenico Gnoli, Waist Line, 1969 – est 2.000.000 – 3.000.000 GBP
Da una collezione privata italiana un magnifico Cavaliere – ritratto nel momento cruciale in cui la caduta si rivela ormai inevitabile – perfettamente cesellato e dipinto da Marino Marini; la scultura ha una valutazione di 750.000-1.000.000 GBP.
Fra le gemme della vendita una grande tela orizzontale, proveniente da una collezione privata tedesca del raro e grandissimo Domenico Gnoli: si tratta di Waist Line, olio su tela – con una valutazione oscillante fra i 2-3.000.000 GBP – fu creato all’apice della carriera, un anno prima della sua morte.
Gli anni Sessanta sono rappresentati ad alto livello in questa selezione d’asta, al cui centro sta una collezione privata italiana (vedi comunicato stampa ad hoc) con opere esclusivamente bianche e tutte datate dal 1965 al 1967, e nello specifico citiamo un Bonalumi bianco (300-400.000 GBP), un Simeti bianco (80-120.000 GBP), un Teatrino bianco di Fontana (400-600.000 GBP) ed un capolavoro assoluto di Enrico Castellani, vasta Superficie Bianca (234×280 cm) datata 1967 e stimata dagli esperti 1-1.500.000 GBP – vedi comunicato ad hoc.
Dalla collezione milanese di Alessandro Grassi, per rimanere negli anni Sessanta, proviene Zero di Mario Schifano stimato 40-60.000 GBP e una bella opera dello stesso anno dello Schifano ma realizzata da Tano Festa Via del Lavoratore 83, 140×180 cm, valutato 40-60,000 GBP.
Alighiero Boetti è presente a Londra con alcune opere, ma qui, per brevità, menzioniamo quella del 1990, un’opera rara e proveniente sempre dalla collezione Grassi dal titolo Tavole Pitagoriche di cm 180×225, in cui Alighiero “gioca” con i numeri 1,2,3, ripresi in tutte le lingue. I venti quadrati che compongono il lavoro recano in catalogo la stima di 1-1.500.000 GBP.
Alighiero Boetti, Tavole Pitagoriche, 1990 – est 1.000.000 – 1.500.000 GBP
È datato 1962 ed era nella collezione dell’artista Roberto Crippa il Concetto Spaziale, Attese (stima di 1.500.000 – 2.000.000 GBP), cinque tagli bianchi che fu donato dal Crippa, vero appassionato di evoluzioni aeree acrobatiche, al collezionista che lo mette in asta, grande chirurgo milanese. Quest’opera ha suggellato la storia di un’amicizia ed anche il miracolo che il valente medico operò salvando, con ripetuti interventi e cure, gli arti inferiori di Roberto Crippa.
Sono meno di dieci gli esemplari con tagli su due registri di Lucio Fontana: il Concetto Spaziale, Attese presentato in asta è uno dei primissimi, fu realizzato nel 1964 ed è valutato 2.200.000 – 2.800.000 GBP.
Infine, un capolavoro assoluto di Piero Manzoni, esposto alla Tate Modern di Londra nel 2005 e alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma nel 1971: un bellissimo e maestoso (110 x 150 cm) Achrome di qualità museale, creato dal rivoluzionario artista nel 1958-1959. Di queste monumentali dimensioni, Manzoni ne realizzò solo 9 esemplari, di cui uno è conservato al Centre Pompidou di Parigi, uno alla GAM di Torino, uno al Museum Modernkunst di Vienna, ed un altro nella collezione Rachowsky a Dallas. L’opera – caolino su tela – è stimata 5-7.000.000 GBP.