Il Pil lombardo rallenta. Nel 2023, si prevede che la crescita dell’economia della Lombardia si fermi al +0,9%, superiore al +0,7% previsto per l’intera Italia, ma significativamente inferiore al +3,2% registrato nel 2022.
Le attese attuali rappresentano una revisione al ribasso rispetto alle previsioni formulate a luglio scorso, quando si prevedeva una crescita del +1,3%. Un revisione attribuita al contesto globale in decelerazione.
È quanto emerge dal Booklet economia realizzato dal Centro Studi di Assolombarda e pubblicato su Genio&Impresa.
Crescita debole anche per il 2024
L’analisi sottolinea che nel 2023, suddividendo i settori macroeconomici, in Lombardia si è registrata un’espansione nei servizi (+1,9%) e nell’agricoltura (+1,0%), mentre l’industria ha registrato una contrazione (-1,9%), rallentata già dalla primavera, e le costruzioni hanno subito una contrazione (-0,7%).
La crescita debole, si prevede, continuerà nel 2024, con un PIL dell’economia lombarda stimato al +0,6%, e per l’Italia al +0,4%.
L’occupazione aumenta
Per quanto riguarda l’occupazione, lo studio indica che nell’anno in corso si prevede un aumento del +1,1% nel numero di occupati nella regione. Alla fine dell’anno, la Lombardia dovrebbe colmare il divario con i livelli pre-Covid, registrando un aumento del +0,5% rispetto al 2019. L’incremento dell’occupazione nella regione continuerà anche nel 2024, con tassi in linea con il PIL, previsti al +0,6%.
Le aspettative delle imprese
Sia per il trimestre attuale che per i primi mesi del 2024, la maggioranza delle imprese prevede una stabilità o un peggioramento del contesto economico rispetto al periodo precedente.
Nel complesso del prossimo anno, il 40% delle aziende si aspetta una situazione economica regionale simile al 2023, il 34% prevede un peggioramento, e solo un quinto prevede un miglioramento. Riguardo al numero di dipendenti, nel 2023 il 45% delle imprese ha aumentato il personale e il 38% lo ha mantenuto invariato, mentre nel 2024 la percentuale di imprese che prevede un’espansione scende al 33%, mentre quella che prevede stabilità sale al 53%.
Cala la fiducia nel manifatturiero e nei servizi
A causa della crescita lenta, a ottobre si registra un ulteriore – seppur lieve – calo del clima di fiducia nel settore manifatturiero sia in Italia che nel Nord-Ovest. In particolare, si osserva un continuo declino degli ordini e dei livelli di produzione, entrambi ai minimi dal novembre 2020. Al contempo, si assiste a una riduzione delle scorte di prodotti finiti e a un aumento delle aspettative a breve termine per ordini e produzione, sebbene queste ultime rimangano negative. Nel confronto con altri paesi europei, la fiducia nel settore manifatturiero resta generalmente negativa in Germania, Francia e Spagna.
Cala anche la fiducia nel settore dei servizi, pur rimanendo positivo, ma raggiungendo il livello più basso degli ultimi undici mesi. Si osserva un significativo declino delle prestazioni aziendali (prossime allo zero) e una contrazione degli ordini, mentre le aspettative per la domanda nei prossimi 3-4 mesi risultano più ottimistiche. A livello nazionale, l’indice scende anche in Italia, ma registra un aumento in Germania, Spagna e Francia (l’unico paese con un indice negativo nella zona).
“I numeri indicano un rallentamento dell’economia italiana e dei nostri territori, all’interno di un contesto internazionale fragile e incerto. Influiscono svariati fattori: i conflitti in corso, la debolezza di alcune economie, la recessione tedesca, la volatilità dei prezzi, le difficoltà di accesso al credito – ha dichiarato Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda -. Ma, nonostante questo rallentamento, rimaniamo il grande Paese europeo la cui economia si è ripresa più vigorosamente dopo la pandemia. Oggi, anche se cresciamo dello 0,7% nel 2023, alla fine dell’anno saremo del +3% sopra i livelli pre-Covid. E, stando alle nostre ultime stime su base regionale, la Lombardia chiuderà il 2023 con uno scarto positivo rispetto a prima della pandemia addirittura del +3,7%. Se guardiamo agli altri Paesi europei, la Germania, quest’anno in recessione, arriva a +0,5% a fine 2023 rispetto al 2019; la Francia con l’1% di crescita previsto nell’anno in corso arriva al +1,6%; la Spagna al +2,3%; il Regno Unito al +0,1%. E, stando alle previsioni per il 2024, anche se in rallentamento, resteremo sempre tra i più performanti. Il lavoro delle nostre imprese, eccellenza internazionale, ha trainato e continua a trainare il Paese anche in uno scenario geopolitico così complicato. Ora è però fondamentale stimolare gli investimenti privati per non fermare l’economia: sosteniamo l’innovazione attraverso il rilancio di Industria 4.0 e dei suoi sviluppi. È una misura strategica per mantenere e incrementare la forza e la sicurezza delle imprese e, di conseguenza, del Paese nella sempre più difficile competizione internazionale che vede potenze come con Cina e Usa mettere in campo trilioni di dollari”.