L’Italia chiude l’Olimpiade di Londra eguagliando gli ori di Pechino 2008, otto, e migliorando il bottino complessivo di una medaglia, da 27 a 28. Risultato positivo, leggermente sopra le attese che parlavano di 25-26, e a ridosso della soglia del grande successo, quelle 30 medaglie ritenute alla vigilia quasi irraggiungibili ma che a questo punto, considerando alcune medaglie “di legno” che ancora gridano vendetta (vedi Cagnotto e Ferrari), erano davvero a portata. L’Italia finisce così ottava nel medagliere finale, appena dietro alla Francia e saldamente nella top ten davanti alla sorprendente Ungheria e alla deludentissima Australia.
Fuori dalle prime dieci Giappone, Olanda e Ucraina, mentre nazioni come Spagna e Brasile sono addirittura oltre il ventesimo posto, dietro anche a Iran e Giamaica. La classifica è vinta dagli Stati Uniti, in netto vantaggio sulla Cina sia rispetto agli ori conquistati che alle medaglie totali. Anzi, il gigante asiatico è stato quasi insidiato dai galvanizzatissimi padroni di casa della Gran Bretagna, autori di un exploit storico con 65 medaglie di cui 29 ori, che hanno permesso agli atleti di Sua Maestà di lasciare fuori dal podio nientemeno che la Russia.
Nell’ultima giornata non è arrivato nessun oro ma comunque ben cinque medaglie: solo nella prima giornata, sabato 28 luglio, se ne erano vinte così tante, con due ori, due argenti e un bronzo. L’Italia dunque finisce come aveva cominciato, anche se questa volta è mancato il colore più pregiato e sono arrivati 2 argenti e 3 bronzi.
I due secondi posti sono quelli del pugile Roberto Cammarelle nella categoria supermassimi, che cede in finale al britannico Joshua solo per verdetto della giuria, ritenuto da molti scandaloso ma in realtà semplicemente discutibile, e del Settebello, autore in questo torneo di pallanuoto di una cavalcata a dir poco trionfale, eliminando prima i tri-campioni olimpici in carica dell’Ungheria e poi la favoritissima Serbia, salvo poi cedere in finale alla Croazia dell’ex ct Rudic per 8-6.
Peccato davvero, ma resta un bel podio per uno sport che ha sempre dato molto alle spedizioni olimpiche azzurre, e questa volta aveva anche il compito di “salvare” il bilancio degli sport di squadra, che tra non qualificazioni ed eliminazioni precoci qui a Londra hanno fatto un po’ cilecca, soprattutto in campo femminile.
Un’altra medaglia di squadra è stato lo splendido bronzo (con meno rimpianti rispetto alla pallanuoto) della nazionale maschile di pallavolo, che alla vigilia non era troppo accreditata ma che invece battendo a sorpresa i campioni in carica degli Stati Uniti nei quarti di finale è andata poi a giocarsi il podio (dedicato tutto a Vigor Bovolenta, ex azzurro scomparso pochi mesi fa) con la Bulgaria. Un bel bronzo, dopo il quarto posto di Pechino, che va a sugellare la quinta semifinale consecutiva conquistata dal volley ai Giochi.
Altro bronzo di giornata, e questo qui invece è storico, è quello di Marco Aurelio Fontana nella mountain bike. Il ciclista lombardo, autore di un finale di gara eroico e anche un po’ comico dopo la rottura del sellino che lo ha costretto a pedalare sempre alzato, ha conquistato la prima medaglia al maschile della storia della mountain bike italiana alle Olimpiadi, dopo la doppietta d’oro di Paola Pezzo nel ’96 e nel 2000.
Infine, lo straordinario esercizio delle farfalle azzurre della ginnastica ritmica: la Russia era irraggiungibile, il secondo posto era a portata se non ci fosse stato un piccolo ma decisivo errore col nastro, ma il bronzo conquistato da Elisa Blanchi, Elisa Santoni, Romina Laurito, Anzhelika Savrayuk, Marta Pagnini e Andreea Stefanescu resta tuttavia una delle medaglie più belle conquistate in queste due settimane. Una vera e propria opera d’arte, costruita negli anni con duro lavoro e un affiatamento di squadra difficile da trovare in altri sport. Un vero spettacolo per gli occhi e un podio che nonostante tutto arriva, dopo la cocente delusione di Pechino.