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Lombardia, Assolombarda: riviste a rialzo stime Pil regionale a +1,1% per il 2024, ma l’industria fatica a tenere il passo

Mentre i servizi e le costruzioni continuano a sostenere la crescita regionale, l’industria fatica a mantenere il passo e la ripresa è attesa solo nella seconda metà dell’anno

Lombardia, Assolombarda: riviste a rialzo stime Pil regionale a +1,1% per il 2024, ma l’industria fatica a tenere il passo

Lombardia si conferma come il motore principale della ripresa italiana, con una previsione di crescita del Pil regionale del +1,1% per il 2024. Questo incremento non solo supera le aspettative di crescita per l’Italia previste da Prometeia (+0,9%), ma si distacca anche dalla media europea (+0,7%). È quanto emerge dal booklet economia del Centro Studi di Assolombarda secondo cui alla fine di quest’anno l’economia regionale arriverebbe così a segnare un +6,7% rispetto al 2019, per un totale di quasi 81 miliardi di euro di prodotto interno lordo a valori correnti in più generati nel quinquennio successivo alla pandemia. Rispetto alla crescita del Pil nazionale del +4,4% sul 2019, il risultato lombardo appare notevole, superando anche le performance di regioni europee come Baden-Württemberg (+0,7%), Bayern (+2,3%) e Cataluña (+4,8%).

Tuttavia, il panorama economico non è privo di sfide. Il rapporto del Centro Studi di Assolombarda indica che, mentre i servizi e le costruzioni continuano a sostenere la crescita regionale, l’industria ha mostrato segni di rallentamento nella prima metà del 2024 e la ripresa è attesa solo nella seconda metà dell’anno. Questo rallentamento è attribuito alla debolezza della domanda sia domestica che globale, nonché all’impatto delle misure restrittive di politica monetaria, dell’inflazione e delle incertezze geopolitiche.

L’analisi di Assolombarda

Sul fronte occupazionale, l’analisi prevede una crescita del numero di lavoratori in Lombardia del +0,9% annuo per il 2024. Sebbene questo aumento sia inferiore al +1,4% medio nazionale, rappresenta comunque una crescita rispetto ai livelli pre-Covid (+2% o +90 mila occupati).

Passando alle prospettive delle imprese, una survey condotta a luglio da Assolombarda presso 373 associate dell’industria e dei servizi ha rivelato una previsione di miglioramento per l’economia lombarda a partire dai mesi autunnali e invernali del 2024. Per il 2025, il 46% delle imprese prevede una crescita, mentre il 9,4% prevede un peggioramento. Tuttavia, oltre un sesto delle imprese non ha fornito una risposta, evidenziando un contesto di incertezza.

I dati più recenti indicano un calo del clima di fiducia nel Nord-Ovest, con diminuzione degli ordini, incremento delle giacenze di prodotti finiti e previsioni di produzione deludenti per i prossimi mesi. Questi fattori confermano una prima metà dell’anno debole.

Infine, i prestiti alle imprese in Lombardia hanno mostrato una contrazione del -2,7% a marzo 2024, continuando il trend negativo iniziato un anno fa. Questa contrazione è più marcata rispetto ad altre regioni italiane, con il Veneto che ha visto un calo del 7,6%, l’Emilia-Romagna del 4,2% e il Piemonte del 5,8% (la media nazionale è del -4,2%). La contrazione riguarda sia le piccole imprese (-9,3%) sia le grandi (-1,9%), con la manifattura (-7,1%) e le costruzioni (-7%) particolarmente colpite, mentre i prestiti ai servizi hanno registrato una flessione più contenuta (-0,5%).

Alessandro Spada: “Crescita positiva, ma servono politiche industriali europee forti”

Alessandro Spada, presidente di Assolombarda, ha commentato: “Le stime di crescita del nostro territorio continuano a migliorare, segno di un sistema economico strutturalmente vitale e competitivo. Le industrie hanno trainato la ripresa post-pandemia, permettendo ai territori di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia, così come alla Lombardia e all’Italia intera, di raggiungere risultati straordinari a livello internazionale. Tuttavia, la prima parte del 2024 è risultata complessa per l’industria, con un rallentamento causato dalla debolezza della domanda globale e interna, dalle misure restrittive di politica monetaria, dall’inflazione, dai prezzi energetici elevati e dalle tensioni geopolitiche. Questa situazione sottolinea la necessità di definire politiche industriali favorevoli a livello europeo. La nuova Commissione, guidata da Ursula von der Leyen per il quinquennio 2024-2029, deve superare l’ideologia anti-industriale e intervenire concretamente su tre aree fondamentali: persone, investimenti e energia. Solo con politiche mirate in questi ambiti l’Europa potrà rafforzare la sua competitività e mantenere il suo status di seconda manifattura mondiale.”

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