Secondo al Giro dietro a Nibali, terzo alla Vuelta dietro a Quintana e Froome, vincitore a settembre del Giro dell’Emilia, Esteban Chaves centra anche il Giro della Lombardia a sigillo di una stagione che lo lancia ai vertici del ciclismo mondiale: scalatore di razza grazie al suo fisico da colibrì, il colombiano – primo non europeo a vincere la classica monumento d’autunno proprio a Bergamo, la città dove ha soggiornato a lungo in avvio di carriera – si conferma corridore non solo per le grandi corse a tappe, ma anche per le classiche di un giorno, soprattutto se ostiche e dure come il Lombardia di quest’anno, che presentava oltre 4500 metri di dislivello da superare, con due salite inedite come il Sant’Antonio Abbandonato e il Miragolo San Salvatore. Una corsa che ha offerto un grande spettacolo confermando la forza del pedale colombiano che in questa stagione ha fatto il pieno di vittorie: con Nairo Quintana Tirreno-Adriatico e Vuelta, con Miguel Angel Lopez Giro della Svizzera e Milano Torino, ieri un altro trionfo storico con Chaves.
Un terzetto che sarà certamente protagonista negli anni a venire: oltre che la classe, c’è l’età che parla a favore di Chaves e Quintana nati nel 1990 e di Lopez nel 1994. A completare il festival sudamericano c’è anche il ritorno a prestazioni degne del suo passato di Rigoberto Uran, per la terza volta terzo nel Lombardia. Assente Vincenzo Nibali, il vincitore dell’anno scorso, tornato a gareggiare solo in questi giorni dopo l’infortunio nella gara olimpica di Rio, era Fabio Aru il corridore italiano su cui si puntavano le speranze per un successo tricolore. Ma il sardo ancora una volta ha deluso cedendo sulla penultima salita del Selvino. Le difficoltà di Aru hanno finito per frenare l’azione di Diego Rosa che fino a quel punto si era messo al servizio del sardo, spendendo energie per aiutare il leader dell’Astana, energie che sarebbero servite al piemontese nella fase finale quando si decideva la corsa. Davanti c’era un trio formato da Chaves, Uran e Romain Bardet che erano riusciti a staccare sul Selvino un drappello di una ventina di corridori tra cui Aru, Valverde e Gesink. Rosa, avuto via libera dallì’ammiraglia, riusciva ad agganciare la testa della corsa, resistendo – meglio di Bardet – anche sul pavè in salita di Bergamo alta agli allunghi di Chaves e Uran , ma pagava lo sforzo nella volata a tre con Chaves che lo bruciava per un soffio, Terzo era Uran, Quarto, staccato di una manciata di secondi, il francese Bardet.