Gli atenei milanesi continuano ad attrarre studenti provenienti dall’estero.
Nell’anno accademico 2021 2022, infatti, sono arrivati 17mila gli studenti internazionali nelle otto università della città metropolitana di Milano. Da soli, rappresentano più dell’80% degli iscritti internazionali di tutto il sistema universitario lombardo, che ne conta quasi 20.300 nelle complessive 13 università. Il numero è in crescita di un +13% rispetto al 2020-2021.
Questo è quanto emerge dall’indagine annuale di Assolombarda sul tema “Internazionalizzazione degli Atenei”: la ricerca, giunta alla sua dodicesima edizione, si pone l’obiettivo di misurare il grado di apertura internazionale del polo accademico del territorio, nel corso dell’anno accademico 2021-2022.
Nonostante gli ultimi anni turbolenti gli atenei non hanno smesso di investire in strategie di internazionalizzazione, partecipando a fiere ed eventi internazionali di orientamento, rafforzando la rete di accordi internazionali e offrendo open day on line specifici per gli studenti internazionali.
Sono stati siglati 6.100 gli accordi in più rispetto al biennio precedente. I principali paesi coinvolti sono Spagna, Francia e Germania.
Da dove provengono gli studenti?
Quasi la metà (45%) degli studenti presenti negli atenei milanesi proviene dall’Asia, il 38% invece è di origine europea. In pratica più di otto studenti internazionali provengono dall’Asia o dall’Europa.
I paesi di provenienza più diffusi sono Cina, India e Iran, che da soli rappresentano un terzo degli studenti internazionali del territorio.
Principalmente questi studenti scelgono i corsi STEM. La quota di iscritti, infatti, è pari al 43%, ben più alta del 30,2% medio dei giovani complessivamente presenti negli atenei milanesi.
Assolombarda: Operare a fianco degli atenei per sostenere questo Trend
“L’incremento del numero di studenti di altri Paesi costituisce una opportunità per l’intero sistema universitario e per tutta l’area milanese. L’approccio sempre più globale assunto dagli atenei ha una ricaduta positiva anche sugli studenti italiani, consentendo loro di dialogare con culture diverse e anticipando così le dinamiche del mondo del lavoro in cui dovranno operare in un sistema economico sempre più interconnesso tra aree geografiche. Crescono e si rafforzano anche le partnership con le università europee, funzionali a favorire una virtuosa circolazione dei saperi e la mobilità degli studenti. L’Associazione, in tal senso, intende ancora operare al fianco degli atenei per sostenere questo interessante trend, capace di facilitare le grandi transizioni in atto nell’era del post-Covid, di farci fare un balzo in avanti nelle classifiche e a proiettare sempre di più Milano sullo scenario competitivo internazionale” ha dichiarato la Vicepresidente di Assolombarda con delega a Università, Ricerca e Capitale Umano, Monica Poggio.
“Il periodo storico che stiamo vivendo è profondamente caratterizzato da un preoccupante mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Si tratta di una tendenza che impatta negativamente sulle prospettive di crescita delle aziende e, in particolare, sulla propria capacità di innovare in questa difficile congiuntura economica. L’impegno delle università, in questi due anni, è stato cruciale per invertire il trend: hanno subito reagito e il fatto di aver recuperato terreno sul tema dell’attrattività è, senz’altro, una circostanza che lascia ben sperare. Occorre, infatti, attrarre talenti dall’estero creando le condizioni affinché possano rimanere nel nostro Paese a lavorare. Naturalmente, allo stesso tempo, dobbiamo evitare la ‘fuga di cervelli’. Per fare ciò, occorre pensare anche ad agevolazioni fiscali: un’idea potrebbe essere un’imposta al 5% sui redditi di lavoro dipendente corrisposti ai nuovi assunti italiani under 35” ha aggiunto il Presidente di Assolombarda, Alessandro Spada.
Programmi di mobilità in diminuzione
Per quanto riguarda i programmi di mobilità, cioè le attività che permettono agli studenti di formarsi in un ateneo all’estero per un periodo di tempo limitato rimangono ancora delle forti criticità.
Le limitazioni imposte alla circolazione negli ultimi anni hanno ridotto il numero degli studenti coinvolti. Solo 5.900 gli studenti italiani degli atenei milanesi hanno partecipato a questi programmi, un terzo in meno rispetto all’anno accademico precedente (già fortemente colpito da un decremento delle partenze).
La dinamica degli studenti stranieri in entrata è risultata ancora più negativa, con una variazione del -57%, una riduzione importante che tuttavia va letta all’interno del quadro pandemico.